BGE 78 III 1
1. Auszug aus dem Entscheid vom 4. Februar 1952 i. S. Christen.
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Regeste:
Bei der Lohn-Pfändung (Art. 93
SR 281.1 Legge federale dell'11 aprile 1889 sulla esecuzione e sul fallimento (LEF) LEF Art. 93 - 1 Ogni provento del lavoro, gli usufrutti e il loro prodotto, le rendite vitalizie e gli alimenti, le pensioni e le prestazioni di qualsiasi tipo destinate a risarcire una perdita di guadagno o una pretesa derivante dal diritto al mantenimento, segnatamente le rendite e le indennità in capitale che non sono impignorabili giusta l'articolo 92, possono essere pignorati in quanto, a giudizio dell'ufficiale, non siano assolutamente necessari al sostentamento del debitore e della sua famiglia. |
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1 | Ogni provento del lavoro, gli usufrutti e il loro prodotto, le rendite vitalizie e gli alimenti, le pensioni e le prestazioni di qualsiasi tipo destinate a risarcire una perdita di guadagno o una pretesa derivante dal diritto al mantenimento, segnatamente le rendite e le indennità in capitale che non sono impignorabili giusta l'articolo 92, possono essere pignorati in quanto, a giudizio dell'ufficiale, non siano assolutamente necessari al sostentamento del debitore e della sua famiglia. |
2 | Tali redditi possono essere pignorati per un anno al massimo dal giorno dell'esecuzione del pignoramento. Se al pignoramento partecipano più creditori, il termine decorre dal primo pignoramento eseguito su richiesta di un creditore del gruppo in questione (art. 110 e 111). |
3 | Se durante il decorso di tale termine l'ufficio ha conoscenza di una modificazione determinante per l'importo da pignorare, esso commisura il pignoramento alle mutate circostanze. |
4 | Su istanza del debitore, l'ufficio ingiunge al datore di lavoro di quest'ultimo di versare all'ufficio, per la durata del pignoramento del salario, anche la somma necessaria per il pagamento dei crediti correnti di premi e partecipazioni ai costi dell'assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie, per quanto tali premi e partecipazioni ai costi facciano parte del minimo vitale del debitore. L'ufficio utilizza tale somma per pagare direttamente all'assicuratore i crediti correnti di premi e partecipazioni ai costi.215 |
Kinder des Schuldners nur dann berücksichtigt werden, wenn sie mit den Eltern
in häuslicher Gemeinschaft leben (Art. 295 Abs. 1
SR 210 Codice civile svizzero del 10 dicembre 1907 CC Art. 295 - 1 La madre può, entro un anno dalla nascita del figlio, convenirne il padre o i suoi eredi chiedendo la rifusione:357 |
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1 | La madre può, entro un anno dalla nascita del figlio, convenirne il padre o i suoi eredi chiedendo la rifusione:357 |
1 | delle spese di parto; |
2 | delle spese di mantenimento per almeno quattro settimane prima e per almeno otto settimane dopo la nascita; |
3 | delle altre spese necessarie a causa della gravidanza o del parto, incluso il primo corredo per il figlio. |
2 | In caso di fine prematura della gravidanza, il giudice può, per motivi di equità, accordare in tutto o in parte la rifusione delle spese corrispondenti. |
3 | Prestazioni di terzi, spettanti alla madre per legge o per contratto, sono da imputare in quanto le circostanze lo giustifichino. |
wohnen.
En cas de saisie de salaire (art. 93 LP) le produit du travail des enfants
mineurs ne peut être pris en considération que s'ils font ménage commun avec
leurs parents (art. 295 al. 1 CC), autrement dit habitent avec eux.
In caso di pignoramento di salario (art. 93 LEF), il prodotto del lavoro dei
figli minorenni del debitore può essere preso in considerazione soltanto se
essi vivono coi genitori in economia domestica (art. 295 cp. 1 CC), vale a
dire se abitano con loro.
Die zürcherische Aufsichtsbehörde entschied am 28. Dezember 1951, vom
monatlichen Nettoverdienst des Schuldners sei der Fr. 515.95 übersteigende
Betrag zu pfänden. Sie nahm an, der Notbedarf für den verwitweten Schuldner
und seinen 1938 geborenen Sohn Albin betrage Fr. 605.95; vom Verdienste des
Schuldners seien jedoch nur Fr. 515.95 unpfändbar, weil er vom Arbeitserwerbe
des 1935 geborenen Sohnes René, der als Chasseur in einem Hotel neben freier
Verpflegung monatlich rund Fr. 180.- (ab 1.
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Dezember sogar Fr. 220.-) verdiene, monatlich Fr. 90.- für sich beanspruchen
könne. Das Bundesgericht weist den Rekurs des Schuldners gegen diesen
Entscheid ab, soweit es darauf eintritt.
Aus den Erwägungen:
Gegen den Abzug von Fr. 90.- wendet der Rekurrent ein, sein 17-jähriger Sohn
René habe bei ihm lediglich ein Zimmerchen, damit er nachts unter väterlicher
Aufsicht sei; vom Einkommen dieses Sohnes erhalte er keinen Rappen; von einer
eigentlichen Hausgemeinschaft mit diesem Sohn könne nicht gesprochen werden;
der Sohn René sorge für sich selber und wolle selbständig sein. Damit will er
offenbar geltend machen, es sei grundsätzlich unzulässig, in einer Betreibung
gegen ihn das Einkommen seines Sohnes René zu berücksichtigen.
Wie die Vorinstanz zutreffend angenommen hat, darf der Arbeitserwerb des
Sohnes nur unter der Voraussetzung berücksichtigt werden, dass der Sohn mit
dem Rekurrenten in häuslicher Gemeinschaft lebt (Art. 295 Abs. 1
SR 210 Codice civile svizzero del 10 dicembre 1907 CC Art. 295 - 1 La madre può, entro un anno dalla nascita del figlio, convenirne il padre o i suoi eredi chiedendo la rifusione:357 |
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1 | La madre può, entro un anno dalla nascita del figlio, convenirne il padre o i suoi eredi chiedendo la rifusione:357 |
1 | delle spese di parto; |
2 | delle spese di mantenimento per almeno quattro settimane prima e per almeno otto settimane dopo la nascita; |
3 | delle altre spese necessarie a causa della gravidanza o del parto, incluso il primo corredo per il figlio. |
2 | In caso di fine prematura della gravidanza, il giudice può, per motivi di equità, accordare in tutto o in parte la rifusione delle spese corrispondenti. |
3 | Prestazioni di terzi, spettanti alla madre per legge o per contratto, sono da imputare in quanto le circostanze lo giustifichino. |
Annahme einer solchen Gemeinschaft ist notwendig, aber auch genügend, dass das
in Frage stehende Kind bei den Eltern wohnt. Das trifft hier zu. Auf den
Umstand, dass der Sohn René sich wegen seines Berufes auswärts verköstigen
muss, kann in diesem Zusammenhang nichts ankommen. Wollte man das Wohnen bei
den Eltern nicht als das entscheidende Kriterium gelten lassen, so wäre eine
auch nur einigermassen sichere Grenzziehung zwischen den Anwendungsgebieten
der beiden Absätze von Mt. 295 ZGB unmöglich. Der streitige Abzug ist also
grundsätzlich zu Recht erfolgt. Die elterliche Gewalt setzt den Rekurrenten
instand, sich den fraglichen Betrag von seinem Sohne oder von dessen
Arbeitgeber auszahlen zu lassen.
Der Höhe nach ist der Abzug nicht angefochten. Wieweit der Lohn des Sohnes den
Betrag übersteigt, der notwendig ist, um dem Sohne die Existenz in einer für
seinen
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Lebenskreis üblichen Weise zu sichern (vgl. BGE 62 III 118), ist denn auch
eine Ermessensfrage, die das Bundesgericht nicht überprüfen kann.