Tribunal administratif fédéral
Tribunale amministrativo federale
Tribunal administrativ federal
Corte VI
F-5427/2019
Sentenza del 31 maggio 2021
Giudici Daniele Cattaneo (presidente del collegio),
Composizione Yannick Antoniazza-Hafner, Jenny de Coulon Scuntaro, Regula Schenker Senn, Gregor Chatton,
cancelliere Dario Quirici.
A._______,
patrocinato dall'avv. Costantino Castelli,
CSNLaw studio legale e notarile,
Parti
Via Nassa 21, casella postale,
6901 Lugano,
ricorrente,
contro
Segreteria di Stato della migrazione SEM,
Quellenweg 6,
3003 Berna,
autorità inferiore.
Oggetto Revoca della cittadinanza svizzera.
Fatti:
A.
Nel dicembre 1989, A._______ (il ricorrente), nato in Turchia il ... 1984, di nazionalità turca e di confessione musulmana, celibe, è giunto con la sua famiglia in Svizzera, dove, dopo avere depositato una domanda d'asilo, poi ritirata, ha continuato a vivere grazie ad un permesso di soggiorno per motivi umanitari ottenuto nel marzo 1991, frequentando le scuole in Ticino fino a conseguire la maturità professionale commerciale (N.B.: in base all'incarto non si può stabilire se al ricorrente è stato in seguito concesso un altro tipo di permesso).
B.
Il 15 febbraio 2006, il ricorrente ha inoltrato all'allora Ufficio federale della migrazione (UFM) una domanda di naturalizzazione ordinaria.
Il 26 settembre 2007, l'UFM ha rilasciato l'autorizzazione federale di naturalizzazione e, il 10 marzo 2008, le autorità competenti ticinesi hanno concesso al ricorrente la cittadinanza svizzera.
C.
C.a Il 25 maggio 2016, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto un'istruzione penale nei confronti del ricorrente in relazione all'art. 260ter

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260ter - 1 È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
|
1 | È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
a | partecipa a un'organizzazione che ha lo scopo di: |
a1 | commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali, o |
a2 | commettere atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto; o |
b | sostiene una tale organizzazione nella sua attività. |
2 | Il capoverso 1 lettera b non si applica ai servizi umanitari forniti da un'organizzazione umanitaria imparziale, quale il Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente all'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949343. |
3 | Se esercita un'influenza determinante all'interno dell'organizzazione, l'autore è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. |
4 | Il giudice può attenuare la pena (art. 48a) se l'autore si sforza di impedire la prosecuzione dell'attività dell'organizzazione. |
5 | È punibile anche chi commette il reato all'estero, se l'organizzazione esercita o intende esercitare l'attività criminale in tutto o in parte in Svizzera. L'articolo 7 capoversi 4 e 5 è applicabile. |
Il 22 febbraio 2017, il ricorrente è stato arrestato e, il 24 febbraio seguente, è stato incarcerato preventivamente.
Il 12 maggio 2017, il MPC ha accolto le richieste del ricorrente di procedere nei suoi confronti con il rito abbreviato, rispettivamente di porlo in regime di esecuzione anticipata della pena, ciò che è avvenuto con effetto dal 19 maggio successivo.
C.b Il 12 luglio 2017, il MPC ha comunicato al ricorrente l'atto d'accusa, facente stato della violazione dell'art. 2 cpv. 1 e 2 LAQSI per avere segnatamente, a partire almeno da ... 2014 e fino al ... 2017, "con coscienza e volontà, organizzato", in Ticino, in Italia e in Turchia, "azioni propagandistiche e proselitistiche assumendo il ruolo di indottrinatore e radicalizzatore a sostegno del gruppo "Jabhat Al-Nusra" e dei suoi obiettivi, nel quale [egli] si identifica, gruppo affiliato ad "Al-Qaïda" e che per quanto riguarda condotta, obiettivi e mezzi vi corrisponde", nonché per avere, da ... ad ... 2015 e nel ... 2015, in Ticino e in Turchia, "con coscienza e volontà, facilitato due combattenti - foreign fighters - a raggiungere il territorio di guerra siro-iracheno e il gruppo armato dell'ISIS, promuovendo così in altro modo le attività del gruppo - Stato islamico -". Il MPC ha quindi proposto una pena detentiva di due anni e sei mesi, di cui sei mesi da espiare, dedotto il carcere preventivo, con un periodo di prova di tre anni.
C.c Il 26 luglio 2017, il ricorrente ha accettato l'atto d'accusa del MPC, firmando di proprio pugno la dichiarazione seguente: "Accetto irrevocabilmente l'atto d'accusa con il dispositivo di sentenza (proposta di conclusione del procedimento) del 12 luglio 2017 nell'ambito della procedura abbreviata e rinuncio esplicitamente ai mezzi di ricorso".
D.
Il 18 agosto 2017, in base all'atto d'accusa con il fascicolo del MPC e dopo aver esperito il dibattimento pubblico, la Corte penale del Tribunale penale federale (TPF) ha accertato, mediante sentenza passata in giudicato seduta stante (SK...), la conformità del rito abbreviato al diritto, l'opportunità del medesimo, la concordanza dell'accusa con le risultanze del dibattimento e con gli atti di causa, nonché l'adeguatezza delle sanzioni proposte dal MPC vista "la colpa già grave in capo all'imputato, e ciò alla luce delle fattispecie ripetute e protrattesi nel tempo". Il TPF ha dunque riconosciuto il ricorrente colpevole di un'infrazione all'art. 2 cpv. 1 e 2 LAQSI, come pure, per quanto riguarda i fatti accaduti prima del 1° gennaio 2015, all'art. 2 cpv. 1 e 2 della previgente ordinanza dell'Assemblea federale del 23 dicembre 2011 che vieta il gruppo "AI-Qaïda" e le organizzazioni associate (OAQ, RU 2012 1), infliggendogli la pena proposta dal MPC.
Il 30 agosto 2017, il TPF ha trasmesso per raccomandata alla Segreteria di Stato della migrazione (SEM), a richiesta di quest'ultima, una copia della sentenza SK..., con la relativa attestazione di passaggio in giudicato. La SEM ha ricevuto la sentenza del TPF il giorno susseguente.
E.
Il 15 febbraio 2019, la SEM, succeduta all'UFM dal 1° gennaio 2015, ha informato il ricorrente di avere l'intenzione di revocargli la nazionalità svizzera, invitandolo a pronunciarsi in proposito entro il 30 aprile 2019.
F.
Il 26 aprile 2019, senza chiedere di poter consultare l'incarto allestito dalla SEM, il ricorrente ha presentato a quest'ultima le sue osservazioni per il tramite del suo legale. In sostanza, egli ha rilevato che la condanna penale pronunciata dal TPF nei suoi confronti "non è certo sufficiente a giustificare la revoca della cittadinanza", che costituisce una misura dalla "straordinarietà assoluta", come dimostrano i "casi, anche eclatanti, di efferati criminali svizzeri muniti di doppia cittadinanza. Da Günther Tschanun [...]; a Gabor Bilkei [...]; o Fabrice Anthamatten [...]; oppure il sedicente "guaritore" di Berna; o ancora Aldo Baragiola (anche noto come Alvaro Lojacono) [...]", ai quali non è stata tuttavia revocata la nazionalità svizzera. Egli ha precisato che "le sue azioni, che hanno portato alla condanna [...] non sono comunque di una gravità tale da poter compromettere gli interessi o la buona reputazione della Svizzera [...] non ha infatti svolto alcuna attività terroristica, di estremismo violento, o di criminalità organizzata e le sue azioni non possono essere considerate alla stregua di quelle di coloro che attivamente hanno deciso di militare tra le fila di organizzazioni terroristiche o di combattere nel nome di qualsivoglia ideologia estremista". In aggiunta, egli ha asserito di essersi limitato a manifestare "il proprio pensiero e i propri convincimenti religiosi, tentando inoltre di spiegare a terze persone le differenze che esistono tra diverse ideologie radicali islamiche, ma non per spronare qualcuno a commettere atti di violenza, che invece ha sempre condannato, e nemmeno per sostenere il terrorismo jihadista internazionale. Al contrario, [...] ha sempre voluto prendere distanza da qualunque atto di violenza fine a sé stesso, denunciando gli atroci attentati compiuti dall'ISIS, ed ha tentato di convincere anche i suoi interlocutori a fare lo stesso".
G.
L'11 settembre 2019, preso atto delle osservazioni del ricorrente, la SEM gli ha revocato, dopo aver ottenuto il consenso del Consiglio di Stato del Cantone Ticino, la cittadinanza svizzera, la cittadinanza cantonale ticinese e l'attinenza di Lugano.
La SEM motiva la decisione di revoca nel modo seguente. In primo luogo, allo scopo di illustrare la natura terroristica del gruppo "Jabhat Al-Nusra", la SEM cita per estenso il proprio rapporto interno "Gefährdungsevaluation Jabhat Al-Nusra/Hayat Tahrir al Sham" del 1° marzo 2019 (rapporto JAN), di due pagine e mezzo con tredici note di piè di pagina, nel quale conclude che "wie bereits erwähnt wird Jabhat Al-Nusra / Hayat Tahrir al Sham (HTS) weiterhin sowohl von der EU wie auch von der UNO als zu Al-Qaïda zugehörige terroristische Gruppierung gelistet resp. sanktioniert". In seguito, riferendosi alla sentenza del TPF, in particolare rispetto alla gravità della colpa imputata al ricorrente, la SEM evidenzia che egli "ha partecipato attivamente alle attività terroristiche ed ha preso parte ad un importante ingranaggio nella macchina da guerra del gruppo ["Jabhat Al-Nusra"]. Il fatto che [egli] non abbia visitato la zona di guerra irachena e siriana e non abbia partecipato personalmente ai combattimenti, non significa che il suo ruolo di indottrinatore e facilitatore sia motivo per sottovalutare l'accaduto. Ammettere il contrario significherebbe in qualche modo esonerare gli attori chiave del terrorismo che, per motivi personali e per non dover combattere loro stessi, hanno preferito mandare a combattere terze persone" (decisione impugnata, pag. 6). La SEM è inoltre del parere che il ricorrente, "in considerazione del suo comportamento, rispettivamente nel sostenere gruppi terroristici come "Jabhat Al-Nusra", costituisca una seria minaccia per i rapporti con i vari Stati interessati da questa problematica" (decisione impugnata, pag. 6). In quest'ottica, la SEM sostiene che "l'assenza di una ferma decisione o di un forte segnale che dimostri quanto la Svizzera sia impegnata con la massima fermezza nei confronti degli abusi commessi da queste persone, avrebbe inevitabilmente conseguenze negative sulle relazioni bilaterali con i Paesi che lottano contro questi gruppi terroristici armati" (decisione impugnata, pag. 6). In aggiunta a ciò, la SEM rimprovera al ricorrente di avere "violato gravemente il principio costituzionale della neutralità della Svizzera [...], incitando cittadini svizzeri a partire per combattere la jihad in zona siro-irachena" (decisione impugnata, pag. 6). La SEM conclude così che il ricorrente, nella misura in cui "condivide l'ideologia del gruppo terrorista "Jabhat Al-Nusra" e sostiene il radicalismo religioso alla base dell'ideologia di tale gruppo, elementi contrari ai valori costituzionali e democratici della Svizzera, [...] ha di fatto, e per suo volere, rinunciato alla cittadinanza svizzera" (decisione impugnata, pag. 6). Per finire, la SEM non manca di osservare che, a suo
avviso, "la decisione di revoca della cittadinanza svizzera è proporzionata alla fattispecie in quanto [il ricorrente] ha mantenuto dei legami stretti con il suo secondo Paese d'origine, nel caso concreto la Turchia, essendo ivi proprietario di un immobile (luogo nel quale ha ospitato un certo numero di jihadisti) e parlando la lingua locale" (decisione impugnata, pag. 6).
H.
Il 16 settembre 2019, per il tramite del suo legale, il ricorrente ha chiesto alla SEM di potere consultare l'incarto completo del suo procedimento.
Il 18 settembre 2019, la SEM gli ha trasmesso gli atti "secondo gli articoli 26 e

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260ter - 1 È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
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1 | È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
a | partecipa a un'organizzazione che ha lo scopo di: |
a1 | commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali, o |
a2 | commettere atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto; o |
b | sostiene una tale organizzazione nella sua attività. |
2 | Il capoverso 1 lettera b non si applica ai servizi umanitari forniti da un'organizzazione umanitaria imparziale, quale il Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente all'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949343. |
3 | Se esercita un'influenza determinante all'interno dell'organizzazione, l'autore è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. |
4 | Il giudice può attenuare la pena (art. 48a) se l'autore si sforza di impedire la prosecuzione dell'attività dell'organizzazione. |
5 | È punibile anche chi commette il reato all'estero, se l'organizzazione esercita o intende esercitare l'attività criminale in tutto o in parte in Svizzera. L'articolo 7 capoversi 4 e 5 è applicabile. |
Il 20 settembre 2019, il ricorrente si è lamentato dalla SEM che gli atti gli siano "stati trasmessi solo in parte e censurati. Contesto tale modo di procedere, che viola manifestamente il diritto di essere sentito [...]", esigendo, da un lato, "di ricevere una formale decisione motivata, che indichi quali pretesi interessi la SEM intenderebbe in questo modo tutelare [...]" o "comunque di volermi comunicare le fonti e il contenuto essenziale degli atti ai quali intendereste negarmi l'accesso (art. 28

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 28 - L'atto il cui esame è stato negato alla parte può essere adoperato contro di essa soltanto qualora l'autorità gliene abbia comunicato oralmente o per scritto il contenuto essenziale quanto alla contestazione e, inoltre, le abbia dato la possibilità di pronunciarsi e indicare prove contrarie. |
Il 24 settembre 2019, la SEM ha risposto al ricorrente, puntualizzando, in sostanza, di avere "limitato la consultazione di documenti confidenziali e di note interne, al fine di salvaguardare un interesse pubblico importante della Confederazione, in particolare la sicurezza interna ed esterna di quest'ultima", ma di avergli trasmesso "l'integralità degli elementi utilizzati nel contesto della decisione di revoca della cittadinanza svizzera" e riassunto "il contenuto dei documenti non presenti nell'incarto", invitandolo per finire a "sottoporre le [sue] eventuali osservazioni nell'ambito della procedura di ricorso".
I.
Il 16 ottobre 2019, rappresentato dal suo legale, il ricorrente ha adito il Tribunale amministrativo federale (TAF), chiedendo che la decisione della SEM sia annullata per motivi tanto formali quanto sostanziali.
Sul piano formale, il ricorrente rimprovera alla SEM di avere violato il suo diritto di essere sentito per non avere motivato la decisione e non avergli concesso di prendere conoscenza dell'incarto. Quanto al primo aspetto (motivazione), egli pretende che la SEM non abbia esaminato "le molteplici argomentazioni" da lui esposte in occasione della sua audizione preliminare (cfr. consid. F), non spiegando soprattutto "cosa distinguerebbe il [suo] caso dai casi ben più gravi riguardanti efferati criminali riportati nelle osservazioni, che non hanno tuttavia giustificato la revoca della cittadinanza, né in cosa consisterebbe nel caso di specie l'interesse pubblico ricercato tramite la revoca della cittadinanza" (ricorso, § 8.1). Riguardo al secondo aspetto (visione degli atti), il ricorrente sostiene che "il preteso interesse pubblico importante della Confederazione, che giustificherebbe la censura degli atti, [...], non è chiaro e non è verosimile", la SEM avendo omesso di "spiegare a quale improbabile minaccia" egli esporrebbe la sicurezza interna ed esterna della Svizzera (ricorso, § 8.2). In particolare, egli si lamenta che non gli sia stata trasmessa una copia del rapporto JAN, considerando inoltre insufficiente il "riassunto dell'atto [che] menziona unicamente che si tratta di note interne generali tra i collaboratori" sul gruppo "Jabhat Al-Nusra" (ricorso, § 8.2).
Dal punto di vista sostanziale, il ricorrente contesta essenzialmente che gli atti imputatigli dal TPF costituiscano un crimine grave, pretendendo di non essere stato riconosciuto colpevole di partecipazione ad un'organizzazione criminale ai sensi dell'art. 260ter

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260ter - 1 È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
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1 | È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
a | partecipa a un'organizzazione che ha lo scopo di: |
a1 | commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali, o |
a2 | commettere atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto; o |
b | sostiene una tale organizzazione nella sua attività. |
2 | Il capoverso 1 lettera b non si applica ai servizi umanitari forniti da un'organizzazione umanitaria imparziale, quale il Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente all'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949343. |
3 | Se esercita un'influenza determinante all'interno dell'organizzazione, l'autore è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. |
4 | Il giudice può attenuare la pena (art. 48a) se l'autore si sforza di impedire la prosecuzione dell'attività dell'organizzazione. |
5 | È punibile anche chi commette il reato all'estero, se l'organizzazione esercita o intende esercitare l'attività criminale in tutto o in parte in Svizzera. L'articolo 7 capoversi 4 e 5 è applicabile. |

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 296 - Chiunque pubblicamente offende uno Stato estero nella persona del suo capo, nel suo Governo ovvero nella persona di uno dei suoi agenti diplomatici o di uno dei suoi delegati ufficiali a una conferenza diplomatica riunita nella Svizzera o di uno dei suoi rappresentanti ufficiali presso un'istituzione internazionale o una sua organizzazione con sede o riunita nella Svizzera, è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria. |
J.
Il 22 ottobre 2019, mediante decisione incidentale, questo Tribunale ha invitato il ricorrente a versare un anticipo equivalente alle presunte spese processuali di fr. 1'500.- entro il 21 novembre successivo. Il 25 ottobre 2019, il ricorrente ha versato l'importo richiesto.
K.
Il 9 gennaio 2020, su invito di questo Tribunale, la SEM ha risposto al ricorso, proponendone il rigetto con la conferma della decisione impugnata. Riguardo alla questione dell'accesso agli atti, la SEM sottolinea di essersi "fondata sulla parte del rapporto interno [JAN] che è stata inserita nella decisione [impugnata] ed è quindi stata resa nota all'interessato", al quale ha trasmesso "tutti i documenti utilizzati per statuire sulla revoca della cittadinanza". Rispetto al merito della causa, la SEM sostiene che il ricorrente, "in virtù della sua appartenenza al fronte "Jabhat Al-Nusra", rappresenta una minaccia per la sicurezza interna ed esterna della Svizzera, minacciando a lungo termine le buone relazioni della Svizzera con i diversi Stati colpiti da questo flagello [...]. In effetti, le estorsioni commesse (soprattutto in Iraq e Siria) contro le popolazioni e il patrimonio locale, nonché il ruolo importante svolto dai gruppi terroristici nella destabilizzazione della geopolitica regionale e globale e la questione del ritorno dei jihadisti svizzeri (con doppia cittadinanza) o europei nelle loro terre d'origine, sono fonte di crescenti tensioni tra i vari Stati interessati [...]". La SEM argomenta inoltre che la "Siria è una nazione riconosciuta a tutti gli effetti", e che, partecipando al gruppo terroristico "Jabhat Al-Nusra", affiliato ad "Al-Qaïda", il ricorrente, "detentore della cittadinanza svizzera, compromette le relazioni internazionali che intrattiene la Svizzera con la Siria". A comprova dell'affiliazione di "Jabhat Al-Nusra" ad "Al-Qaïda", la SEM ha riprodotto per estenso due documenti delle Nazioni Unite, ossia un comunicato stampa del 5 giugno 2018, nonché una risoluzione del 26 giugno 2019, indicando i rispettivi hyperlink.
L.
Il 12 marzo 2020, come richiesto da questo Tribunale, il ricorrente ha replicato alla SEM, ribadendo gli argomenti e le conclusioni formulati con l'impugnativa. In particolare, egli pretende di non avere mai appartenuto a "Jabhat Al-Nusra", di essere "stato condannato per aver spiegato a delle persone quale fosse l'ideologia del gruppo [in questione] e di come i suoi obiettivi fossero focalizzati sulla difesa e sul soccorso del popolo islamico nel contesto limitato della guerra civile siriana [...]", nonché di avere "sì manifestato il proprio pensiero e i propri convincimenti religiosi, ma solamente nel tentativo di far desistere i suoi interlocutori dalle loro ideologie estreme e dalla loro volontà di unirsi ai combattenti dell'ISIS".
M.
Il 13 maggio 2020, su invito di questo Tribunale, la SEM ha presentato la duplica, nella quale riafferma di avere rispettato il diritto di essere sentito del ricorrente, dato che l'estratto del rapporto JAN, inserito nella decisione impugnata, "contiene tutti gli elementi sulla quale la SEM si è fondata" per statuire, e che lo stesso rapporto JAN "si fonda principalmente su delle fonti accessibili a chiunque". La SEM prosegue che, alla luce della condanna del ricorrente pronunciata dal TPF, "l'occultamento di nominativi come anche la sottrazione di alcuni documenti confidenziali non utilizzati nella presa di posizione della SEM, sono perfettamente giustificati al fine di preservare l'integrità delle istituzioni, dei propri collaboratori e dei relativi partner". Riguardo all'appartenenza del ricorrente a "Jabhat Al-Nusra", la SEM considera, da un canto, che "il fatto di condividere l'ideologia di un gruppo terrorista, affermando che tale gruppo si trovi nel giusto, di trasmetterla a terzi e di sostenerla indipendentemente dal modo, permette di concludere che l'interessato aderisce in tal modo al suddetto gruppo", e, dall'altro canto, in relazione all'abbandono, da parte del MPC, del capo d'accusa di partecipazione ad un'organizzazione criminale ai sensi dell'art. 260ter

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260ter - 1 È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
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1 | È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
a | partecipa a un'organizzazione che ha lo scopo di: |
a1 | commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali, o |
a2 | commettere atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto; o |
b | sostiene una tale organizzazione nella sua attività. |
2 | Il capoverso 1 lettera b non si applica ai servizi umanitari forniti da un'organizzazione umanitaria imparziale, quale il Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente all'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949343. |
3 | Se esercita un'influenza determinante all'interno dell'organizzazione, l'autore è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. |
4 | Il giudice può attenuare la pena (art. 48a) se l'autore si sforza di impedire la prosecuzione dell'attività dell'organizzazione. |
5 | È punibile anche chi commette il reato all'estero, se l'organizzazione esercita o intende esercitare l'attività criminale in tutto o in parte in Svizzera. L'articolo 7 capoversi 4 e 5 è applicabile. |
N.
Il 2 giungo 2020, questo Tribunale ha trasmesso al ricorrente una copia della duplica della SEM, dandogli facoltà di inoltrare eventuali osservazioni entro il 2 luglio seguente.
O.
Il 16 giugno 2020, il ricorrente ha preso atto della duplica della SEM, affermando che "non vi è la benché minima prova che [egli] aderisca o appartenga al fronte "Jabhat Al-Nusra". Le affermazioni in tal senso della SEM sono consapevolmente false".
P.
Il 22 luglio 2020, questo Tribunale ha fatto pervenire alla SEM, per conoscenza, una copia dell'ultimo scritto del ricorrente, concludendo nel contempo lo scambio degli scritti, riservate eventuali ulteriori misure istruttorie o memorie delle parti.
Q.
Il 19 marzo 2021, questo Tribunale ha inviato al ricorrente, per conoscenza, una copia del rapporto JAN, con annerita l'abbreviazione del nome del suo redattore, concedendogli la facoltà di esprimersi in proposito entro il 24 marzo, termine poi prorogato fino al 20 aprile successivo ad istanza di parte.
R.
Il 19 aprile 2021, il ricorrente ha preso posizione sul rapporto JAN. Da un lato, egli rileva sostanzialmente che esso non contiene "alcun elemento che possa averne giustificato la censura", trattandosi di un "riassunto di informazioni di dominio pubblico reperite su internet", da cui la necessità di annullare la decisione impugnata. Dall'altro lato, rinviando al ricorso, egli ribadisce di non avere mai appartenuto né al gruppo "Jabhat Al-Nusra" né "a nessun'altra organizzazione terroristica", concludendo che la revoca della sua cittadinanza svizzera "è priva di qualsiasi fondamento".
Diritto:
1.
1.1 Secondo l'art. 31

SR 173.32 Legge del 17 giugno 2005 sul Tribunale amministrativo federale (LTAF) LTAF Art. 31 Principio - Il Tribunale amministrativo federale giudica i ricorsi contro le decisioni ai sensi dell'articolo 5 della legge federale del 20 dicembre 196819 sulla procedura amministrativa (PA). |

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 5 - 1 Sono decisioni i provvedimenti delle autorità nel singolo caso, fondati sul diritto pubblico federale e concernenti: |
|
1 | Sono decisioni i provvedimenti delle autorità nel singolo caso, fondati sul diritto pubblico federale e concernenti: |
a | la costituzione, la modificazione o l'annullamento di diritti o di obblighi; |
b | l'accertamento dell'esistenza, dell'inesistenza o dell'estensione di diritti o di obblighi; |
c | il rigetto o la dichiarazione d'inammissibilità d'istanze dirette alla costituzione, alla modificazione, all'annullamento o all'accertamento di diritti o di obblighi. |
2 | Sono decisioni anche quelle in materia d'esecuzione (art. 41 cpv. 1 lett. a e b), le decisioni incidentali (art. 45 e 46), le decisioni su opposizione (art. 30 cpv. 2 lett. b e 74), le decisioni su ricorso (art. 61), le decisioni in sede di revisione (art. 68) e l'interpretazione (art. 69).24 |
3 | Le dichiarazioni di un'autorità che rifiuta o solleva pretese da far valere mediante azione non sono considerate decisioni. |

SR 173.32 Legge del 17 giugno 2005 sul Tribunale amministrativo federale (LTAF) LTAF Art. 33 Autorità inferiori - Il ricorso è ammissibile contro le decisioni: |
|
a | del Consiglio federale e degli organi dell'Assemblea federale in materia di rapporti di lavoro del personale federale, compreso il rifiuto dell'autorizzazione a procedere penalmente; |
b | del Consiglio federale concernenti: |
b1 | la destituzione di un membro del Consiglio della banca o della direzione generale o di un loro supplente secondo la legge del 3 ottobre 200325 sulla Banca nazionale, |
b10 | la revoca di un membro del consiglio d'amministrazione del Servizio svizzero di assegnazione delle tracce o l'approvazione della risoluzione del rapporto di lavoro del direttore da parte del consiglio d'amministrazione secondo la legge federale del 20 dicembre 195743 sulle ferrovie; |
b2 | la revoca di un membro del consiglio di amministrazione dell'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari o l'approvazione dello scioglimento del rapporto di lavoro del direttore da parte del consiglio di amministrazione secondo la legge del 22 giugno 200726 sulla vigilanza dei mercati finanziari, |
b3 | il blocco di valori patrimoniali secondo la legge del 18 dicembre 201528 sui valori patrimoniali di provenienza illecita, |
b4 | il divieto di determinate attività secondo la LAIn30, |
b4bis | il divieto di organizzazioni secondo la LAIn, |
b5 | la revoca di un membro del Consiglio d'istituto dell'Istituto federale di metrologia secondo la legge federale del 17 giugno 201133 sull'Istituto federale di metrologia, |
b6 | la revoca di un membro del consiglio di amministrazione dell'Autorità federale di sorveglianza dei revisori o l'approvazione dello scioglimento del rapporto di lavoro del direttore da parte del consiglio di amministrazione secondo la legge del 16 dicembre 200535 sui revisori, |
b7 | la revoca di un membro del Consiglio dell'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici secondo la legge del 15 dicembre 200037 sugli agenti terapeutici, |
b8 | la revoca di un membro del consiglio di amministrazione dell'istituto secondo la legge del 16 giugno 201739 sui fondi di compensazione, |
b9 | la revoca di un membro del consiglio d'Istituto dell'Istituto svizzero di diritto comparato secondo la legge federale del 28 settembre 201841 sull'Istituto svizzero di diritto comparato, |
c | del Tribunale penale federale in materia di rapporti di lavoro dei suoi giudici e del suo personale; |
cbis | del Tribunale federale dei brevetti in materia di rapporti di lavoro dei suoi giudici e del suo personale; |
cquater | del procuratore generale della Confederazione in materia di rapporti di lavoro dei procuratori pubblici federali da lui nominati e del personale del Ministero pubblico della Confederazione; |
cquinquies | dell'autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione in materia di rapporti di lavoro del personale della sua segreteria; |
cter | dell'autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione in materia di rapporti di lavoro dei membri del Ministero pubblico della Confederazione eletti dall'Assemblea federale plenaria; |
d | della Cancelleria federale, dei dipartimenti e dei servizi dell'Amministrazione federale loro subordinati o aggregati amministrativamente; |
e | degli stabilimenti e delle aziende della Confederazione; |
f | delle commissioni federali; |
g | dei tribunali arbitrali costituiti in virtù di contratti di diritto pubblico sottoscritti dalla Confederazione, dai suoi stabilimenti o dalle sue aziende; |
h | delle autorità o organizzazioni indipendenti dall'Amministrazione federale che decidono nell'adempimento di compiti di diritto pubblico loro affidati dalla Confederazione; |
i | delle autorità cantonali, in quanto una legge federale preveda che le loro decisioni sono impugnabili mediante ricorso dinanzi al Tribunale amministrativo federale. |

SR 173.32 Legge del 17 giugno 2005 sul Tribunale amministrativo federale (LTAF) LTAF Art. 32 Eccezioni - 1 Il ricorso è inammissibile contro: |
|
1 | Il ricorso è inammissibile contro: |
a | le decisioni in materia di sicurezza interna o esterna del Paese, neutralità, protezione diplomatica e altri affari esteri, in quanto il diritto internazionale pubblico non conferisca un diritto al giudizio da parte di un tribunale; |
b | le decisioni in materia di diritto di voto dei cittadini nonché di elezioni e votazioni popolari; |
c | le decisioni in materia di salario al merito del personale federale, in quanto non concernano la parità dei sessi; |
d | ... |
e | le decisioni nel settore dell'energia nucleare concernenti: |
e1 | le autorizzazioni di massima per impianti nucleari, |
e2 | l'approvazione del programma di smaltimento, |
e3 | la chiusura di depositi geologici in profondità, |
e4 | la prova dello smaltimento; |
f | le decisioni in materia di rilascio o estensione di concessioni di infrastrutture ferroviarie; |
g | le decisioni dell'autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva; |
h | le decisioni in materia di rilascio di concessioni per case da gioco; |
i | le decisioni in materia di rilascio, modifica o rinnovo della concessione della Società svizzera di radiotelevisione (SSR); |
j | le decisioni in materia di diritto ai sussidi di una scuola universitaria o di un altro istituto accademico. |
2 | Il ricorso è inoltre inammissibile contro: |
a | le decisioni che, in virtù di un'altra legge federale, possono essere impugnate mediante opposizione o ricorso dinanzi a un'autorità ai sensi dell'articolo 33 lettere c-f; |
b | le decisioni che, in virtù di un'altra legge federale, possono essere impugnate mediante ricorso dinanzi a un'autorità cantonale. |

SR 173.32 Legge del 17 giugno 2005 sul Tribunale amministrativo federale (LTAF) LTAF Art. 37 Principio - La procedura dinanzi al Tribunale amministrativo federale è retta dalla PA56, in quanto la presente legge non disponga altrimenti. |
La SEM fa parte delle dette autorità (art. 33 lett. d

SR 173.32 Legge del 17 giugno 2005 sul Tribunale amministrativo federale (LTAF) LTAF Art. 33 Autorità inferiori - Il ricorso è ammissibile contro le decisioni: |
|
a | del Consiglio federale e degli organi dell'Assemblea federale in materia di rapporti di lavoro del personale federale, compreso il rifiuto dell'autorizzazione a procedere penalmente; |
b | del Consiglio federale concernenti: |
b1 | la destituzione di un membro del Consiglio della banca o della direzione generale o di un loro supplente secondo la legge del 3 ottobre 200325 sulla Banca nazionale, |
b10 | la revoca di un membro del consiglio d'amministrazione del Servizio svizzero di assegnazione delle tracce o l'approvazione della risoluzione del rapporto di lavoro del direttore da parte del consiglio d'amministrazione secondo la legge federale del 20 dicembre 195743 sulle ferrovie; |
b2 | la revoca di un membro del consiglio di amministrazione dell'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari o l'approvazione dello scioglimento del rapporto di lavoro del direttore da parte del consiglio di amministrazione secondo la legge del 22 giugno 200726 sulla vigilanza dei mercati finanziari, |
b3 | il blocco di valori patrimoniali secondo la legge del 18 dicembre 201528 sui valori patrimoniali di provenienza illecita, |
b4 | il divieto di determinate attività secondo la LAIn30, |
b4bis | il divieto di organizzazioni secondo la LAIn, |
b5 | la revoca di un membro del Consiglio d'istituto dell'Istituto federale di metrologia secondo la legge federale del 17 giugno 201133 sull'Istituto federale di metrologia, |
b6 | la revoca di un membro del consiglio di amministrazione dell'Autorità federale di sorveglianza dei revisori o l'approvazione dello scioglimento del rapporto di lavoro del direttore da parte del consiglio di amministrazione secondo la legge del 16 dicembre 200535 sui revisori, |
b7 | la revoca di un membro del Consiglio dell'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici secondo la legge del 15 dicembre 200037 sugli agenti terapeutici, |
b8 | la revoca di un membro del consiglio di amministrazione dell'istituto secondo la legge del 16 giugno 201739 sui fondi di compensazione, |
b9 | la revoca di un membro del consiglio d'Istituto dell'Istituto svizzero di diritto comparato secondo la legge federale del 28 settembre 201841 sull'Istituto svizzero di diritto comparato, |
c | del Tribunale penale federale in materia di rapporti di lavoro dei suoi giudici e del suo personale; |
cbis | del Tribunale federale dei brevetti in materia di rapporti di lavoro dei suoi giudici e del suo personale; |
cquater | del procuratore generale della Confederazione in materia di rapporti di lavoro dei procuratori pubblici federali da lui nominati e del personale del Ministero pubblico della Confederazione; |
cquinquies | dell'autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione in materia di rapporti di lavoro del personale della sua segreteria; |
cter | dell'autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione in materia di rapporti di lavoro dei membri del Ministero pubblico della Confederazione eletti dall'Assemblea federale plenaria; |
d | della Cancelleria federale, dei dipartimenti e dei servizi dell'Amministrazione federale loro subordinati o aggregati amministrativamente; |
e | degli stabilimenti e delle aziende della Confederazione; |
f | delle commissioni federali; |
g | dei tribunali arbitrali costituiti in virtù di contratti di diritto pubblico sottoscritti dalla Confederazione, dai suoi stabilimenti o dalle sue aziende; |
h | delle autorità o organizzazioni indipendenti dall'Amministrazione federale che decidono nell'adempimento di compiti di diritto pubblico loro affidati dalla Confederazione; |
i | delle autorità cantonali, in quanto una legge federale preveda che le loro decisioni sono impugnabili mediante ricorso dinanzi al Tribunale amministrativo federale. |

SR 173.32 Legge del 17 giugno 2005 sul Tribunale amministrativo federale (LTAF) LTAF Art. 32 Eccezioni - 1 Il ricorso è inammissibile contro: |
|
1 | Il ricorso è inammissibile contro: |
a | le decisioni in materia di sicurezza interna o esterna del Paese, neutralità, protezione diplomatica e altri affari esteri, in quanto il diritto internazionale pubblico non conferisca un diritto al giudizio da parte di un tribunale; |
b | le decisioni in materia di diritto di voto dei cittadini nonché di elezioni e votazioni popolari; |
c | le decisioni in materia di salario al merito del personale federale, in quanto non concernano la parità dei sessi; |
d | ... |
e | le decisioni nel settore dell'energia nucleare concernenti: |
e1 | le autorizzazioni di massima per impianti nucleari, |
e2 | l'approvazione del programma di smaltimento, |
e3 | la chiusura di depositi geologici in profondità, |
e4 | la prova dello smaltimento; |
f | le decisioni in materia di rilascio o estensione di concessioni di infrastrutture ferroviarie; |
g | le decisioni dell'autorità indipendente di ricorso in materia radiotelevisiva; |
h | le decisioni in materia di rilascio di concessioni per case da gioco; |
i | le decisioni in materia di rilascio, modifica o rinnovo della concessione della Società svizzera di radiotelevisione (SSR); |
j | le decisioni in materia di diritto ai sussidi di una scuola universitaria o di un altro istituto accademico. |
2 | Il ricorso è inoltre inammissibile contro: |
a | le decisioni che, in virtù di un'altra legge federale, possono essere impugnate mediante opposizione o ricorso dinanzi a un'autorità ai sensi dell'articolo 33 lettere c-f; |
b | le decisioni che, in virtù di un'altra legge federale, possono essere impugnate mediante ricorso dinanzi a un'autorità cantonale. |

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 5 - 1 Sono decisioni i provvedimenti delle autorità nel singolo caso, fondati sul diritto pubblico federale e concernenti: |
|
1 | Sono decisioni i provvedimenti delle autorità nel singolo caso, fondati sul diritto pubblico federale e concernenti: |
a | la costituzione, la modificazione o l'annullamento di diritti o di obblighi; |
b | l'accertamento dell'esistenza, dell'inesistenza o dell'estensione di diritti o di obblighi; |
c | il rigetto o la dichiarazione d'inammissibilità d'istanze dirette alla costituzione, alla modificazione, all'annullamento o all'accertamento di diritti o di obblighi. |
2 | Sono decisioni anche quelle in materia d'esecuzione (art. 41 cpv. 1 lett. a e b), le decisioni incidentali (art. 45 e 46), le decisioni su opposizione (art. 30 cpv. 2 lett. b e 74), le decisioni su ricorso (art. 61), le decisioni in sede di revisione (art. 68) e l'interpretazione (art. 69).24 |
3 | Le dichiarazioni di un'autorità che rifiuta o solleva pretese da far valere mediante azione non sono considerate decisioni. |

SR 173.110 Legge del 17 giugno 2005 sul Tribunale federale (LTF) - Organizzazione giudiziaria LTF Art. 83 Eccezioni - Il ricorso è inammissibile contro: |
|
a | le decisioni in materia di sicurezza interna o esterna del Paese, neutralità, protezione diplomatica e altri affari esteri, in quanto il diritto internazionale non conferisca un diritto al giudizio da parte di un tribunale; |
b | le decisioni in materia di naturalizzazione ordinaria; |
c | le decisioni in materia di diritto degli stranieri concernenti: |
c1 | l'entrata in Svizzera, |
c2 | i permessi o autorizzazioni al cui ottenimento né il diritto federale né il diritto internazionale conferiscono un diritto, |
c3 | l'ammissione provvisoria, |
c4 | l'espulsione fondata sull'articolo 121 capoverso 2 della Costituzione federale e l'allontanamento, |
c5 | le deroghe alle condizioni d'ammissione, |
c6 | la proroga del permesso per frontalieri, il cambiamento di Cantone, il cambiamento d'impiego del titolare di un permesso per frontalieri, nonché il rilascio di documenti di viaggio a stranieri privi di documenti; |
d | le decisioni in materia d'asilo pronunciate: |
d1 | dal Tribunale amministrativo federale, salvo quelle che concernono persone contro le quali è pendente una domanda d'estradizione presentata dallo Stato che hanno abbandonato in cerca di protezione, |
d2 | da un'autorità cantonale inferiore e concernenti un permesso o un'autorizzazione al cui ottenimento né il diritto federale né il diritto internazionale conferiscono un diritto; |
e | le decisioni concernenti il rifiuto dell'autorizzazione a procedere penalmente contro membri di autorità o contro agenti della Confederazione; |
f | le decisioni in materia di appalti pubblici se: |
fbis | le decisioni del Tribunale amministrativo federale concernenti decisioni secondo l'articolo 32i della legge del 20 marzo 200964 sul trasporto di viaggiatori; |
f1 | non si pone alcuna questione di diritto d'importanza fondamentale; sono fatti salvi i ricorsi contro gli appalti del Tribunale amministrativo federale, del Tribunale penale federale, del Tribunale federale dei brevetti, del Ministero pubblico della Confederazione e delle autorità giudiziarie cantonali superiori, o |
f2 | il valore stimato della commessa non raggiunge il valore soglia determinante secondo l'articolo 52 capoverso 1 in combinato disposto con l'allegato 4 numero 2 della legge federale del 21 giugno 201962 sugli appalti pubblici; |
g | le decisioni in materia di rapporti di lavoro di diritto pubblico, in quanto concernano una controversia non patrimoniale, ma non la parità dei sessi; |
h | le decisioni concernenti l'assistenza amministrativa internazionale, eccettuata l'assistenza amministrativa in materia fiscale; |
i | le decisioni in materia di servizio militare, civile o di protezione civile; |
j | le decisioni in materia di approvvigionamento economico del Paese adottate in situazioni di grave penuria; |
k | le decisioni concernenti i sussidi al cui ottenimento la legislazione non conferisce un diritto; |
l | le decisioni concernenti l'imposizione di dazi operata in base alla classificazione tariffaria o al peso delle merci; |
m | le decisioni concernenti il condono o la dilazione del pagamento di tributi; in deroga alla presente disposizione, il ricorso è ammissibile contro le decisioni concernenti il condono dell'imposta federale diretta o dell'imposta cantonale o comunale sul reddito e sull'utile se concerne una questione di diritto di importanza fondamentale o se si tratta per altri motivi di un caso particolarmente importante; |
n | le decisioni in materia di energia nucleare concernenti: |
n1 | l'esigenza di un nulla osta o la modifica di un'autorizzazione o di una decisione, |
n2 | l'approvazione di un piano d'accantonamenti per le spese di smaltimento antecedenti lo spegnimento di un impianto nucleare, |
n3 | i nulla osta; |
o | le decisioni in materia di circolazione stradale concernenti l'omologazione del tipo di veicoli; |
p | le decisioni del Tribunale amministrativo federale in materia di traffico delle telecomunicazioni, radiotelevisione e poste concernenti:69 |
p1 | concessioni oggetto di una pubblica gara, |
p2 | controversie secondo l'articolo 11a della legge del 30 aprile 199770 sulle telecomunicazioni; |
p3 | controversie secondo l'articolo 8 della legge del 17 dicembre 201072 sulle poste; |
q | le decisioni in materia di medicina dei trapianti concernenti: |
q1 | l'iscrizione nella lista d'attesa, |
q2 | l'attribuzione di organi; |
r | le decisioni in materia di assicurazione malattie pronunciate dal Tribunale amministrativo federale in virtù dell'articolo 3473 della legge del 17 giugno 200574 sul Tribunale amministrativo federale (LTAF); |
s | le decisioni in materia di agricoltura concernenti: |
s1 | ... |
s2 | la delimitazione delle zone nell'ambito del catasto della produzione; |
t | le decisioni concernenti l'esito di esami e di altre valutazioni della capacità, segnatamente nei settori della scuola, della formazione continua e dell'esercizio della professione; |
u | le decisioni in materia di offerte pubbliche di acquisto (art. 125-141 della L del 19 giu. 201578 sull'infrastruttura finanziaria); |
v | le decisioni del Tribunale amministrativo federale concernenti divergenze d'opinione tra autorità in materia di assistenza amministrativa o giudiziaria a livello nazionale; |
w | le decisioni in materia di diritto dell'elettricità concernenti l'approvazione dei piani di impianti elettrici a corrente forte e di impianti elettrici a corrente debole e l'espropriazione dei diritti necessari per la costruzione o l'esercizio di siffatti impianti, se non si pone alcuna questione di diritto d'importanza fondamentale; |
x | le decisioni concernenti la concessione di contributi di solidarietà ai sensi della legge federale del 30 settembre 201682 sulle misure coercitive a scopo assistenziale e i collocamenti extrafamiliari prima del 1981, tranne se si pone una questione di diritto di importanza fondamentale o si tratta di un caso particolarmente importante per altri motivi; |
y | le decisioni pronunciate dal Tribunale amministrativo federale nelle procedure amichevoli per evitare un'imposizione non conforme alla convenzione internazionale applicabile in ambito fiscale; |
z | le decisioni concernenti le autorizzazioni edilizie di impianti eolici d'interesse nazionale secondo l'articolo 71c capoverso 1 lettera b della legge federale del 30 settembre 201685 sull'energia e le autorizzazioni di competenza cantonale a esse necessariamente connesse, se non si pone alcuna questione di diritto d'importanza fondamentale. |
1.2 Ha diritto di ricorrere chi ha partecipato al procedimento dinanzi all'autorità inferiore, è particolarmente toccato dalla decisione impugnata e ha un interesse degno di protezione all'annullamento o alla modificazione della stessa (art. 48 cpv. 1

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 48 - 1 Ha diritto di ricorrere chi: |
|
1 | Ha diritto di ricorrere chi: |
a | ha partecipato al procedimento dinanzi all'autorità inferiore o è stato privato della possibilità di farlo; |
b | è particolarmente toccato dalla decisione impugnata; e |
c | ha un interesse degno di protezione all'annullamento o alla modificazione della stessa. |
2 | Ha inoltre diritto di ricorrere ogni persona, organizzazione o autorità cui un'altra legge federale riconosce tale diritto. |

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 50 - 1 Il ricorso dev'essere depositato entro 30 giorni dalla notificazione della decisione. |
|
1 | Il ricorso dev'essere depositato entro 30 giorni dalla notificazione della decisione. |
2 | Il ricorso per denegata o ritardata giustizia può essere interposto in ogni tempo. |

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 52 - 1 L'atto di ricorso deve contenere le conclusioni, i motivi, l'indicazione dei mezzi di prova e la firma del ricorrente o del suo rappresentante; devono essere allegati la decisione impugnata e i documenti indicati come mezzi di prova, se sono in possesso del ricorrente. |
|
1 | L'atto di ricorso deve contenere le conclusioni, i motivi, l'indicazione dei mezzi di prova e la firma del ricorrente o del suo rappresentante; devono essere allegati la decisione impugnata e i documenti indicati come mezzi di prova, se sono in possesso del ricorrente. |
2 | Se il ricorso non soddisfa a questi requisiti o se le conclusioni o i motivi del ricorrente non sono sufficientemente chiari, e il ricorso non sembra manifestamente inammissibile, l'autorità di ricorso assegna al ricorrente un breve termine suppletorio per rimediarvi. |
3 | Essa gli assegna questo termine con la comminatoria che, decorrendo infruttuoso, deciderà secondo l'inserto o, qualora manchino le conclusioni, i motivi oppure la firma, non entrerà nel merito del ricorso. |

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 63 - 1 L'autorità di ricorso mette nel dispositivo le spese processuali, consistenti in una tassa di decisione nelle tasse di cancelleria e negli sborsi, di regola a carico della parte soccombente. Se questa soccombe solo parzialmente, le spese processuali sono ridotte. Per eccezione, si possono condonare le spese processuali. |
|
1 | L'autorità di ricorso mette nel dispositivo le spese processuali, consistenti in una tassa di decisione nelle tasse di cancelleria e negli sborsi, di regola a carico della parte soccombente. Se questa soccombe solo parzialmente, le spese processuali sono ridotte. Per eccezione, si possono condonare le spese processuali. |
2 | Nessuna spesa processuale è messa a carico dell'autorità inferiore ne delle autorità federali, che promuovano il ricorso e soccombano; se l'autorità ricorrente, che soccombe, non è un'autorità federale, le spese processuali le sono addossate in quanto la causa concerna interessi pecuniari di enti o d'istituti autonomi. |
3 | Alla parte vincente possono essere addossate solo le spese processuali che abbia cagionato violando le regole di procedura. |
4 | L'autorità di ricorso, il suo presidente o il giudice dell'istruzione esige dal ricorrente un anticipo equivalente alle presunte spese processuali. Stabilisce un congruo termine per il pagamento con la comminatoria che altrimenti non entrerà nel merito. Se sussistono motivi particolari, può rinunciare interamente o in parte a esigere l'anticipo.100 |
4bis | La tassa di decisione è stabilita in funzione dell'ampiezza e della difficoltà della causa, del modo di condotta processuale e della situazione finanziaria delle parti. Il suo importo oscilla: |
a | da 100 a 5000 franchi nelle controversie senza interesse pecuniario; |
b | da 100 a 50 000 franchi nelle altre controversie.101 |
5 | Il Consiglio federale disciplina i dettagli relativi alla determinazione delle tasse.102 Sono fatti salvi l'articolo 16 capoverso 1 lettera a della legge del 17 giugno 2005103 sul Tribunale amministrativo federale e l'articolo 73 della legge del 19 marzo 2010104 sull'organizzazione delle autorità penali.105 |
In concreto, il ricorrente, destinatario della decisione impugnata, ha adito questo Tribunale tempestivamente e nel rispetto dei requisiti previsti dalla legge, versando inoltre l'anticipo di fr. 1'500.-, relativo alle presunte spese processuali, nel termine impartitogli. Ne discende che il ricorso è ammissibile e nulla osta quindi all'esame del merito del litigio.
2.
2.1 Con il deposito del ricorso, la trattazione della causa, oggetto della decisone impugnata, passa a questo Tribunale (effetto devolutivo), che ha un pieno potere d'esame riguardo all'applicazione del diritto, compreso l'eccesso o l'abuso del potere di apprezzamento, all'accertamento inesatto o incompleto dei fatti giuridicamente rilevanti, come pure, in linea di principio, all'inadeguatezza (artt. 49 e 54 PA).
2.2 Questo Tribunale accerta d'ufficio i fatti, con l'ausilio, dove necessario, dei mezzi di prova previsti dalla legge, ossia documenti, informazioni delle parti, informazioni o testimonianze di terzi, sopralluoghi e perizie (art. 12

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 12 - L'autorità accerta d'ufficio i fatti e si serve, se necessario, dei seguenti mezzi di prova: |
|
a | documenti; |
b | informazioni delle parti; |
c | informazioni o testimonianze di terzi; |
d | sopralluoghi; |
e | perizie. |
2.3 Questo Tribunale è, in linea di massima, vincolato dalle conclusioni delle parti (principio dispositivo), a meno che, nell'ambito dell'oggetto del litigio, siano soddisfatte le condizioni per concedere di più ("reformatio in melius") o di meno ("reformatio in peius") rispetto a quanto richiesto (art. 62 cpv. 1 a

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 62 - 1 L'autorità di ricorso può modificare la decisione impugnata a vantaggio di una parte. |
|
1 | L'autorità di ricorso può modificare la decisione impugnata a vantaggio di una parte. |
2 | Essa può modificare a pregiudizio di una parte la decisione impugnata quando questa violi il diritto federale o poggi su un accertamento inesatto o incompleto dei fatti; per inadeguatezza, la decisione impugnata non può essere modificata a pregiudizio di una parte, a meno che la modificazione giovi ad una controparte. |
3 | L'autorità di ricorso che intenda modificare la decisione impugnata a pregiudizio di una parte deve informarla della sua intenzione e darle la possibilità di esprimersi. |
4 | L'autorità di ricorso non è vincolata in nessun caso dai motivi del ricorso. |

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 62 - 1 L'autorità di ricorso può modificare la decisione impugnata a vantaggio di una parte. |
|
1 | L'autorità di ricorso può modificare la decisione impugnata a vantaggio di una parte. |
2 | Essa può modificare a pregiudizio di una parte la decisione impugnata quando questa violi il diritto federale o poggi su un accertamento inesatto o incompleto dei fatti; per inadeguatezza, la decisione impugnata non può essere modificata a pregiudizio di una parte, a meno che la modificazione giovi ad una controparte. |
3 | L'autorità di ricorso che intenda modificare la decisione impugnata a pregiudizio di una parte deve informarla della sua intenzione e darle la possibilità di esprimersi. |
4 | L'autorità di ricorso non è vincolata in nessun caso dai motivi del ricorso. |

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 62 - 1 L'autorità di ricorso può modificare la decisione impugnata a vantaggio di una parte. |
|
1 | L'autorità di ricorso può modificare la decisione impugnata a vantaggio di una parte. |
2 | Essa può modificare a pregiudizio di una parte la decisione impugnata quando questa violi il diritto federale o poggi su un accertamento inesatto o incompleto dei fatti; per inadeguatezza, la decisione impugnata non può essere modificata a pregiudizio di una parte, a meno che la modificazione giovi ad una controparte. |
3 | L'autorità di ricorso che intenda modificare la decisione impugnata a pregiudizio di una parte deve informarla della sua intenzione e darle la possibilità di esprimersi. |
4 | L'autorità di ricorso non è vincolata in nessun caso dai motivi del ricorso. |
3.
Il presente litigio verte sulla revoca (in tedesco: "Entzug"; in francese: "retrait") della cittadinanza svizzera del ricorrente, decisa l'11 settembre 2019 dalla SEM.
4.
Si pone innanzitutto la questione del diritto applicabile ratione temporis alla revoca della cittadinanza svizzera del ricorrente.
4.1 Da un lato, va considerata la vecchia legge federale sull'acquisto e la perdita della cittadinanza svizzera del 29 settembre 1952 (vLCit), che è rimasta in vigore dal 1° gennaio 1953 al 31 dicembre 2017 (RU 1952 1119).
L'art. 48 vLCit (revoca) sanciva che "l'Ufficio federale può, con il consenso dell'autorità del Cantone d'origine, revocare la cittadinanza svizzera, la cittadinanza cantonale e l'attinenza comunale a una persona che possiede anche la cittadinanza di un altro Stato, se la sua condotta è di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera".
L'art. 57 vLCit (irretroattività) prevedeva che: "l'acquisto e la perdita della cittadinanza svizzera sono retti dal diritto vigente nel momento in cui è avvenuto il fatto determinante". Secondo la giurisprudenza, tale è lo stato di fatto che deve essere valutato giuridicamente e che, se del caso, produce la conseguenza giuridica consistente nella revoca della cittadinanza svizzera (cfr., a titolo esemplificativo, DTF 130 V 156 consid. 5.2).
Si noti che il Consiglio federale, nonostante l'art. 54 cpv. 1 vLCit (esecuzione), non ha mai concretizzato la vLCit con un'apposita ordinanza, se si eccettua l'ordinanza del 23 novembre 2005 sulle tasse riscosse in applicazione della legge sulla cittadinanza (RU 2005 5239), in vigore fino al 31 dicembre 2017.
4.2 Dall'altro lato, vi è la nuova legge federale sulla cittadinanza svizzera del 20 giugno 2014 (LCit, RS 141.0), entrata in vigore il 1° gennaio 2018, abrogando la vLCit (art. 49

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 49 Abrogazione e modifica di altri atti normativi - L'abrogazione e la modifica di altri atti normativi sono disciplinate nell'allegato. |
L'art. 42

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 42 - La SEM può, con il consenso dell'autorità del Cantone d'origine, revocare la cittadinanza svizzera, la cittadinanza cantonale e l'attinenza comunale a una persona che possiede anche la cittadinanza di un altro Stato, se la sua condotta è di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera. |
L'art. 57 cpv. 1

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 42 - La SEM può, con il consenso dell'autorità del Cantone d'origine, revocare la cittadinanza svizzera, la cittadinanza cantonale e l'attinenza comunale a una persona che possiede anche la cittadinanza di un altro Stato, se la sua condotta è di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera. |
Si osservi che il Consiglio federale, in conformità all'art. 48

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 48 Esecuzione - Il Consiglio federale è incaricato d'eseguire la presente legge. |
4.3 Nella sua decisione la SEM giunge alla conclusione che si debba applicare la LCit. In un primo tempo, la SEM riconosce, da un lato, che l'intera fattispecie si è svolta quando era in vigore la vLCit, e constata, dall'altro lato, che la procedura relativa alla revoca della cittadinanza svizzera è stata formalmente introdotta il 15 febbraio 2019, con la notifica al ricorrente dell'apertura della procedura di revoca, cosicché "i fatti, considerati nel loro insieme, non sono avvenuti solo sotto il diritto previgente" (decisione impugnata, pagg. 2 e 3). In un secondo frangente, la SEM afferma che l'art. 30

SR 141.01 Ordinanza del 17 giugno 2016 sulla cittadinanza svizzera (Ordinanza sulla cittadinanza, OCit) - Ordinanza sulla cittadinanza OCit Art. 30 Revoca della cittadinanza - (art. 42 LCit) |
|
1 | Arreca grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera chi: |
a | commette un crimine o un delitto secondo gli articoli 266, 266bis, 272-274, 275, 275bis e 275ter del Codice penale (CP)11; |
b | commette un grave crimine nel quadro di attività terroristiche, di estremismo violento o di criminalità organizzata; |
c | commette un genocidio (art. 264 CP), un crimine contro l'umanità (art. 264a CP), una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 (art. 264c CP) o un altro crimine di guerra (art. 264d-264h CP); |
d | oltraggia un altro Stato compromettendo in tal modo durevolmente i buoni rapporti della Svizzera con tale Stato (art. 296 CP). |
2 | La revoca presuppone una condanna passata in giudicato. Sono eccettuati i casi in cui un procedimento penale sarebbe impossibile poiché lo Stato in cui sono stati commessi i reati non ha la volontà o la capacità di portare a termine un procedimento penale o ossequiare una domanda estera di assistenza giudiziaria segnatamente in quanto il sistema giudiziario indipendente nel suo insieme o parte rilevante di esso è incapace di funzionare. |

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 42 - La SEM può, con il consenso dell'autorità del Cantone d'origine, revocare la cittadinanza svizzera, la cittadinanza cantonale e l'attinenza comunale a una persona che possiede anche la cittadinanza di un altro Stato, se la sua condotta è di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera. |
4.4 Ora, è assodato che tutti i fatti del caso, accertati dal MPC e sanzionati dal TFP, si sono svolti dal ... 2014 al ... 2017 (cfr. consid. C), ossia nel tempo in cui vigeva la vLCit. E il fatto "determinante"(cfr. artt. 57 vLCit e 57 cpv. 1 LCit), che ha condotto la SEM a revocare al ricorrente la sua cittadinanza svizzera, è la condanna pronunciata dal TPF contro di lui, cresciuta in giudicato incontestata il 18 agosto 2017, di cui la SEM ha avuto conoscenza il 31 agosto 2017 (cfr. consid. D). Stando così le cose, si deve concludere, a questo stadio, che è la vLCit, in virtù del principio d'irretroattività, che si applica in concreto, più precisamente la sua versione in vigore dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2017 (cfr., in questo senso, la sentenza del Tribunale federale 1C_82/2018 consid. 2).
La SEM non ha però optato per questa soluzione, avanzando i motivi esposti al consid. 4.3. Per quanto riguarda l'eventuale applicazione del diritto vigente al momento della notifica al ricorrente dell'apertura della procedura amministrativa, il 15 febbraio 2019 (cfr. consid. E), il problema neanche sorgerebbe se i fatti determinanti e la notifica fossero intervenuti quando era in vigore lo stesso diritto (vLCit o LCit), come nella sentenza TAF F-612/2016 menzionata dalla SEM. Nondimeno, a prescindere da questa constatazione, se il momento della notifica fosse veramente il momento determinante per individuare il diritto applicabile, non si capisce per quale motivo il legislatore stesso non abbia direttamente introdotto nella legge questo criterio generale, chiaro e valido indipendentemente dalle peculiarità di ogni fattispecie. A ciò bisogna aggiungere che, in concreto, la SEM è comunque venuta a conoscenza della fattispecie penale relativa al ricorrente il 31 agosto 2017, quando la vLCit era ancora in vigore. Per quanto concerne il "principio dell'applicazione del diritto più favorevole", la SEM si riferisce al fatto che, secondo l'art. 30 cpv. 2

SR 141.01 Ordinanza del 17 giugno 2016 sulla cittadinanza svizzera (Ordinanza sulla cittadinanza, OCit) - Ordinanza sulla cittadinanza OCit Art. 30 Revoca della cittadinanza - (art. 42 LCit) |
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1 | Arreca grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera chi: |
a | commette un crimine o un delitto secondo gli articoli 266, 266bis, 272-274, 275, 275bis e 275ter del Codice penale (CP)11; |
b | commette un grave crimine nel quadro di attività terroristiche, di estremismo violento o di criminalità organizzata; |
c | commette un genocidio (art. 264 CP), un crimine contro l'umanità (art. 264a CP), una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 (art. 264c CP) o un altro crimine di guerra (art. 264d-264h CP); |
d | oltraggia un altro Stato compromettendo in tal modo durevolmente i buoni rapporti della Svizzera con tale Stato (art. 296 CP). |
2 | La revoca presuppone una condanna passata in giudicato. Sono eccettuati i casi in cui un procedimento penale sarebbe impossibile poiché lo Stato in cui sono stati commessi i reati non ha la volontà o la capacità di portare a termine un procedimento penale o ossequiare una domanda estera di assistenza giudiziaria segnatamente in quanto il sistema giudiziario indipendente nel suo insieme o parte rilevante di esso è incapace di funzionare. |
Ciò detto, l'art. 30 cpv. 1

SR 141.01 Ordinanza del 17 giugno 2016 sulla cittadinanza svizzera (Ordinanza sulla cittadinanza, OCit) - Ordinanza sulla cittadinanza OCit Art. 30 Revoca della cittadinanza - (art. 42 LCit) |
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1 | Arreca grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera chi: |
a | commette un crimine o un delitto secondo gli articoli 266, 266bis, 272-274, 275, 275bis e 275ter del Codice penale (CP)11; |
b | commette un grave crimine nel quadro di attività terroristiche, di estremismo violento o di criminalità organizzata; |
c | commette un genocidio (art. 264 CP), un crimine contro l'umanità (art. 264a CP), una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 (art. 264c CP) o un altro crimine di guerra (art. 264d-264h CP); |
d | oltraggia un altro Stato compromettendo in tal modo durevolmente i buoni rapporti della Svizzera con tale Stato (art. 296 CP). |
2 | La revoca presuppone una condanna passata in giudicato. Sono eccettuati i casi in cui un procedimento penale sarebbe impossibile poiché lo Stato in cui sono stati commessi i reati non ha la volontà o la capacità di portare a termine un procedimento penale o ossequiare una domanda estera di assistenza giudiziaria segnatamente in quanto il sistema giudiziario indipendente nel suo insieme o parte rilevante di esso è incapace di funzionare. |

SR 141.01 Ordinanza del 17 giugno 2016 sulla cittadinanza svizzera (Ordinanza sulla cittadinanza, OCit) - Ordinanza sulla cittadinanza OCit Art. 30 Revoca della cittadinanza - (art. 42 LCit) |
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1 | Arreca grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera chi: |
a | commette un crimine o un delitto secondo gli articoli 266, 266bis, 272-274, 275, 275bis e 275ter del Codice penale (CP)11; |
b | commette un grave crimine nel quadro di attività terroristiche, di estremismo violento o di criminalità organizzata; |
c | commette un genocidio (art. 264 CP), un crimine contro l'umanità (art. 264a CP), una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 (art. 264c CP) o un altro crimine di guerra (art. 264d-264h CP); |
d | oltraggia un altro Stato compromettendo in tal modo durevolmente i buoni rapporti della Svizzera con tale Stato (art. 296 CP). |
2 | La revoca presuppone una condanna passata in giudicato. Sono eccettuati i casi in cui un procedimento penale sarebbe impossibile poiché lo Stato in cui sono stati commessi i reati non ha la volontà o la capacità di portare a termine un procedimento penale o ossequiare una domanda estera di assistenza giudiziaria segnatamente in quanto il sistema giudiziario indipendente nel suo insieme o parte rilevante di esso è incapace di funzionare. |
4.5 In conclusione, ritenuto che i fatti rilevanti, accertati dal MPC, sono accaduti durante il periodo protrattosi dal ... 2014 al ... 2017 (cfr. consid. C.b), e sono sfociati nella sentenza del TPF del 18 agosto 2017, cresciuta in giudicato incontestata, di cui la SEM ha saputo il 31 agosto successivo(cfr. consid. D), sentenza che deve essere identificata, propriamente, come il fatto determinante ai sensi dell'art. 57 vLCit (irretroattività), alla procedura di revoca della cittadinanza del ricorrente si applica ratione temporis la vLCit (cfr. anche, su questa tematica, la sentenza TAF F-1034/2019 del 7 dicembre 2020 consid. 3 [annullamento della naturalizzazione agevolata]).
Si aggiunga che, benché l'OCit non sia formalmente applicabile, ratione temporis, alla fattispecie, vi si riferirà comunque, in prosieguo, nella misura in cui essa precisa la nozione di "grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera", nozione che si ritrova, in modo identico, in entrambi gli artt. 48 vLCit e 42 LCit.
5.
Prima di entrare nel merito del ricorso è necessario trattare le censure formali che solleva il ricorrente (cfr. consid. I). Fondandosi sull'art. 29 cpv. 2

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 29 Garanzie procedurali generali - 1 In procedimenti dinanzi ad autorità giudiziarie o amministrative, ognuno ha diritto alla parità ed equità di trattamento, nonché ad essere giudicato entro un termine ragionevole. |
|
1 | In procedimenti dinanzi ad autorità giudiziarie o amministrative, ognuno ha diritto alla parità ed equità di trattamento, nonché ad essere giudicato entro un termine ragionevole. |
2 | Le parti hanno diritto d'essere sentite. |
3 | Chi non dispone dei mezzi necessari ha diritto alla gratuità della procedura se la sua causa non sembra priva di probabilità di successo. Ha inoltre diritto al patrocinio gratuito qualora la presenza di un legale sia necessaria per tutelare i suoi diritti. |

IR 0.101 Convenzione del 4 novembre 1950 per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) CEDU Art. 6 Diritto ad un processo equo - 1. Ogni persona ha diritto ad un'equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti a un tribunale indipendente e imparziale costituito per legge, al fine della determinazione sia dei suoi diritti e dei suoi doveri di carattere civile, sia della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l'accesso alla sala d'udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o una parte del processo nell'interesse della morale, dell'ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la tutela della vita privata delle parti nel processo, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale quando, in speciali circostanze, la pubblicità potrebbe pregiudicare gli interessi della giustizia. |
|
1 | Ogni persona ha diritto ad un'equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti a un tribunale indipendente e imparziale costituito per legge, al fine della determinazione sia dei suoi diritti e dei suoi doveri di carattere civile, sia della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l'accesso alla sala d'udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o una parte del processo nell'interesse della morale, dell'ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la tutela della vita privata delle parti nel processo, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale quando, in speciali circostanze, la pubblicità potrebbe pregiudicare gli interessi della giustizia. |
2 | Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente sino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata. |
3 | Ogni accusato ha segnatamente diritto a: |
a | essere informato, nel più breve tempo possibile, in una lingua a lui comprensibile e in un modo dettagliato, della natura e dei motivi dell'accusa elevata a suo carico; |
b | disporre del tempo e delle facilitazioni necessarie per preparare la sua difesa; |
c | difendersi da sé o avere l'assistenza di un difensore di propria scelta e, se non ha i mezzi per ricompensare un difensore, poter essere assistito gratuitamente da un avvocato d'ufficio quando lo esigano gli interessi della giustizia; |
d | interrogare o far interrogare i testimoni a carico ed ottenere la convocazione e l'interrogazione dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico; |
e | farsi assistere gratuitamente da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nell'udienza. |
5.1 A proposito dell'art. 6

IR 0.101 Convenzione del 4 novembre 1950 per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) CEDU Art. 6 Diritto ad un processo equo - 1. Ogni persona ha diritto ad un'equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti a un tribunale indipendente e imparziale costituito per legge, al fine della determinazione sia dei suoi diritti e dei suoi doveri di carattere civile, sia della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l'accesso alla sala d'udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o una parte del processo nell'interesse della morale, dell'ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la tutela della vita privata delle parti nel processo, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale quando, in speciali circostanze, la pubblicità potrebbe pregiudicare gli interessi della giustizia. |
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1 | Ogni persona ha diritto ad un'equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti a un tribunale indipendente e imparziale costituito per legge, al fine della determinazione sia dei suoi diritti e dei suoi doveri di carattere civile, sia della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l'accesso alla sala d'udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o una parte del processo nell'interesse della morale, dell'ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la tutela della vita privata delle parti nel processo, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale quando, in speciali circostanze, la pubblicità potrebbe pregiudicare gli interessi della giustizia. |
2 | Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente sino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata. |
3 | Ogni accusato ha segnatamente diritto a: |
a | essere informato, nel più breve tempo possibile, in una lingua a lui comprensibile e in un modo dettagliato, della natura e dei motivi dell'accusa elevata a suo carico; |
b | disporre del tempo e delle facilitazioni necessarie per preparare la sua difesa; |
c | difendersi da sé o avere l'assistenza di un difensore di propria scelta e, se non ha i mezzi per ricompensare un difensore, poter essere assistito gratuitamente da un avvocato d'ufficio quando lo esigano gli interessi della giustizia; |
d | interrogare o far interrogare i testimoni a carico ed ottenere la convocazione e l'interrogazione dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico; |
e | farsi assistere gratuitamente da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nell'udienza. |

IR 0.101 Convenzione del 4 novembre 1950 per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) CEDU Art. 6 Diritto ad un processo equo - 1. Ogni persona ha diritto ad un'equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti a un tribunale indipendente e imparziale costituito per legge, al fine della determinazione sia dei suoi diritti e dei suoi doveri di carattere civile, sia della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l'accesso alla sala d'udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o una parte del processo nell'interesse della morale, dell'ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la tutela della vita privata delle parti nel processo, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale quando, in speciali circostanze, la pubblicità potrebbe pregiudicare gli interessi della giustizia. |
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1 | Ogni persona ha diritto ad un'equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti a un tribunale indipendente e imparziale costituito per legge, al fine della determinazione sia dei suoi diritti e dei suoi doveri di carattere civile, sia della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l'accesso alla sala d'udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o una parte del processo nell'interesse della morale, dell'ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la tutela della vita privata delle parti nel processo, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale quando, in speciali circostanze, la pubblicità potrebbe pregiudicare gli interessi della giustizia. |
2 | Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente sino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata. |
3 | Ogni accusato ha segnatamente diritto a: |
a | essere informato, nel più breve tempo possibile, in una lingua a lui comprensibile e in un modo dettagliato, della natura e dei motivi dell'accusa elevata a suo carico; |
b | disporre del tempo e delle facilitazioni necessarie per preparare la sua difesa; |
c | difendersi da sé o avere l'assistenza di un difensore di propria scelta e, se non ha i mezzi per ricompensare un difensore, poter essere assistito gratuitamente da un avvocato d'ufficio quando lo esigano gli interessi della giustizia; |
d | interrogare o far interrogare i testimoni a carico ed ottenere la convocazione e l'interrogazione dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico; |
e | farsi assistere gratuitamente da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nell'udienza. |
Ne consegue che, siccome l'art. 6

IR 0.101 Convenzione del 4 novembre 1950 per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) CEDU Art. 6 Diritto ad un processo equo - 1. Ogni persona ha diritto ad un'equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti a un tribunale indipendente e imparziale costituito per legge, al fine della determinazione sia dei suoi diritti e dei suoi doveri di carattere civile, sia della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l'accesso alla sala d'udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o una parte del processo nell'interesse della morale, dell'ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la tutela della vita privata delle parti nel processo, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale quando, in speciali circostanze, la pubblicità potrebbe pregiudicare gli interessi della giustizia. |
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1 | Ogni persona ha diritto ad un'equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti a un tribunale indipendente e imparziale costituito per legge, al fine della determinazione sia dei suoi diritti e dei suoi doveri di carattere civile, sia della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l'accesso alla sala d'udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o una parte del processo nell'interesse della morale, dell'ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la tutela della vita privata delle parti nel processo, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale quando, in speciali circostanze, la pubblicità potrebbe pregiudicare gli interessi della giustizia. |
2 | Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente sino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata. |
3 | Ogni accusato ha segnatamente diritto a: |
a | essere informato, nel più breve tempo possibile, in una lingua a lui comprensibile e in un modo dettagliato, della natura e dei motivi dell'accusa elevata a suo carico; |
b | disporre del tempo e delle facilitazioni necessarie per preparare la sua difesa; |
c | difendersi da sé o avere l'assistenza di un difensore di propria scelta e, se non ha i mezzi per ricompensare un difensore, poter essere assistito gratuitamente da un avvocato d'ufficio quando lo esigano gli interessi della giustizia; |
d | interrogare o far interrogare i testimoni a carico ed ottenere la convocazione e l'interrogazione dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico; |
e | farsi assistere gratuitamente da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nell'udienza. |
5.2 Il diritto di essere sentiti, che fa parte delle garanzie procedurali generali previste all'art. 29

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 29 Garanzie procedurali generali - 1 In procedimenti dinanzi ad autorità giudiziarie o amministrative, ognuno ha diritto alla parità ed equità di trattamento, nonché ad essere giudicato entro un termine ragionevole. |
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1 | In procedimenti dinanzi ad autorità giudiziarie o amministrative, ognuno ha diritto alla parità ed equità di trattamento, nonché ad essere giudicato entro un termine ragionevole. |
2 | Le parti hanno diritto d'essere sentite. |
3 | Chi non dispone dei mezzi necessari ha diritto alla gratuità della procedura se la sua causa non sembra priva di probabilità di successo. Ha inoltre diritto al patrocinio gratuito qualora la presenza di un legale sia necessaria per tutelare i suoi diritti. |

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 29 Garanzie procedurali generali - 1 In procedimenti dinanzi ad autorità giudiziarie o amministrative, ognuno ha diritto alla parità ed equità di trattamento, nonché ad essere giudicato entro un termine ragionevole. |
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1 | In procedimenti dinanzi ad autorità giudiziarie o amministrative, ognuno ha diritto alla parità ed equità di trattamento, nonché ad essere giudicato entro un termine ragionevole. |
2 | Le parti hanno diritto d'essere sentite. |
3 | Chi non dispone dei mezzi necessari ha diritto alla gratuità della procedura se la sua causa non sembra priva di probabilità di successo. Ha inoltre diritto al patrocinio gratuito qualora la presenza di un legale sia necessaria per tutelare i suoi diritti. |
In merito a quest'ultima esigenza, la giurisprudenza ha dedotto dal diritto di essere sentiti l'obbligo per l'autorità di motivare la sua decisione, così da permettere ai destinatari, e a tutte le persone interessate, di comprenderla, eventualmente di impugnarla, in modo da rendere possibile all'autorità di ricorso, se adita, di esercitare convenientemente il suo controllo (cfr. DTF 139 V 496 consid. 5.1, 139 IV 179 consid. 2.2 e 138 I 232 consid. 5.1). Si è in presenza di una violazione del diritto di essere sentiti se l'autorità non soddisfa al suo obbligo di esaminare e di trattare i problemi rilevanti. Per adempiere a queste esigenze è sufficiente che l'autorità menzioni, almeno brevemente, i motivi sui quali ha fondato la sua decisione, in modo da permettere all'interessato di apprezzare la portata di quest'ultima e di impugnarla in piena conoscenza di causa. In questo senso l'autorità non è tenuta a discutere esplicitamente ogni fatto ed ogni argomento giuridico sollevato, ma può limitarsi agli aspetti essenziali per la decisione (cfr. DTF 141 II 28 consid. 3.2.4 e 126 I 97 consid. 2b).
È ancora importante evidenziare che, se è possibile porre rimedio, eccezionalmente, ad una violazione del diritto di essere sentiti, una violazione grave, anche tenendo conto delle esigenze di economia processuale, non può essere sanata (cfr. DTF 138 III 225 consid. 3.3 e 137 I 195 consid. 2.2 e 2.3.2; DTAF 2013/46 consid. 6.3.7, 2012/24 consid. 3.4 con i riferimenti).
5.2.1 In concreto, rispetto alla motivazione della decisione impugnata, il ricorrente rimprovera alla SEM, apparentemente nell'ottica di un'eventuale disparità di trattamento, di non avere spiegato perché mai la cittadinanza svizzera non sia stata revocata, a differenza del suo caso, alle persone menzionate nelle osservazioni che egli ha formulato in sede di audizione preliminare (cfr. consid. F).
Ora, il fatto che la SEM non abbia ritenuto opportuno commentare gli argomenti sviluppati dal ricorrente paragonando la sua situazione con quelle delle persone in questione, non può essere interpretato come una violazione dell'obbligo di apprezzare "tutte le allegazioni rilevanti prodotte dalla parte in tempo utile" (art. 32

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 32 - 1 Prima di decidere, l'autorità apprezza tutte le allegazioni rilevanti prodotte dalla parte in tempo utile. |
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1 | Prima di decidere, l'autorità apprezza tutte le allegazioni rilevanti prodotte dalla parte in tempo utile. |
2 | Essa può tener conto delle allegazioni tardive che sembrino decisive. |
5.2.2 Pertanto, tutto sommato, si deve constatare che la SEM ha esposto i motivi della sua decisione in modo sufficientemente circonstanziato, e ciò con particolare riguardo alla nozione fondamentale di "grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera" (cfr. decisione impugnata, pagg. 4 a 6), in conformità alle esigenze poste dalla giurisprudenza (cfr. consid. 5.2). Questo si rispecchia, del resto, nelle censure formali e sostanziali che il ricorrente ha, perlopiù, ampiamente dettagliato nell'impugnativa.
Ne discende che, sotto questo aspetto, la censura formale relativa alla pretesa violazione del diritto di essere sentito del ricorrente per motivazione insufficiente della decisione impugnata, è infondata.
5.3 In relazione alla questione dell'accesso all'incarto (artt. 26 a 28 PA), il ricorrente critica la SEM per non avergli trasmesso una copia integrale del rapporto JAN (cfr. consid. F, G e H).
In proposito bisogna sottolineare, per cominciare, che il ricorrente, rappresentato dal suo legale, non ha chiesto alla SEM, in fase di audizione preliminare, di poter consultare gli atti, ciò che gli avrebbe permesso di prendere conoscenza, già a quel momento, dell'esistenza del rapporto JAN e di provare a chiederne una copia prima dell'emanazione della decisione impugnata. In secondo luogo, la parte essenziale del rapporto JAN è stata riprodotta al punto 7 della decisione impugnata. Il resto del rapporto JAN, non comunicato al ricorrente, gli è stato riassunto attraverso la frase "Note interne generali tra i collaboratori relative al gruppo Jabhat Al-Nusra": esso riguarda la questione del diritto applicabile al gruppo "Jabhat Al-Nusra", la questione della minaccia, in generale, che il terrorismo islamico fa pesare, secondo valutazioni non meglio precisate del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), anche sulla Svizzera in quanto parte integrante dell'Occidente, e, in conclusione, il modo di procedere al fine di valutare individualmente ogni fattispecie.
Stando così le cose, non si può che constatare, da un lato, che il ricorrente sembra avere ritenuto superfluo, in fase di audizione preliminare, disporre dell'incarto per prendere posizione sulle intenzioni della SEM di revocargli la cittadinanza svizzera. In questo rispetto, si noti comunque che le sue osservazioni del 26 aprile 2019 contenevano già, perlomeno in nuce, la maggior parte delle censure e degli argomenti essenziali poi sviluppati nel ricorso. Dall'altro lato, come affermato e ribadito dalla SEM (cfr. consid. K e M), il ricorrente ha effettivamente preso conoscenza, con la notifica della decisione impugnata, della parte rilevante e determinante del rapporto JAN, sulla quale egli ha potuto esprimersi compiutamente in questa sede. Pertanto, anche se si volesse ammettere un'eventuale violazione del diritto di essere sentito del ricorrente per non essersi pronunciato, qualunque siano le ragioni a lui imputabili (rinuncia o negligenza), sul rapporto JAN prima dell'emanazione della decisione impugnata (audizione preliminare), essa sarebbe stata senz'altro sanata nel corso della presente procedura in virtù del pieno potere d'esame di cui gode questo Tribunale (cfr. consid. 2.1). Ad ogni modo, il ricorrente ha ottenuto in questa sede, peraltro senza un'esplicita richiesta da parte sua, una copia integrale del rapporto JAN, con anneriti il nome e il cognome abbreviati del redattore dello stesso, sul quale egli ha preso posizione con il suo scritto del 19 aprile 2021 (cfr. consid. Q e R), di cui si terrà conto, per quanto necessario, nell'esame del merito del litigio.
Ne consegue che, anche sotto questo profilo, la censura relativa alla pretesa violazione del diritto di essere sentito è infondata.
5.4 In conclusione, la SEM non ha disatteso il diritto di essere sentito del ricorrente durante il procedimento amministrativo tendente alla revoca della sua cittadinanza svizzera.
6.
Si tratta in seguito di verificare se la revoca della cittadinanza svizzera del ricorrente è conforme al diritto che regge la materia in questione.
7.
Conviene per prima cosa esaminare la censura che il ricorrente solleva con riferimento all'art. 8 cpv. 2

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 8 Uguaglianza giuridica - 1 Tutti sono uguali davanti alla legge. |
|
1 | Tutti sono uguali davanti alla legge. |
2 | Nessuno può essere discriminato, in particolare a causa dell'origine, della razza, del sesso, dell'età, della lingua, della posizione sociale, del modo di vita, delle convinzioni religiose, filosofiche o politiche, e di menomazioni fisiche, mentali o psichiche. |
3 | Uomo e donna hanno uguali diritti. La legge ne assicura l'uguaglianza, di diritto e di fatto, in particolare per quanto concerne la famiglia, l'istruzione e il lavoro. Uomo e donna hanno diritto a un salario uguale per un lavoro di uguale valore. |
4 | La legge prevede provvedimenti per eliminare svantaggi esistenti nei confronti dei disabili. |
Posto che è apolide "una persona che nessuno Stato considera come suo cittadino nell'applicazione della sua legislazione" (art. 1° cpv. 1 della Convenzione del 28 settembre 1954 sullo statuto degli apolidi, in vigore per la Svizzera dal 1° ottobre 1972 [RS 0.142.40]), è utile ricordare che, sul piano internazionale, vige un consenso sul fatto che l'apolidia non è un fenomeno auspicabile (cfr. l'art. 15 par. 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite, del 10 dicembre 1948 ["Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza"], che non è tuttavia vincolante per la Svizzera [cfr. la sentenza del Tribunale federale 2C_169/2008 del 18 marzo 2008 consid. 4.1. con i riferimenti], nonché l'art. 7 par. 3 della Convenzione europea sulla nazionalità del Consiglio d'Europa, del 6 novembre 1997, non ratificata dalla Svizzera ["Un Etat Partie ne peut prévoir dans son droit interne la perte de sa nationalité ... si la personne concernée devient ainsi apatride,..."]). In questo senso, le autorità nazionali sono tenute ad evitare di creare casi di apolidia, anche se un divieto assoluto dell'apolidia non esiste ("Die nationalen Behörden sind gehalten, Staatenlosigkeit zu vermeiden. Ein absolutes Verbot der Straatenlosigkeit besteht allerdings nicht, [...]"; Ulrich Häfelin/Walter Haller/Helen Keller/Daniela Thurnherr, Schweizerisches Bundesstaatsrecht, 10a ed., 2020, n. 1311a).
Sul piano interno, la Svizzera si conforma all'imperativo di non creare casi di apolidia, come si può evincere, per esempio, dall'art. 5

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 5 Perdita per annullamento del rapporto di filiazione - Se è annullato il rapporto di filiazione con il genitore che gli ha trasmesso la cittadinanza svizzera, il figlio la perde, salvo che con la perdita diventi apolide. |
Alla luce di questa ratio legis (prevenzione dell'apolidia), il fatto che la cittadinanza non possa essere revocata ai cittadini svizzeri mononazionali, ma soltanto ai cittadini svizzeri bi- o plurinazionali, non costituisce una violazione del divieto di discriminazione (cfr. art. 8 cpv. 2

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 8 Uguaglianza giuridica - 1 Tutti sono uguali davanti alla legge. |
|
1 | Tutti sono uguali davanti alla legge. |
2 | Nessuno può essere discriminato, in particolare a causa dell'origine, della razza, del sesso, dell'età, della lingua, della posizione sociale, del modo di vita, delle convinzioni religiose, filosofiche o politiche, e di menomazioni fisiche, mentali o psichiche. |
3 | Uomo e donna hanno uguali diritti. La legge ne assicura l'uguaglianza, di diritto e di fatto, in particolare per quanto concerne la famiglia, l'istruzione e il lavoro. Uomo e donna hanno diritto a un salario uguale per un lavoro di uguale valore. |
4 | La legge prevede provvedimenti per eliminare svantaggi esistenti nei confronti dei disabili. |
Di conseguenza, la censura sollevata dal ricorrente in questo rispetto si rivela infondata.
8.
"Ha la cittadinanza svizzera chi possiede una cittadinanza comunale e la cittadinanza di un Cantone" (art. 37 cpv. 1

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 37 Diritti di cittadinanza - 1 Ha la cittadinanza svizzera chi possiede una cittadinanza comunale e la cittadinanza di un Cantone. |
|
1 | Ha la cittadinanza svizzera chi possiede una cittadinanza comunale e la cittadinanza di un Cantone. |
2 | Nessuno dev'essere favorito o sfavorito a causa della sua cittadinanza. Sono eccettuate le prescrizioni sui diritti politici nei patriziati e nelle corporazioni, nonché sulle quote di partecipazione al loro patrimonio, salvo diversa disposizione della legislazione cantonale. |

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 38 Acquisizione e perdita della cittadinanza - 1 La Confederazione disciplina l'acquisizione e la perdita della cittadinanza per origine, matrimonio e adozione. Disciplina inoltre la perdita della cittadinanza svizzera per altri motivi e la reintegrazione nella medesima. |
|
1 | La Confederazione disciplina l'acquisizione e la perdita della cittadinanza per origine, matrimonio e adozione. Disciplina inoltre la perdita della cittadinanza svizzera per altri motivi e la reintegrazione nella medesima. |
2 | La Confederazione emana prescrizioni minime sulla naturalizzazione degli stranieri da parte dei Cantoni e rilascia il relativo permesso. |
3 | Essa agevola la naturalizzazione: |
a | degli stranieri della terza generazione; |
b | dei fanciulli apolidi.6 |
Commentando queste norme, alla luce dei principi che "tutti sono uguali davanti alla legge" e che "nessuno può essere discriminato" (art. 8 cpv. 1 e

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 8 Uguaglianza giuridica - 1 Tutti sono uguali davanti alla legge. |
|
1 | Tutti sono uguali davanti alla legge. |
2 | Nessuno può essere discriminato, in particolare a causa dell'origine, della razza, del sesso, dell'età, della lingua, della posizione sociale, del modo di vita, delle convinzioni religiose, filosofiche o politiche, e di menomazioni fisiche, mentali o psichiche. |
3 | Uomo e donna hanno uguali diritti. La legge ne assicura l'uguaglianza, di diritto e di fatto, in particolare per quanto concerne la famiglia, l'istruzione e il lavoro. Uomo e donna hanno diritto a un salario uguale per un lavoro di uguale valore. |
4 | La legge prevede provvedimenti per eliminare svantaggi esistenti nei confronti dei disabili. |
È interessante qui riferire che, in seno alle Camere federali, il Consiglio federale ha ribadito la validità di questa interpretazione "a più riprese [...] in risposta a vari interventi parlamentari", reiterando che la "distinzione tra cittadini che hanno acquisito per legge la cittadinanza svizzera e quelli che l'hanno acquisita per decisione dell'autorità è contraria alla Costituzione federale e al diritto internazionale. Tutti gli Svizzeri devono avere i medesimi diritti e doveri" (https://www.parlament.ch/it/ratsbetrieb/suche-curia-vista/geschaeft?AffairId=20173284).
L'assenza di distinzione tra acquisizione della cittadinanza per legge e acquisizione per decisione dell'autorità implica che anche la revoca della cittadinanza può essere pronunciata nei confronti di tutti gli Svizzeri, salvo in caso di conseguente apolidia, indipendentemente dal modo in cui sono divenuti cittadini di questo Paese (cfr. il contenuto degli artt. 48 vLCit e 42 LCit, che si rapporta ad "una persona che possiede anche la cittadinanza di un altro Stato", senza introdurre alcuna disuguaglianza giuridica in base al modo in cui la cittadinanza è stata ottenuta).
9.
Premesso che non sussiste alcun diritto di ottenere la cittadinanza (nazionalità) svizzera (cfr. Thomas Häberli, op. cit., n. 48 ad art. 83 lett. b

SR 173.110 Legge del 17 giugno 2005 sul Tribunale federale (LTF) - Organizzazione giudiziaria LTF Art. 83 Eccezioni - Il ricorso è inammissibile contro: |
|
a | le decisioni in materia di sicurezza interna o esterna del Paese, neutralità, protezione diplomatica e altri affari esteri, in quanto il diritto internazionale non conferisca un diritto al giudizio da parte di un tribunale; |
b | le decisioni in materia di naturalizzazione ordinaria; |
c | le decisioni in materia di diritto degli stranieri concernenti: |
c1 | l'entrata in Svizzera, |
c2 | i permessi o autorizzazioni al cui ottenimento né il diritto federale né il diritto internazionale conferiscono un diritto, |
c3 | l'ammissione provvisoria, |
c4 | l'espulsione fondata sull'articolo 121 capoverso 2 della Costituzione federale e l'allontanamento, |
c5 | le deroghe alle condizioni d'ammissione, |
c6 | la proroga del permesso per frontalieri, il cambiamento di Cantone, il cambiamento d'impiego del titolare di un permesso per frontalieri, nonché il rilascio di documenti di viaggio a stranieri privi di documenti; |
d | le decisioni in materia d'asilo pronunciate: |
d1 | dal Tribunale amministrativo federale, salvo quelle che concernono persone contro le quali è pendente una domanda d'estradizione presentata dallo Stato che hanno abbandonato in cerca di protezione, |
d2 | da un'autorità cantonale inferiore e concernenti un permesso o un'autorizzazione al cui ottenimento né il diritto federale né il diritto internazionale conferiscono un diritto; |
e | le decisioni concernenti il rifiuto dell'autorizzazione a procedere penalmente contro membri di autorità o contro agenti della Confederazione; |
f | le decisioni in materia di appalti pubblici se: |
fbis | le decisioni del Tribunale amministrativo federale concernenti decisioni secondo l'articolo 32i della legge del 20 marzo 200964 sul trasporto di viaggiatori; |
f1 | non si pone alcuna questione di diritto d'importanza fondamentale; sono fatti salvi i ricorsi contro gli appalti del Tribunale amministrativo federale, del Tribunale penale federale, del Tribunale federale dei brevetti, del Ministero pubblico della Confederazione e delle autorità giudiziarie cantonali superiori, o |
f2 | il valore stimato della commessa non raggiunge il valore soglia determinante secondo l'articolo 52 capoverso 1 in combinato disposto con l'allegato 4 numero 2 della legge federale del 21 giugno 201962 sugli appalti pubblici; |
g | le decisioni in materia di rapporti di lavoro di diritto pubblico, in quanto concernano una controversia non patrimoniale, ma non la parità dei sessi; |
h | le decisioni concernenti l'assistenza amministrativa internazionale, eccettuata l'assistenza amministrativa in materia fiscale; |
i | le decisioni in materia di servizio militare, civile o di protezione civile; |
j | le decisioni in materia di approvvigionamento economico del Paese adottate in situazioni di grave penuria; |
k | le decisioni concernenti i sussidi al cui ottenimento la legislazione non conferisce un diritto; |
l | le decisioni concernenti l'imposizione di dazi operata in base alla classificazione tariffaria o al peso delle merci; |
m | le decisioni concernenti il condono o la dilazione del pagamento di tributi; in deroga alla presente disposizione, il ricorso è ammissibile contro le decisioni concernenti il condono dell'imposta federale diretta o dell'imposta cantonale o comunale sul reddito e sull'utile se concerne una questione di diritto di importanza fondamentale o se si tratta per altri motivi di un caso particolarmente importante; |
n | le decisioni in materia di energia nucleare concernenti: |
n1 | l'esigenza di un nulla osta o la modifica di un'autorizzazione o di una decisione, |
n2 | l'approvazione di un piano d'accantonamenti per le spese di smaltimento antecedenti lo spegnimento di un impianto nucleare, |
n3 | i nulla osta; |
o | le decisioni in materia di circolazione stradale concernenti l'omologazione del tipo di veicoli; |
p | le decisioni del Tribunale amministrativo federale in materia di traffico delle telecomunicazioni, radiotelevisione e poste concernenti:69 |
p1 | concessioni oggetto di una pubblica gara, |
p2 | controversie secondo l'articolo 11a della legge del 30 aprile 199770 sulle telecomunicazioni; |
p3 | controversie secondo l'articolo 8 della legge del 17 dicembre 201072 sulle poste; |
q | le decisioni in materia di medicina dei trapianti concernenti: |
q1 | l'iscrizione nella lista d'attesa, |
q2 | l'attribuzione di organi; |
r | le decisioni in materia di assicurazione malattie pronunciate dal Tribunale amministrativo federale in virtù dell'articolo 3473 della legge del 17 giugno 200574 sul Tribunale amministrativo federale (LTAF); |
s | le decisioni in materia di agricoltura concernenti: |
s1 | ... |
s2 | la delimitazione delle zone nell'ambito del catasto della produzione; |
t | le decisioni concernenti l'esito di esami e di altre valutazioni della capacità, segnatamente nei settori della scuola, della formazione continua e dell'esercizio della professione; |
u | le decisioni in materia di offerte pubbliche di acquisto (art. 125-141 della L del 19 giu. 201578 sull'infrastruttura finanziaria); |
v | le decisioni del Tribunale amministrativo federale concernenti divergenze d'opinione tra autorità in materia di assistenza amministrativa o giudiziaria a livello nazionale; |
w | le decisioni in materia di diritto dell'elettricità concernenti l'approvazione dei piani di impianti elettrici a corrente forte e di impianti elettrici a corrente debole e l'espropriazione dei diritti necessari per la costruzione o l'esercizio di siffatti impianti, se non si pone alcuna questione di diritto d'importanza fondamentale; |
x | le decisioni concernenti la concessione di contributi di solidarietà ai sensi della legge federale del 30 settembre 201682 sulle misure coercitive a scopo assistenziale e i collocamenti extrafamiliari prima del 1981, tranne se si pone una questione di diritto di importanza fondamentale o si tratta di un caso particolarmente importante per altri motivi; |
y | le decisioni pronunciate dal Tribunale amministrativo federale nelle procedure amichevoli per evitare un'imposizione non conforme alla convenzione internazionale applicabile in ambito fiscale; |
z | le decisioni concernenti le autorizzazioni edilizie di impianti eolici d'interesse nazionale secondo l'articolo 71c capoverso 1 lettera b della legge federale del 30 settembre 201685 sull'energia e le autorizzazioni di competenza cantonale a esse necessariamente connesse, se non si pone alcuna questione di diritto d'importanza fondamentale. |

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 37 Diritti di cittadinanza - 1 Ha la cittadinanza svizzera chi possiede una cittadinanza comunale e la cittadinanza di un Cantone. |
|
1 | Ha la cittadinanza svizzera chi possiede una cittadinanza comunale e la cittadinanza di un Cantone. |
2 | Nessuno dev'essere favorito o sfavorito a causa della sua cittadinanza. Sono eccettuate le prescrizioni sui diritti politici nei patriziati e nelle corporazioni, nonché sulle quote di partecipazione al loro patrimonio, salvo diversa disposizione della legislazione cantonale. |
Chi non possiede la cittadinanza svizzera è, per definizione, uno straniero, il cui statuto in Svizzera è regolato principalmente dalla legge federale sugli stranieri e la loro integrazione del 16 dicembre 2005 (LStrI, RS 142.20), nonché dal diritto internazionale, in primis dall'Accordo tra la Svizzera e la Comunità europea, nonché i suoi Stati membri, sulla libera circolazione delle persone del 21 giugno 1999 (ALC, RS 0.142.112.681), in vigore dal 1° giungo 2002. In questo contesto, come sottolinea il Tribunale federale, "die Erteilung des Schweizerbürgerrechts verschafft dem eingebürgerten die Stellung eines schweizerischen Staatsbürgers [...]. Mit der Erteilung des Schweizerbürgerrechts fällt die persönliche Eigenschaft als Ausländer dahin, selbst wenn damit eine doppelte Staatsangehörigkeit verbunden sein sollte. Die eingebürgerte Person untersteht nicht mehr dem Ausländerrecht" (DTF 135 II 1 consid. 3.3 e 3.4).
Se i cittadini svizzeri godono della libertà di domicilio e del diritto di lasciare la Svizzera nonché di entrarvi (art. 24

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 24 Libertà di domicilio - 1 Ogni persona di cittadinanza svizzera può stabilirsi in qualsiasi luogo del Paese. |
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1 | Ogni persona di cittadinanza svizzera può stabilirsi in qualsiasi luogo del Paese. |
2 | Ha il diritto di lasciare la Svizzera e di entrarvi. |

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 25 Protezione dall'espulsione, dall'estradizione e dal rinvio forzato - 1 Le persone di cittadinanza svizzera non possono essere espulse dal Paese; possono essere estradate a un'autorità estera soltanto se vi acconsentono. |
|
1 | Le persone di cittadinanza svizzera non possono essere espulse dal Paese; possono essere estradate a un'autorità estera soltanto se vi acconsentono. |
2 | I rifugiati non possono essere rinviati né estradati in uno Stato in cui sono perseguitati. |
3 | Nessuno può essere rinviato in uno Stato in cui rischia la tortura o un altro genere di trattamento o punizione crudele o inumano. |
9.1 La SEM può, con il consenso dell'autorità del Cantone d'origine, revocare la cittadinanza svizzera, la cittadinanza cantonale e l'attinenza comunale a una persona che possiede anche la cittadinanza di un altro Stato, se la sua condotta è di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera (art. 48 vLCit; in tedesco: "wenn sein Verhalten den Interessen oder dem Ansehen der Schweiz erheblich nachteilig ist"; in francese: "si sa conduite porte une atteinte grave aux intérêts ou au renom de la Suisse"). Per scrupolo di chiarezza è opportuno sottolineare che la pronuncia della revoca della cittadinanza, diversamente dall'annullamento della naturalizzazione, sia essa ordinaria o agevolata, non è limitata da alcun termine temporale legale, né relativo né assoluto, e può dunque intervenire, in linea di principio, in qualsiasi momento (cfr. art. 41 cpv. 1bis vLCit).
Secondo il Consiglio federale, "la revoca della cittadinanza svizzera presuppone una condotta che sia di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera. Con ciò la soglia è posta molto in alto, per cui la disposizione non concerne comportamenti che non siano gravemente pregiudizievoli. La revoca della cittadinanza interviene pertanto quale ultima ratio. Dall'entrata in vigore della legge sulla cittadinanza, nel 1953, non si è verificato nessun caso di revoca della cittadinanza svizzera ai sensi dell'articolo 48

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 48 Esecuzione - Il Consiglio federale è incaricato d'eseguire la presente legge. |
9.2 In accordo con l'art. 30 cpv. 1

SR 141.01 Ordinanza del 17 giugno 2016 sulla cittadinanza svizzera (Ordinanza sulla cittadinanza, OCit) - Ordinanza sulla cittadinanza OCit Art. 30 Revoca della cittadinanza - (art. 42 LCit) |
|
1 | Arreca grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera chi: |
a | commette un crimine o un delitto secondo gli articoli 266, 266bis, 272-274, 275, 275bis e 275ter del Codice penale (CP)11; |
b | commette un grave crimine nel quadro di attività terroristiche, di estremismo violento o di criminalità organizzata; |
c | commette un genocidio (art. 264 CP), un crimine contro l'umanità (art. 264a CP), una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 (art. 264c CP) o un altro crimine di guerra (art. 264d-264h CP); |
d | oltraggia un altro Stato compromettendo in tal modo durevolmente i buoni rapporti della Svizzera con tale Stato (art. 296 CP). |
2 | La revoca presuppone una condanna passata in giudicato. Sono eccettuati i casi in cui un procedimento penale sarebbe impossibile poiché lo Stato in cui sono stati commessi i reati non ha la volontà o la capacità di portare a termine un procedimento penale o ossequiare una domanda estera di assistenza giudiziaria segnatamente in quanto il sistema giudiziario indipendente nel suo insieme o parte rilevante di esso è incapace di funzionare. |

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 264 - Chiunque, nell'intento di distruggere, del tutto o in parte, un gruppo nazionale, razziale, religioso, etnico, sociale o politico in quanto tale: |
|
a | uccide membri di un siffatto gruppo o ne lede gravemente l'integrità fisica o mentale; |
b | sottopone membri del gruppo a condizioni di vita atte a provocare la distruzione totale o parziale del gruppo; |
c | ordina o prende misure volte a impedire le nascite all'interno del gruppo; |
d | trasferisce o fa trasferire con la forza fanciulli del gruppo a un altro gruppo, |

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 264a - 1 Chiunque, nell'ambito di un attacco esteso o sistematico contro popolazioni civili: |
|
1 | Chiunque, nell'ambito di un attacco esteso o sistematico contro popolazioni civili: |
a | uccide intenzionalmente una persona; |
b | uccide intenzionalmente molte persone o sottopone la popolazione, nell'intento di distruggerla del tutto o in parte, a condizioni di vita dirette a provocarne la distruzione; |
c | si arroga un diritto di proprietà su una persona ed esercita su questa un potere di disposizione, segnatamente nel contesto della tratta di esseri umani, dello sfruttamento sessuale o del lavoro forzato; |
d | priva una persona della libertà contravvenendo in modo grave alle regole fondamentali del diritto internazionale; |
e | nell'intento di sottrarre una persona per un prolungato periodo di tempo alla protezione della legge: |
e1 | priva la persona della libertà su mandato o con l'approvazione di uno Stato o di un'organizzazione politica, negando in seguito la fornitura di informazioni sulla sorte di tale persona o sul luogo in cui questa si trova, o |
e2 | si rifiuta di fornire informazioni sulla sorte di tale persona o sul luogo in cui questa si trova, su mandato di uno Stato o di un'organizzazione politica oppure in violazione di un obbligo legale; |
f | infligge a una persona di cui ha la custodia o il controllo grandi sofferenze o un grave danno al corpo o alla salute fisica o psichica; |
g | stupra una persona ai sensi dell'articolo 190 capoverso 2 o 3, le impone un atto di coazione sessuale ai sensi dell'articolo 189 capoverso 2 o 3 di gravità analoga, le fa compiere o subire un atto sessuale di gravità analoga, la costringe a prostituirsi o la sottopone a sterilizzazione forzata, oppure, dopo che questa è stata resa gravida contro la sua volontà, la tiene sequestrata nell'intento di modificare la composizione etnica di una popolazione; |
h | deporta persone dalla regione nella quale si trovano legittimamente o le trasferisce con la forza in un altro luogo; |
i | lede in modo grave i diritti fondamentali di un gruppo di persone non riconoscendo loro tali diritti, o privandole degli stessi, per motivi politici, razziali, etnici, religiosi, sociali o per altri motivi non ammessi dal diritto internazionale, in relazione a un reato previsto dal titolo dodicesimobis o dodicesimoter o ai fini dell'oppressione e dominazione sistematica di un gruppo razziale; |
j | commette un altro atto di gravità paragonabile ai crimini indicati nel presente capoverso, che provoca a una persona grandi sofferenze o gravi danni al corpo o alla salute fisica o psichica, |
2 | In casi particolarmente gravi, segnatamente se il reato è commesso nei confronti di molte persone o se l'autore agisce in modo crudele, il giudice può pronunciare la pena detentiva a vita. |
3 | Nei casi meno gravi rientranti nel campo d'applicazione del capoverso 1 lettere c-j il giudice non può pronunciare una pena detentiva inferiore a un anno. |

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 264c - 1 Chiunque, nel contesto di un conflitto armato internazionale, viola in modo grave le Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949355, commettendo uno dei seguenti atti contro persone o beni protetti da queste Convenzioni: |
|
1 | Chiunque, nel contesto di un conflitto armato internazionale, viola in modo grave le Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949355, commettendo uno dei seguenti atti contro persone o beni protetti da queste Convenzioni: |
a | omicidio intenzionale; |
b | presa d'ostaggio; |
c | inflizione di grandi sofferenze o di gravi danni al corpo o alla salute fisica o psichica, segnatamente mediante tortura, trattamento inumano o esperimenti biologici; |
d | distruzione o appropriazione di beni, non giustificate da necessità militari e compiute su larga scala; |
e | costrizione a prestare servizio nelle forze armate di una potenza nemica; |
f | deportazione, trasferimento o detenzione illegali; |
g | privazione del diritto a un equo e regolare processo prima dell'inflizione o dell'esecuzione di una pena severa, |
2 | Gli atti elencati al capoverso 1 commessi nel contesto di un conflitto armato non internazionale sono equiparati alle gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, se sono diretti contro una persona o un bene protetti dal diritto internazionale umanitario. |
3 | In casi particolarmente gravi, segnatamente se il reato è commesso nei confronti di molte persone o se l'autore agisce in modo crudele, il giudice può pronunciare la pena detentiva a vita. |
4 | Nei casi meno gravi rientranti nel campo d'applicazione del capoverso 1 lettere c-g il giudice non può pronunciare una pena detentiva inferiore a un anno. |

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 296 - Chiunque pubblicamente offende uno Stato estero nella persona del suo capo, nel suo Governo ovvero nella persona di uno dei suoi agenti diplomatici o di uno dei suoi delegati ufficiali a una conferenza diplomatica riunita nella Svizzera o di uno dei suoi rappresentanti ufficiali presso un'istituzione internazionale o una sua organizzazione con sede o riunita nella Svizzera, è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria. |
Nelle sue spiegazioni relative al progetto sull'OCit, la SEM ha rilevato che la revoca della cittadinanza è un provvedimento "nato dal desiderio di tutelare la neutralità, ovvero la sovranità della Svizzera. La pertinente disposizione di legge poggia originariamente su un'ordinanza urgente del Consiglio federale risalente alla Seconda Guerra mondiale, con cui è stata creata per la prima volta, a fronte della minaccia nazionalsocialista, la possibilità di revocare la cittadinanza svizzera di persone con doppia cittadinanza (RU 56 2027). Il provvedimento è stato adottato segnatamente nei riguardi di persone che avevano agito contro gli interessi della Svizzera mettendo in pericolo la sicurezza del Paese" (Rapporto esplicativo relativo al disegno di ordinanza sulla cittadinanza svizzera, aprile 2016, pag. 33, reperibile sul sito internet della SEM, all'indirizzo: www.sem.admin.ch).
9.3
9.3.1 Secondo l'art. 1° LAQSI, i gruppi e le organizzazioni seguenti sono vietati: (a) il gruppo «Al-Qaïda»; (b) il gruppo «Stato islamico»; (c) i gruppi che succedono al gruppo «Al-Qaïda» o al gruppo «Stato islamico» o che operano sotto un nome di copertura nonché le organizzazioni e i gruppi che, per quanto riguarda condotta, obiettivi e mezzi, corrispondono al gruppo «Al-Qaïda» o al gruppo «Stato islamico» o operano su loro mandato. Ai sensi dell'art. 2 cpv. 1 LAQSI, chiunque partecipa sul territorio svizzero a uno dei gruppi o a una delle organizzazioni vietati secondo l'art. 1 (in particolare, i gruppi "Al-Qaïda" e "Stato islamico"), mette a disposizione risorse umane o materiale, organizza azioni propagandistiche a loro sostegno o a sostegno dei loro obiettivi, recluta adepti o promuove in altro modo le loro attività, è punito con una pena detentiva sino a cinque anni o con una pena pecuniaria.
Si osservi che l'art. 2 cpv. 1 e 2 OAQ, non più in vigore, aveva lo stesso tenore dell'art. 2 cpv. 1 LAQSI, senonché prevedeva, oltre alla pena pecuniaria, una pena detentiva massima di tre anni, nella misura in cui non fossero applicabili disposizioni penali più severe.
Dal canto suo, l'art. 260ter

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260ter - 1 È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
|
1 | È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
a | partecipa a un'organizzazione che ha lo scopo di: |
a1 | commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali, o |
a2 | commettere atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto; o |
b | sostiene una tale organizzazione nella sua attività. |
2 | Il capoverso 1 lettera b non si applica ai servizi umanitari forniti da un'organizzazione umanitaria imparziale, quale il Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente all'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949343. |
3 | Se esercita un'influenza determinante all'interno dell'organizzazione, l'autore è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. |
4 | Il giudice può attenuare la pena (art. 48a) se l'autore si sforza di impedire la prosecuzione dell'attività dell'organizzazione. |
5 | È punibile anche chi commette il reato all'estero, se l'organizzazione esercita o intende esercitare l'attività criminale in tutto o in parte in Svizzera. L'articolo 7 capoversi 4 e 5 è applicabile. |
9.3.2 Nel suo messaggio relativo alla proroga della validità della LAQSI, del 22 novembre 2017, il Consiglio federale ha precisato che "per quanto riguarda il rapporto tra l'art. 2 [LAQSI] e l'art. 260ter

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260ter - 1 È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
|
1 | È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
a | partecipa a un'organizzazione che ha lo scopo di: |
a1 | commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali, o |
a2 | commettere atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto; o |
b | sostiene una tale organizzazione nella sua attività. |
2 | Il capoverso 1 lettera b non si applica ai servizi umanitari forniti da un'organizzazione umanitaria imparziale, quale il Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente all'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949343. |
3 | Se esercita un'influenza determinante all'interno dell'organizzazione, l'autore è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. |
4 | Il giudice può attenuare la pena (art. 48a) se l'autore si sforza di impedire la prosecuzione dell'attività dell'organizzazione. |
5 | È punibile anche chi commette il reato all'estero, se l'organizzazione esercita o intende esercitare l'attività criminale in tutto o in parte in Svizzera. L'articolo 7 capoversi 4 e 5 è applicabile. |
Per più dettagli sul rapporto tra l'art. 260ter

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260ter - 1 È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
|
1 | È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
a | partecipa a un'organizzazione che ha lo scopo di: |
a1 | commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali, o |
a2 | commettere atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto; o |
b | sostiene una tale organizzazione nella sua attività. |
2 | Il capoverso 1 lettera b non si applica ai servizi umanitari forniti da un'organizzazione umanitaria imparziale, quale il Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente all'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949343. |
3 | Se esercita un'influenza determinante all'interno dell'organizzazione, l'autore è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. |
4 | Il giudice può attenuare la pena (art. 48a) se l'autore si sforza di impedire la prosecuzione dell'attività dell'organizzazione. |
5 | È punibile anche chi commette il reato all'estero, se l'organizzazione esercita o intende esercitare l'attività criminale in tutto o in parte in Svizzera. L'articolo 7 capoversi 4 e 5 è applicabile. |
9.4
9.4.1 Gli interessi nazionali della Svizzera (cfr. art. 48 vLCit) si rapportano, come evidenziato dalla SEM, alla sua sovranità, la cui difesa è un compito che pertiene alla politica di sicurezza, sia sul piano interno che esterno.
La legislazione sulla sicurezza della Confederazione (RS 1/12) permette di comprendere che la nozione di "sicurezza interna ed esterna" concerne la tutela di "interessi nazionali importanti" (art. 2

SR 121 Legge federale del 25 settembre 2015 sulle attività informative (LAIn) LAIn Art. 2 Scopo - La presente legge ha lo scopo di tutelare interessi nazionali importanti; intende: |
|
a | contribuire a garantire i fondamenti della democrazia e dello Stato di diritto della Svizzera e a proteggere i diritti di libertà della sua popolazione; |
b | accrescere la sicurezza della popolazione della Svizzera e degli Svizzeri all'estero; |
c | sostenere la capacità d'azione della Svizzera; |
d | contribuire a tutelare gli interessi internazionali in materia di sicurezza. |

SR 120 Legge federale del 21 marzo 1997 sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna (LMSI) LMSI Art. 2 Compiti - 1 La Confederazione adotta misure preventive di polizia ai sensi della presente legge per sventare tempestivamente le minacce per la sicurezza interna. |
|
1 | La Confederazione adotta misure preventive di polizia ai sensi della presente legge per sventare tempestivamente le minacce per la sicurezza interna. |
2 | Sono misure preventive di polizia: |
a | ... |
b | le misure atte a proteggere le autorità federali, le persone che beneficiano della protezione del diritto internazionale pubblico, nonché le missioni diplomatiche permanenti, i posti consolari e le organizzazioni internazionali; |
c | la messa al sicuro, il sequestro e la confisca di materiale di propaganda con contenuti che incitano alla violenza; |
d | il sequestro di oggetti pericolosi secondo l'articolo 13f, sempre che sia necessario per l'adempimento dei compiti secondo la presente legge; |
dbis | le misure di cui alla sezione 5 atte a prevenire attività terroristiche; |
e | le misure di cui alla sezione 5a atte a prevenire la violenza in occasione di manifestazioni sportive. |

SR 121 Legge federale del 25 settembre 2015 sulle attività informative (LAIn) LAIn Art. 6 Compiti del SIC - 1 Il SIC acquisisce e tratta informazioni al fine di: |
|
1 | Il SIC acquisisce e tratta informazioni al fine di: |
a | individuare tempestivamente e sventare minacce per la sicurezza interna o esterna rappresentate: |
a1 | dal terrorismo, |
a2 | dallo spionaggio, |
a3 | dalla proliferazione di armi nucleari, biologiche o chimiche, compresi i loro sistemi vettori nonché tutti i beni e tutte le tecnologie a duplice impiego civile e militare necessari per la fabbricazione di tali armi (proliferazione NBC), o dal commercio illegale di sostanze radioattive, materiale bellico e altri beni d'armamento, |
a4 | da attacchi a infrastrutture per l'approvvigionamento di acqua potabile e di energia, a infrastrutture nei settori dell'informazione, della comunicazione e dei trasporti nonché ad altri processi, sistemi e installazioni essenziali per il funzionamento dell'economia e il benessere della popolazione (infrastrutture critiche), |
a5 | dall'estremismo violento; |
b | accertare, osservare e valutare fatti rilevanti sotto il profilo della politica di sicurezza che avvengono all'estero; |
c | salvaguardare la capacità d'azione della Svizzera; |
d | tutelare altri interessi nazionali importanti secondo l'articolo 3, su mandato concreto del Consiglio federale. |
2 | Il SIC valuta la situazione di minaccia e informa costantemente i servizi federali interessati e le autorità d'esecuzione cantonali in merito a eventuali minacce nonché alle misure adottate e previste secondo la presente legge. Se necessario, allerta i servizi competenti dello Stato. |
3 | Garantendo la protezione delle fonti, il SIC informa altri servizi della Confederazione e dei Cantoni sui fatti e riscontri che possono incidere sui compiti legali di tali servizi in materia di salvaguardia della sicurezza interna o esterna. |
4 | Il SIC cura le relazioni della Svizzera con servizi esteri in materia di attività informative. |
5 | Il SIC assicura un servizio di preallerta informativa per la protezione di infrastrutture critiche. |
6 | Il SIC realizza programmi di informazione e sensibilizzazione in merito alle minacce per la sicurezza interna o esterna. |
7 | Il SIC protegge i suoi collaboratori, le sue installazioni, le sue fonti e i dati che tratta. |
Il Consiglio federale ha tematizzato la questione, precisando che la minaccia alla sicurezza interna ed esterna della Svizzera include "segnatamente la minaccia della priorità statale in materia di prerogative militari e politiche. Ciò comprende, ad esempio, la minaccia mediante terrorismo, estremismo violento, attività vietata di servizio d'informazione, criminalità organizzata, atti o tentativi volti a compromettere gravemente le relazioni della Svizzera con altri Stati o a modificare mediante la violenza l'ordine dello Stato" (Messaggio dell'8 marzo 2002 concernente la LStr, FF 2002 3327, pag. 3429), come pure "fatti e sviluppi all'estero suscettibili di compromettere l'autodeterminazione della Svizzera, i fondamenti della democrazia e dello Stato di diritto, di arrecarle gravi danni nel campo della politica di sicurezza o danni di altra natura o di pregiudicare la capacità di agire delle sue autorità" (Messaggio del 19 febbraio 2014 concernente la LAIn, FF 2014 1885, pag. 1922).
9.4.2 La buona reputazione della Svizzera in seno alla comunità internazionale è, ufficialmente, funzione della sua neutralità, della sua politica dei buoni uffici, i quali le permettono di "costruire ponti dove altri non riescono, poiché non fa parte dei centri del potere e non persegue un'agenda occulta", come pure della sua politica di promozione della pace e dei diritti dell'uomo (cfr. https://www.eda.admin.ch/eda/it/dfae.html, alla rubrica "Politica estera").
Altrimenti detto, la buona reputazione della Svizzera si delinea, da una prospettiva ufficiale, come una costante storica, caratterizzata da una diplomazia di equidistanza dalle grandi potenze, che le ha garantito e le garantisce credibilità ed affidabilità come attore e mediatore sulla scena internazionale (cfr. la sentenza F-2303/2019 del 23 febbraio 2021 consid. 8.2.3 con i numerosi rinvii, di cui è prevista la pubblicazione nella collezione DTAF).
10.
Sebbene non esista una definizione univoca del terrorismo sul piano internazionale, l'art. 2 cifra 1 lett. a e b della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo, con il relativo Allegato (CRFT, RS 0.353.22), conclusa a New York il 9 dicembre 1999, e in vigore per la Svizzera dal 23 ottobre 2003, ha permesso al legislatore svizzero, che lo ha trasposto all'art. 260quinquies

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260quinquies - 1 Chiunque raccoglie o mette a disposizione valori patrimoniali nell'intento di finanziare atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto è punito con una pena detentiva fino a cinque anni o con una pena pecuniaria. |
|
1 | Chiunque raccoglie o mette a disposizione valori patrimoniali nell'intento di finanziare atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto è punito con una pena detentiva fino a cinque anni o con una pena pecuniaria. |
2 | Non si rende punibile secondo la presente disposizione chi si limita a tollerare l'eventualità che detti valori patrimoniali possano servire a finanziare il terrorismo. |
3 | Non costituisce finanziamento di un atto terroristico l'atto volto a instaurare o ripristinare la democrazia o lo Stato di diritto oppure a permettere l'esercizio o il rispetto dei diritti dell'uomo. |
4 | Il capoverso 1 non è applicabile se il finanziamento è destinato a sostenere atti che non contraddicono alle norme del diritto internazionale applicabili nei conflitti armati. |
Dall'art. 260quinquies cpv. 1 e

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260quinquies - 1 Chiunque raccoglie o mette a disposizione valori patrimoniali nell'intento di finanziare atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto è punito con una pena detentiva fino a cinque anni o con una pena pecuniaria. |
|
1 | Chiunque raccoglie o mette a disposizione valori patrimoniali nell'intento di finanziare atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto è punito con una pena detentiva fino a cinque anni o con una pena pecuniaria. |
2 | Non si rende punibile secondo la presente disposizione chi si limita a tollerare l'eventualità che detti valori patrimoniali possano servire a finanziare il terrorismo. |
3 | Non costituisce finanziamento di un atto terroristico l'atto volto a instaurare o ripristinare la democrazia o lo Stato di diritto oppure a permettere l'esercizio o il rispetto dei diritti dell'uomo. |
4 | Il capoverso 1 non è applicabile se il finanziamento è destinato a sostenere atti che non contraddicono alle norme del diritto internazionale applicabili nei conflitti armati. |
Commette altresì un reato di terrorismo chiunque partecipa in quanto complice, organizza la perpetrazione o contribuisce alla perpetrazione di un atto di terrorismo (cfr. art. 5 CRFT; cfr., per più dettagli, Gerhard Fiolka, in: Niggli/Wiprächtiger [editori], Basler Kommentar Strafrecht II, 4a ed., nn. 1 a 60 ad art. 260quinquies

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260quinquies - 1 Chiunque raccoglie o mette a disposizione valori patrimoniali nell'intento di finanziare atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto è punito con una pena detentiva fino a cinque anni o con una pena pecuniaria. |
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1 | Chiunque raccoglie o mette a disposizione valori patrimoniali nell'intento di finanziare atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto è punito con una pena detentiva fino a cinque anni o con una pena pecuniaria. |
2 | Non si rende punibile secondo la presente disposizione chi si limita a tollerare l'eventualità che detti valori patrimoniali possano servire a finanziare il terrorismo. |
3 | Non costituisce finanziamento di un atto terroristico l'atto volto a instaurare o ripristinare la democrazia o lo Stato di diritto oppure a permettere l'esercizio o il rispetto dei diritti dell'uomo. |
4 | Il capoverso 1 non è applicabile se il finanziamento è destinato a sostenere atti che non contraddicono alle norme del diritto internazionale applicabili nei conflitti armati. |
11.
Ai fini della presente procedura è opportuno ora caratterizzare, a grandi linee, le organizzazioni "Al-Qaïda", "Jabhat Al-Nusra" e lo "Stato islamico" (cfr. atto d'accusa del MPC [consid. C]), il cui denominatore comune è, come si vedrà, la perpetrazione di atti terroristici ai sensi del CRFT e del CP (N.B.: tutti i siti internet menzionati in questo considerando sono stati consultati, l'ultima volta, il 21 aprile 2021).
11.1 "Al-Qaïda", un'organizzazione islamista d'ispirazione salafista jihadista (cfr., per una breve definizione di queste due nozioni, il consid. 11.2), fondata nel 1987 nel contesto dell'occupazione sovietica dell'Afghanistan, è stata designata come "Foreign Terrorist Organization" (FTO), conformemente alla sezione 219 dell'"Immigration and Nationality Act" (INA), dal "Department of State" degli Stati Uniti (DoS) il 10 agosto 1999 (cfr. https://www.state.gov/foreign-terrorist-organizations/).
In seguito agli attentati terroristici contro il "World Trade Center" a New York, perpetrati l'11 settembre 2001, "Al-Qaïda" è stata vietata in Svizzera con effetto dall'8 novembre 2001 (cfr. l'ordinanza del 7 novembre 2001 che vieta il gruppo «Al-Qaïda» e le organizzazioni associate [RU 2001 3040]; cfr. art. 1° lett. a LAQSI). Dal canto suo, il Tribunale federale ha avuto modo di accertare che "Al-Qaïda" costituisce un'organizzazione criminale, di stampo terroristico, ai sensi dell'art. 260ter

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260ter - 1 È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
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1 | È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
a | partecipa a un'organizzazione che ha lo scopo di: |
a1 | commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali, o |
a2 | commettere atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto; o |
b | sostiene una tale organizzazione nella sua attività. |
2 | Il capoverso 1 lettera b non si applica ai servizi umanitari forniti da un'organizzazione umanitaria imparziale, quale il Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente all'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949343. |
3 | Se esercita un'influenza determinante all'interno dell'organizzazione, l'autore è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. |
4 | Il giudice può attenuare la pena (art. 48a) se l'autore si sforza di impedire la prosecuzione dell'attività dell'organizzazione. |
5 | È punibile anche chi commette il reato all'estero, se l'organizzazione esercita o intende esercitare l'attività criminale in tutto o in parte in Svizzera. L'articolo 7 capoversi 4 e 5 è applicabile. |
11.2 "Jabhat Al-Nusra", che si è manifestato pubblicamente per la prima volta tramite un video trasmesso su un forum internet di "Al-Qaïda" il 23 gennaio 2012, rivendicando un attentato suicida sanguinoso a Damasco perpetrato il 23 dicembre 2011, è stato designato dal DoS come FTO, in quanto "new alias" (nome di copertura) di "Al-Qaïda in Iraq" (AQI), l'11 dicembre 2012, con la motivazione seguente: "Since November 2011, al-Nusrah Front has claimed nearly 600 attacks - ranging from more than 40 suicide attacks to small arms and improvised explosive device operations - in major city centers including Damascus, Aleppo, Hamah, Dara, Homs, Idlib, and Dayr al-Zawr. During these attacks numerous innocent Syrians have been killed. Through these attacks, al-Nusrah has sought to portray itself as part of the legitimate Syrian opposition while it is, in fact, an attempt by AQI to hijack the struggles of the Syrian people for its own malign purposes" (cfr. https://2009-2017.state.gov/r/pa/prs/ps/2012/12/201759.htm). Per quanto riguarda le Nazioni Unite, il Consiglio di sicurezza ha introdotto "Jabhat Al-Nusra" nella sua "Al-Qaida Sanctions List of Individuals and Entities Subject to the Assets Freeze, Travel Ban and Arms Embargo" il 30 maggio 2013 (cfr. https://www.un.org/press/en/2013/sc11019.doc.htm). Facendo seguito alle Nazioni Unite, l'Unione europea ha aggiunto "Jabhat Al-Nusra" alla propria lista contenuta nella "Council Regulation (EC) No 881/2002 imposing restrictive measures against certain persons and entities associated with the Al Qaida network" il 28 giugno 2013 (https://www.europarl.europa.eu/sides/getAllAnswers.do?reference=P-2013-008210&language=EN). Dal canto suo, l'"Home Office" britannico ha iscritto "Jabhat Al-Nusra", ispirandosi all'esempio del DoS, nella propria lista denominata "Proscribed Terrorist Organisations" nel luglio 2013 (cfr. https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/901434/20200717_Proscription.pdf).
Sviluppatosi inizialmente come un ramo di "Al-Qaïda" e dello "Stato islamico d'Iraq in Siria/nel Levante" (ISIS/ISIL), "Jabhat Al-Nusra" è un'organizzazione salafista jihadista e, nello stesso tempo, un gruppo insurrezionale contro il regime alauita del clan Assad in Siria. In quanto organizzazione salafista, "Jabhat Al-Nusra aims to purify and restore a perceived initial form of the Islamic faith". In quanto organizzazione jihadista, "Jabhat Al-Nusra" esprime il suo credo ideologico in questi termini: "[...] We perform jihad (guerra santa) for the sake of establishing the governorship of the Shari'ah (legge islamica) until Fitna (divisione, scisma) disappears, the religion of Allah reigns supreme across the Earth and the glory and dignity of our Ummah (comunità dei musulmani)is restored [...]. We perform jihad by the hand and the tongue, as well as the money, body, heart and possessions until Allah makes it victorious or we die defending it". In quanto gruppo insurrezionale, "the main strategic and political goal of Jabhat Al-Nusra is the establishment of an Islamic Caliphate in Greater Syria [...] which includes the modern states of Syria, Lebanon, Jordan, Israel and the territory controlled by the Palestinian Authority". Nel corso del 2013 e del 2014, "Jabhat Al-Nusra" ha avuto degli aspri conflitti con lo "Stato islamico", anche sul terreno, per essersi rifiutato di riconoscerne il primato nel campo dell'ideologia salafista jihadista e per il controllo di altre organizzazioni jihadiste in Siria, ribadendo la propria fedeltà ad "Al-Qaïda". Cionondimeno, nel 2016, "Jabhat Al-Nusra" ha rotto i suoi legami con "Al-Qaïda" ed ha mutato la propria denominazione, diventando dapprima il "Fronte per la conquista del Levante" (Jabhat Fateh al-Sham/JFS), e quindi "Hay'at Tahrir al-Sham" (HTS; cfr. Ioannis E. Kotoulas, National & Kapodistrian University of Athens, Turkish and Modern Asian Studies, Adjunct Lecturer in Geopolitics, "Ideological Principles of Jabhat Al-Nusra in Al Risalah Magazine", dicembre 2018, articolo scaricabile all'indirizzo: https://www.researchgate.net/; cfr. anche, per più dettagli, Charles Lister, Senior Fellow and Director of the Syria and Countering Terrorism and Extremism Programs at the Middle East Institute, "Profiling Jabhat al-Nusra", luglio 2016, articolo scaricabile all'indirizzo: https://www.brookings.edu).
11.3 Lo "Stato islamico", le cui radici affondano almeno nel 1999, è un'entità che ha subito molteplici mutamenti da allora, e ciò in funzione degli attentati da esso perpetrati, per cominciare in Giordania, e delle sue conquiste territoriali in Medio Oriente (Iraq e Siria), venendo così identificato dapprima come "Al-Qaïda in Iraq" (AQI), quindi come "Stato islamico d'Iraq in Siria/nel Levante" (ISIS/ISIL) e, per finire, come "Stato islamico" ("Islamic State"/IS) senza ulteriori precisazioni.
Lo "Stato islamico" è stato designato dal DoS come FTO, in quanto "Islamic State of Iraq and the Levant (formerly al-Qaida in Iraq)", il 17 dicembre 2004 (cfr. https://www.state.gov/foreign-terrorist-organizations/). Passati dieci anni, nel luglio 2014, il DoS affermava che lo "Stato islamico" non è più una mera organizzazione terroristica "[...] it is a full-blown army", anche con riferimento al ruolo assunto dai cosiddetti "foreign fighters", tenuto conto che, secondo dati statistici di quell'anno, "there are likely to be at least 15'000 foreign fighters in Syria and Iraq from at least 90 different countries. Considering the unprecedented scale of this foreign flow, the issue of "blowback" - or citizens returning to their home countries to carry out terrorist attacks - has generated a great deal of attention" (cfr. Charles Lister, "Profiling the Islamic State", novembre 2014, articolo scaricabile all'indirizzo: https://www.brookings.edu/research/profiling-the-islamic-state/).
Dal canto suo, la Svizzera ha vietato lo "Stato islamico" con effetto dal 1° gennaio 2015 (cfr. artt. 1° lett. a e 4 LAQSI).
12.
Per quanto riguarda la minaccia terroristica di "Al-Qaïda", di "Jabhat Al-Nusra" e dello "Stato islamico" all'indirizzo della Svizzera dal 2014 al 2017 (periodo coprente l'attività del ricorrente sanzionata dal TPF), e fino ad oggi, è utile riferirsi ai rapporti annuali del SIC "La sicurezza della Svizzera", liberamente disponibili su internet anche al grande pubblico (cfr. https://www.vbs.admin.ch/it/home.html, alla rubrica "Servizio delle attività informative della Confederazione").
12.1 Nel suo rapporto del 2014, il SIC constatava che la minaccia terroristica alla sicurezza interna ed esterna della Svizzera "è originata soprattutto dal terrorismo di matrice jihadista, cioè dal movimento con finalità globali ispirato all'ideologia di Al-Qaïda", precisando che "in Siria il gruppo jihadista Fronte Al-Nusra [è] ufficialmente affiliato al nucleo Al-Qaïda e all'origine di gravi attentati sul suolo siriano [...]" (SIC 2014, pagg. 25 e 28). Riguardo alla diffusione del jihadismo su internet in Svizzera, il SIC sottolineava "la radicalizzazione di singoli individui [...] un'evoluzione in cui la rete Internet svolge un ruolo centrale", nonché "l'intensificazione della propaganda jihadista in Internet, in particolare nei social network quali facebook e youtube" (SIC 2014, pag. 30).
12.2 Nel suo rapporto del 2015, il SIC notava che, nonostante l'indebolimento del suo nucleo in seguito all'apparizione dello "Stato islamico" e all'uccisione di Osama Bin Laden, "Al-Qaïda" continuava la sua attività terroristica grazie alle sue "numerose emanazioni locali", tra cui "il Fronte Al-Nusra in Siria" (SIC 2015, pag. 21). Il SIC evidenziava che "il modus operandi dello - Stato islamico - in parti dell'Iraq e della Siria polarizza il movimento jihadista e implica una rivendicazione di fatto del ruolo di guida ideologica in seno a tale movimento. Il nucleo di Al-Qaïda è sotto pressione: il suo potenziale di minaccia immediato si situa in primo luogo a livello di propaganda. I vertici del nucleo di Al-Qaïda continuano a invocare in tutto il mondo il ricorso alla violenza in nome della jihad, ispirando e motivando aspiranti jihadisti" (SIC 2015, pag. 30). Su questa scia, il SIC aggiungeva che "la disputa in corso tra il nucleo di Al-Qaïda e lo - Stato islamico - per il ruolo di guida ideologica in seno al movimento jihadista internazionale rende più elevata la minaccia terroristica anche per il nostro Paese. Attentati in Occidente ad alto impatto mediatico potrebbero servire a simpatizzanti o membri delle due organizzazioni come utile strumento di posizionamento" (SIC 2015, pag. 35).
12.3 Nel suo rapporto del 2016, il SIC rilevava che "il terrorismo di matrice jihadista costituisce a tutt'oggi una grave minaccia nelle zone di conflitto a presenza jihadista, ma anche all'interno di Stati occidentali, di Paesi musulmani e di altre Nazioni ancora" (SIS 2016, pag. 33). Il SIC identificava due forme di tale minaccia, una costituita da persone radicalizzate recatesi in zone di conflitto a presenza jihadista e poi rientrate in Svizzera, l'altra "rappresentata da individui radicalizzati che soggiornano in Stati occidentali e che non hanno l'intenzione di recarsi in aree di combattimento. Simili individui possono sostenere potenziali attentatori durante i preparativi di un attentato o dopo la sua esecuzione" (SIC 2016, pag. 39). Il SIC confermava inoltre che "lo - Stato islamico - ha di fatto assunto il ruolo di guida del movimento jihadista", aggiungendo che "il nucleo di Al-Qaïda ha ancora l'intenzione di perpetrare attentati nei Paesi occidentali al fine di mantenere un ruolo di rilievo nel movimento jihadista. Siccome però non dispone quasi più dei mezzi necessari per compiere un attentato, il nucleo di Al-Qaïda dipende in modo crescente dal sostegno di una delle sue emanazioni" (SIC 2016, pag. 44).
12.4 Nel suo rapporto del 2017, il SIC riaffermava che "in Svizzera la minaccia terroristica rimane elevata. La minaccia è dovuta soprattutto allo - Stato islamico - e a singoli individui o piccoli gruppi che ne seguono le istruzioni o che ad esso si ispirano. La minaccia rappresentata dal gruppo terroristico Al-Qaïda rimane invariata" (SIC 2017, pag. 36). Il SIC osservava che "gran parte degli utenti individuati in Svizzera nel quadro della sorveglianza di siti internet jihadisti simpatizza per il nucleo di Al-Qaïda e le sue diramazioni", e che "nell'estate 2016 il Fronte Al-Nusra (Jabhat al-Nusra), operativo in Siria, si è staccato ufficialmente dal nucleo di Al-Qaïda", diventando "il JFS [che] combatte principalmente contro il regime siriano del presidente Bashar al-Assad e intende costituire uno Stato islamico in Siria" (SIC 2017, pagg. 37 e 38). In relazione alla pericolosità dello "Stato islamico", il SIC riferiva che "tra i possibili obiettivi di attentati sul suolo svizzero figurano in particolare gli interessi di Stati che partecipano alla coalizione militare contro lo - Stato islamico - nonché interessi russi, ebraici/israeliani e arabi" (SIC 2017, pagg. 48 e 49). Quanto a "Jabhat al-Nusra" (JFS, in seguito HTS [cfr. consid. 11.2]), il SIC rilevava che il "cambiamento di denominazione è probabilmente dovuto a motivi tattici e non comporta modifiche a livello ideologico o riguardo agli obiettivi perseguiti in Siria. La minaccia derivante da questa organizzazione non è dunque sostanzialmente cambiata. L'ulteriore evoluzione della minaccia dipenderà in gran parte dall'esito dei combattimenti in Siria. Il JFS non ha finora esortato a commettere attentati in Occidente, ma potrebbe assumere anche posizioni ostili all'Occidente se dovesse essere esposto a maggiori pressioni in Siria" (SIC 2017, pag. 49).
12.5 Per quanto concerne i rapporti del SIC relativi agli anni 2018, 2019 e 2020, successivi quindi all'attività del ricorrente sanzionata dal TPF, ma utili per illustrare la persistenza del fenomeno del terrorismo sul piano internazionale, da essi risulta che il livello della minaccia jihadista per la Svizzera ha continuato e continua ad essere "elevato", e che "la minaccia più probabile è rappresentata da attacchi caratterizzati da un dispendio logistico modesto, eseguiti da autori isolati o piccoli gruppi". Il grado della minaccia era ed è correlato alla diffusione dell'ideologia jihadista via internet, che è "indipendente da vincoli territoriali" e che permette di radicalizzare, tramite la propaganda jihadista, anche quelle persone, cosiddette "homegrown jihadisti", che non hanno mai intrapreso e non hanno nemmeno l'intenzione d'intraprendere viaggi all'estero a scopo d'indottrinamento estremista (cfr. SIC 2018, 2019 e 2020 passim).
13.
13.1 In concreto è necessario, per prima cosa, sgomberare il campo dal malinteso a cui il ricorrente dà adito quando afferma che non è stato condannato dal TPF per violazione dell'art. 260ter

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260ter - 1 È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
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1 | È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
a | partecipa a un'organizzazione che ha lo scopo di: |
a1 | commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali, o |
a2 | commettere atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto; o |
b | sostiene una tale organizzazione nella sua attività. |
2 | Il capoverso 1 lettera b non si applica ai servizi umanitari forniti da un'organizzazione umanitaria imparziale, quale il Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente all'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949343. |
3 | Se esercita un'influenza determinante all'interno dell'organizzazione, l'autore è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. |
4 | Il giudice può attenuare la pena (art. 48a) se l'autore si sforza di impedire la prosecuzione dell'attività dell'organizzazione. |
5 | È punibile anche chi commette il reato all'estero, se l'organizzazione esercita o intende esercitare l'attività criminale in tutto o in parte in Svizzera. L'articolo 7 capoversi 4 e 5 è applicabile. |

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260ter - 1 È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
|
1 | È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
a | partecipa a un'organizzazione che ha lo scopo di: |
a1 | commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali, o |
a2 | commettere atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto; o |
b | sostiene una tale organizzazione nella sua attività. |
2 | Il capoverso 1 lettera b non si applica ai servizi umanitari forniti da un'organizzazione umanitaria imparziale, quale il Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente all'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949343. |
3 | Se esercita un'influenza determinante all'interno dell'organizzazione, l'autore è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. |
4 | Il giudice può attenuare la pena (art. 48a) se l'autore si sforza di impedire la prosecuzione dell'attività dell'organizzazione. |
5 | È punibile anche chi commette il reato all'estero, se l'organizzazione esercita o intende esercitare l'attività criminale in tutto o in parte in Svizzera. L'articolo 7 capoversi 4 e 5 è applicabile. |

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260ter - 1 È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
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1 | È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
a | partecipa a un'organizzazione che ha lo scopo di: |
a1 | commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali, o |
a2 | commettere atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto; o |
b | sostiene una tale organizzazione nella sua attività. |
2 | Il capoverso 1 lettera b non si applica ai servizi umanitari forniti da un'organizzazione umanitaria imparziale, quale il Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente all'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949343. |
3 | Se esercita un'influenza determinante all'interno dell'organizzazione, l'autore è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. |
4 | Il giudice può attenuare la pena (art. 48a) se l'autore si sforza di impedire la prosecuzione dell'attività dell'organizzazione. |
5 | È punibile anche chi commette il reato all'estero, se l'organizzazione esercita o intende esercitare l'attività criminale in tutto o in parte in Svizzera. L'articolo 7 capoversi 4 e 5 è applicabile. |

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 1 - Una pena o misura può essere inflitta soltanto per un fatto per cui la legge commina espressamente una pena. |
Pertanto, a differenza di quanto sembra voler intendere il ricorrente, egli è stato propriamente condannato per avere sostenuto un'organizzazione criminale, e ciò sulla base degli artt. 2 cpv. 1 LAQSI e 2 cpv. 1 e 2 della previgente OAQ, i quali, come visto, si applicano al posto dell'art. 260ter

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 260ter - 1 È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
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1 | È punito con una pena detentiva sino a dieci anni o con una pena pecuniaria chiunque: |
a | partecipa a un'organizzazione che ha lo scopo di: |
a1 | commettere atti di violenza criminali o di arricchirsi con mezzi criminali, o |
a2 | commettere atti di violenza criminali volti a intimidire la popolazione o a costringere uno Stato o un'organizzazione internazionale a fare o ad omettere un atto; o |
b | sostiene una tale organizzazione nella sua attività. |
2 | Il capoverso 1 lettera b non si applica ai servizi umanitari forniti da un'organizzazione umanitaria imparziale, quale il Comitato internazionale della Croce Rossa, conformemente all'articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949343. |
3 | Se esercita un'influenza determinante all'interno dell'organizzazione, l'autore è punito con una pena detentiva non inferiore a tre anni. |
4 | Il giudice può attenuare la pena (art. 48a) se l'autore si sforza di impedire la prosecuzione dell'attività dell'organizzazione. |
5 | È punibile anche chi commette il reato all'estero, se l'organizzazione esercita o intende esercitare l'attività criminale in tutto o in parte in Svizzera. L'articolo 7 capoversi 4 e 5 è applicabile. |
13.2 A questo punto bisogna rimarcare che l'atto d'accusa del MPC e la sentenza del TPF sembrano aver dato per scontata, come un fatto notorio, l'affiliazione di "Jabhat Al-Nusra" ad "Al-Qaïda" durante il periodo rilevante, che si estenda da ... 2014 a ... 2017. In proposito, come mostrato sopra, l'affiliazione di "Jabhat Al-Nusra" ad "Al-Qaïda" ("entity associated with") nel corso di questo lasso di tempo è stata accertata dalla comunità internazionale e non può quindi che essere riconosciuta in questa sede. In aggiunta a ciò, benché l'affiliazione non implichi necessariamente che l'organizzazione affiliata sia anche un'organizzazione terroristica, nel caso di "Jabhat Al-Nusra" riveste una particolare importanza, sotto il profilo del diritto della cittadinanza (e del diritto degli stranieri), il fatto che perlomeno due dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ossia gli Stati Uniti e il Regno Unito, l'avevano classificato, sul piano nazionale, anche come un'organizzazione terroristica già nel 2012, rispettivamente nel 2013 (cfr. consid. 11.2).
Dimodoché, a partire dalle chiare constatazioni che emergono dai consid. 11 e 12, questo Tribunale esprime il proprio convincimento che, ai fini della presente procedura, "Jabhat Al-Nusra" (JFS/HTS), la cui affiliazione ad "Al-Qaïda" è indubbia, debba essere inoltre riconosciuto, con un alto grado di verosimiglianza, come un'organizzazione criminale dedita, parallelamente alla sua lotta insurrezionale contro il regime alauita del clan Assad, anche al terrorismo.
14.
Ciò posto, è fondamentale in prosieguo determinare in che misura l'attività criminale del ricorrente sia stata e sia eventualmente ancora in grado, a causa della sua importanza, di arrecare un "grave pregiudizio agli interessi della Svizzera", ossia di minare in modo riconoscibile la sicurezza interna ed esterna del Paese, e/o un "grave pregiudizio alla buona reputazione della Svizzera" in seno alla comunità internazionale. In quest'ottica si deve ricordare, da un lato, che il Consiglio federale ha precisato che la revoca della cittadinanza è una misura che può essere "applicata ad esempio a cittadini svizzeri che si rendono colpevoli di atti terroristici", e, dall'altro lato, che commette un reato di terrorismo chiunque partecipa in quanto complice, organizza la perpetrazione o contribuisce alla perpetrazione di un atto di terrorismo (cfr. art. 48 vLCit nonché i consid. 9.1, 9.4 e 10).
15.
I fatti accertati dal MPC, riconosciuti dal ricorrente e ripresi, tali e quali, nella sentenza del TPF, sono pacifici. Essi rivelano due aspetti della vicenda: da un lato, il ricorrente ha organizzato, a decorrere da ... 2014 e fino a ... 2017, azioni di propaganda, proselitismo, indottrinamento e radicalizzazione per "Jabhat Al-Nusra"; dall'altro lato, egli si è adoperato, da ... ad ... 2015 e nel ... 2015, per facilitare a due "foreign fighters" l'accesso al territorio siro-iracheno occupato dallo "Stato islamico" (cfr. consid. C.b).
15.1 In relazione a questa attività a sostegno di "Jabhat Al-Nusra" occorre puntualizzare che, diversamente da quanto sembra pensare il ricorrente (cfr. ricorso, § 3, e replica, § 2 [consid I e L]), essa equivale, volens nolens, ad appartenere a questo gruppo terroristico, anche soltanto sotto il profilo dell'identificazione allo stesso. In proposito, l'appartenenza ad un gruppo terroristico non è solitamente, salvo per le personalità di spicco che lo costituiscono, di dominio pubblico, ma si manifesta piuttosto in modo dissimulato. Prova ne è, in concreto, che il MPC ha dovuto procedere ad un'istruzione penale nei confronti del ricorrente prima di poter arrestarlo ed emanare l'atto d'accusa (cfr. consid. C).
15.2 Nella sua analisi del caso, tendenzialmente improntata al diritto penale, il ricorrente sostiene ("si può inoltre dedurre") che la SEM si è riferita, al punto 9 della sua decisione, perlomeno implicitamente, all'art. 30 cpv. 1 lett. b

SR 141.01 Ordinanza del 17 giugno 2016 sulla cittadinanza svizzera (Ordinanza sulla cittadinanza, OCit) - Ordinanza sulla cittadinanza OCit Art. 30 Revoca della cittadinanza - (art. 42 LCit) |
|
1 | Arreca grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera chi: |
a | commette un crimine o un delitto secondo gli articoli 266, 266bis, 272-274, 275, 275bis e 275ter del Codice penale (CP)11; |
b | commette un grave crimine nel quadro di attività terroristiche, di estremismo violento o di criminalità organizzata; |
c | commette un genocidio (art. 264 CP), un crimine contro l'umanità (art. 264a CP), una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 (art. 264c CP) o un altro crimine di guerra (art. 264d-264h CP); |
d | oltraggia un altro Stato compromettendo in tal modo durevolmente i buoni rapporti della Svizzera con tale Stato (art. 296 CP). |
2 | La revoca presuppone una condanna passata in giudicato. Sono eccettuati i casi in cui un procedimento penale sarebbe impossibile poiché lo Stato in cui sono stati commessi i reati non ha la volontà o la capacità di portare a termine un procedimento penale o ossequiare una domanda estera di assistenza giudiziaria segnatamente in quanto il sistema giudiziario indipendente nel suo insieme o parte rilevante di esso è incapace di funzionare. |

SR 141.01 Ordinanza del 17 giugno 2016 sulla cittadinanza svizzera (Ordinanza sulla cittadinanza, OCit) - Ordinanza sulla cittadinanza OCit Art. 30 Revoca della cittadinanza - (art. 42 LCit) |
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1 | Arreca grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera chi: |
a | commette un crimine o un delitto secondo gli articoli 266, 266bis, 272-274, 275, 275bis e 275ter del Codice penale (CP)11; |
b | commette un grave crimine nel quadro di attività terroristiche, di estremismo violento o di criminalità organizzata; |
c | commette un genocidio (art. 264 CP), un crimine contro l'umanità (art. 264a CP), una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 (art. 264c CP) o un altro crimine di guerra (art. 264d-264h CP); |
d | oltraggia un altro Stato compromettendo in tal modo durevolmente i buoni rapporti della Svizzera con tale Stato (art. 296 CP). |
2 | La revoca presuppone una condanna passata in giudicato. Sono eccettuati i casi in cui un procedimento penale sarebbe impossibile poiché lo Stato in cui sono stati commessi i reati non ha la volontà o la capacità di portare a termine un procedimento penale o ossequiare una domanda estera di assistenza giudiziaria segnatamente in quanto il sistema giudiziario indipendente nel suo insieme o parte rilevante di esso è incapace di funzionare. |

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 296 - Chiunque pubblicamente offende uno Stato estero nella persona del suo capo, nel suo Governo ovvero nella persona di uno dei suoi agenti diplomatici o di uno dei suoi delegati ufficiali a una conferenza diplomatica riunita nella Svizzera o di uno dei suoi rappresentanti ufficiali presso un'istituzione internazionale o una sua organizzazione con sede o riunita nella Svizzera, è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria. |

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 42 - La SEM può, con il consenso dell'autorità del Cantone d'origine, revocare la cittadinanza svizzera, la cittadinanza cantonale e l'attinenza comunale a una persona che possiede anche la cittadinanza di un altro Stato, se la sua condotta è di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera. |
Con riferimento all'art. 30 cpv. 1 lett. b

SR 141.01 Ordinanza del 17 giugno 2016 sulla cittadinanza svizzera (Ordinanza sulla cittadinanza, OCit) - Ordinanza sulla cittadinanza OCit Art. 30 Revoca della cittadinanza - (art. 42 LCit) |
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1 | Arreca grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera chi: |
a | commette un crimine o un delitto secondo gli articoli 266, 266bis, 272-274, 275, 275bis e 275ter del Codice penale (CP)11; |
b | commette un grave crimine nel quadro di attività terroristiche, di estremismo violento o di criminalità organizzata; |
c | commette un genocidio (art. 264 CP), un crimine contro l'umanità (art. 264a CP), una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 (art. 264c CP) o un altro crimine di guerra (art. 264d-264h CP); |
d | oltraggia un altro Stato compromettendo in tal modo durevolmente i buoni rapporti della Svizzera con tale Stato (art. 296 CP). |
2 | La revoca presuppone una condanna passata in giudicato. Sono eccettuati i casi in cui un procedimento penale sarebbe impossibile poiché lo Stato in cui sono stati commessi i reati non ha la volontà o la capacità di portare a termine un procedimento penale o ossequiare una domanda estera di assistenza giudiziaria segnatamente in quanto il sistema giudiziario indipendente nel suo insieme o parte rilevante di esso è incapace di funzionare. |

SR 141.01 Ordinanza del 17 giugno 2016 sulla cittadinanza svizzera (Ordinanza sulla cittadinanza, OCit) - Ordinanza sulla cittadinanza OCit Art. 30 Revoca della cittadinanza - (art. 42 LCit) |
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1 | Arreca grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera chi: |
a | commette un crimine o un delitto secondo gli articoli 266, 266bis, 272-274, 275, 275bis e 275ter del Codice penale (CP)11; |
b | commette un grave crimine nel quadro di attività terroristiche, di estremismo violento o di criminalità organizzata; |
c | commette un genocidio (art. 264 CP), un crimine contro l'umanità (art. 264a CP), una grave violazione delle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 (art. 264c CP) o un altro crimine di guerra (art. 264d-264h CP); |
d | oltraggia un altro Stato compromettendo in tal modo durevolmente i buoni rapporti della Svizzera con tale Stato (art. 296 CP). |
2 | La revoca presuppone una condanna passata in giudicato. Sono eccettuati i casi in cui un procedimento penale sarebbe impossibile poiché lo Stato in cui sono stati commessi i reati non ha la volontà o la capacità di portare a termine un procedimento penale o ossequiare una domanda estera di assistenza giudiziaria segnatamente in quanto il sistema giudiziario indipendente nel suo insieme o parte rilevante di esso è incapace di funzionare. |

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 48 Esecuzione - Il Consiglio federale è incaricato d'eseguire la presente legge. |

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 48 Esecuzione - Il Consiglio federale è incaricato d'eseguire la presente legge. |

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 42 - La SEM può, con il consenso dell'autorità del Cantone d'origine, revocare la cittadinanza svizzera, la cittadinanza cantonale e l'attinenza comunale a una persona che possiede anche la cittadinanza di un altro Stato, se la sua condotta è di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera. |
In relazione all'art. 296

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 296 - Chiunque pubblicamente offende uno Stato estero nella persona del suo capo, nel suo Governo ovvero nella persona di uno dei suoi agenti diplomatici o di uno dei suoi delegati ufficiali a una conferenza diplomatica riunita nella Svizzera o di uno dei suoi rappresentanti ufficiali presso un'istituzione internazionale o una sua organizzazione con sede o riunita nella Svizzera, è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria. |

SR 311.0 Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 CP Art. 296 - Chiunque pubblicamente offende uno Stato estero nella persona del suo capo, nel suo Governo ovvero nella persona di uno dei suoi agenti diplomatici o di uno dei suoi delegati ufficiali a una conferenza diplomatica riunita nella Svizzera o di uno dei suoi rappresentanti ufficiali presso un'istituzione internazionale o una sua organizzazione con sede o riunita nella Svizzera, è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria. |

SR 141.01 Ordinanza del 17 giugno 2016 sulla cittadinanza svizzera (Ordinanza sulla cittadinanza, OCit) - Ordinanza sulla cittadinanza OCit Art. 31 Abrogazione e modifica di altri atti normativi - L'abrogazione e la modifica di altri atti normativi sono disciplinate nell'allegato. |
15.3
15.3.1 Riguardo al primo aspetto della vicenda all'esame, importa sottolineare, anche se ciò può sembrare un'evidenza, che il ricorrente, diversamente da quanto traspare dalla sua replica (cfr. consid. L), non è stato condannato dal TPF per un cosiddetto "reato d'opinione". Infatti, le sue esternazioni ideologiche e religiose, riportate nell'atto d'accusa del MPC, sono state proferite in una logica di proselitismo, indottrinamento e radicalizzazione implicanti persone concrete, in periodi e località precisi, e ciò nel contesto, sopra descritto, del terrorismo internazionale incarnato principalmente da "Al-Qaïda", con i suoi "alias", e dallo "Stato islamico".
Vale la pena citare le esternazioni più salienti del ricorrente: "[...] la morte da martire nell'islam è considerata la morte migliore poiché è scritto nel Corano e il martire che muore combattendo in nome di Allah raggiunge il paradiso [...]"; "[...] un musulmano non può negare la jihad armata, altrimenti commetterebbe un atto di miscredenza siccome è previsto dal Corano (che bisogna seguire alla lettera piegando il proprio volere ad Allah) [...]"; "[...] secondo l'Aqidah (credo), anche il combattere, e pertanto la jihad armata, può divenire un'adorazione [...]"; "[...] nell'islam esiste il concetto di - occhio per occhio, dente per dente - [...]"; e "[...] un musulmano quando fa da'wa (insegnamento dell'Islam ai non musulmani) lo fa anche con le azioni, pertanto la parola data ad Allah bisogna mantenerla e bisogna mettere in atto quanto detto e promesso in nome di Allah, pena di peccare di ipocrisia [...]". In questo contesto di fede salafista jihadista, il ricorrente fa l'apologia di "Jabhat Al-Nusra" che contrappone, sul piano della jihad armata, allo "Stato islamico": "[...] il gruppo Jabhat al-Nusra è nel giusto poiché i suoi obiettivi e le sue attività in territori di guerra sono volti a liberare la popolazione oppressa dal regime di Bashar al Assad e dall'ISIS che uccide i - fratelli - nell'islam, tra cui anche gli stessi combattenti appartenenti ai gruppi ribelli come Jabhat al-Nusra [...]"; "[...] contrariamente a quanto fa l'ISIS compiendo attentati in Europa e nel mondo, la terra per combattere e fare jihad armata sono i paesi come la Siria e l'Iraq in cui i musulmani sono oppressi e bisogna aiutare a liberare la popolazione perché nell'islam è un diritto e un dovere difendersi dall'oppressore, esattamente come sta facendo il gruppo Jabhat al-Nusra [...]".
Come riassume l'atto d'accusa del MPC, il ricorrente ha insegnato o tentato di insegnare, nel modo che si palesa nelle sue esternazioni appena citate, e ricorrendo pure ai "nasheed (canti di propaganda jihadista ove vengono incitate le persone ad unirsi alla jihad armata)", una "visione radicale dell'islam riconducibile ai principi del gruppo Jabhat al-Nusra", e ciò non soltanto in Svizzera, ma anche in Italia. In particolare, il ricorrente è riuscito a diventare, per due persone, un "punto di riferimento per la fede islamica radicale", tanto da farle "sentire in dovere di chiedergli [...] l'approvazione per partire a combattere in territorio siro-iracheno".
Stando così le cose, questo Tribunale prende atto che l'azione di propaganda religiosa e ideologica del ricorrente, esercitata sia in Svizzera che in Italia, era senz'altro mirata a formare dei musulmani radicali (salafisti) e, potenzialmente, dei jihadisti, detti anche "foreign fighters" (cfr. consid. 15.4), in conformità al credo di "Jabhat Al-Nusra", e ciò allo scopo di rinforzare le fila di quest'ultimo in Siria (cfr. consid. 11.2). In questo senso, poco importa che il ricorrente distingua "Jabhat Al-Nusra" dallo "Stato islamico" sul piano delle modalità e delle finalità della jihad armata, nella misura in cui la medesima implica l'esecuzione, in una forma o in un'altra, di atti di terrorismo.
15.3.2 Dal punto di vista degli interessi nazionali della Svizzera (sicurezza interna ed esterna [cfr. consid. 9.4.1]), non vi sono dubbi che l'agire del ricorrente, protrattosi sull'arco di tre anni e terminatosi soltanto grazie all'intervento del MPC, ha pregiudicato la sovranità e la neutralità del Paese. Infatti, formare dei musulmani radicali (salafisti) in Svizzera, potenzialmente pronti a mutarsi in jihadisti per combattere all'estero ("foreign fighters"), sia come guerriglieri, sia come truppe paramilitari o in altro modo ancora, è assimilabile, in definitiva, ad una forma di reclutamento non ufficiale, ciò che rappresenta una sfida ai poteri pubblici ed una violazione del monopolio che lo Stato svizzero detiene sull'esercizio legittimo della forza, in particolare armata (cfr., in proposito, gli artt. 58 cpv. 3, 60 cpv. 1, 173 cpv. 1 lett. d e 185 cpv. 4 Cost.), come pure una violazione della sua neutralità (cfr. artt. 173 cpv. 1 lett. a e 185 cpv. 1 Cost.). Questa compromissione della sovranità, e anche della neutralità della Svizzera, deve essere considerata, per sua intrinseca natura, come grave, in quanto intacca i fondamenti stessi dell'esistenza e della continuità dello Stato. Peraltro, la gravità di questa compromissione è accresciuta dal fatto che il ricorrente ha sfidato e violato il monopolio statale dell'esercizio legittimo della forza non soltanto in Svizzera, ma pure in Italia, e magari anche in Turchia. A ciò bisogna aggiungere, come risulta chiaramente dalle valutazioni del SIC (cfr. consid. 12), che un musulmano radicale (salafista) disposto ad intraprendere la jihad armata in paesi esteri in guerra, per esempio in Siria, può pure essere disposto ad effettuare degli atti terroristici in Svizzera o altrove in Europa, in particolare nello spazio Schengen, dove la Svizzera funge, è bene ricordarlo, da garante ("Sachwalter") degli interessi degli altri Stati membri (cfr. DTAF 2001/48 consid. 6.1). Anche questa dimensione dell'agire del ricorrente contribuisce a moltiplicare l'intensità della minaccia per la sicurezza nazionale della Svizzera.
Dal punto di vista della buona reputazione della Svizzera in seno alla comunità internazionale (cfr. consid. 9.4.2), il fatto che il ricorrente, come cittadino svizzero (binazionale), si sia dedicato alla formazione di musulmani radicali (salafisti), potenzialmente pronti a mutarsi in jihadisti per combattere o effettuare atti terroristici all'estero, in primo luogo nel Medio Oriente, ma anche, a dipendenza delle circostanze, nello spazio Schengen o in altre zone del mondo, ha senz'altro inflitto un pregiudizio, che perdura, al prestigio della Svizzera sul piano diplomatico. Questo pregiudizio deve essere qualificato, per sua intrinseca natura, come grave, in quanto concerne i cardini della diplomazia ufficiale svizzera, ossia la neutralità, i buoni uffici e la promozione della pace e dei diritti dell'uomo. In proposito, poco importa che il caso del ricorrente non abbia creato uno scandalo internazionale, compromettendo le relazioni diplomatiche della Svizzera con un altro Stato o con più Stati. Poco importa anche che all'agire del ricorrente non si possa attribuire un influsso tangibile, misurabile, sul terreno in Siria o altrove, come è invece possibile, ad esempio, per chi ha concepito ed eseguito gli attentati dell'11 settembre 2001 negli Stati Uniti o del 7 gennaio 2015 in Francia. Quello che conta è che l'azione del ricorrente, a prescindere dal suo impatto reale sul divenire del movimento jihadista, è precisamente incompatibile con l'immagine ufficiale che la Svizzera, principalmente mediante la sua diplomazia, proietta di sé stessa sulla scena internazionale, e con la percezione che ne ha la comunità degli Stati.
15.4 Riguardo al secondo aspetto della vicenda, ossia il fatto di avere facilitato a due "foreign fighters" l'accesso al territorio siro-iracheno occupato dallo "Stato islamico", buona parte delle riflessioni esposte al consid. 15.3.2, conservano, mutatis mutandis, la loro validità.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nella sua risoluzione 2170 del 15 agosto 2014, affermava di condannare "the recruitment by ISIL, ANF [Al Nusrah Front] and all other individuals, groups and entities associated with Al-Qaida of foreign terrorist fighters, whose presence is exacerbating conflict and contributing to violent radicalisation", ribadendo "its decision that States shall prevent the direct o indirect supply, sale, or transfer to ISIL, ANF [...] of arms and related material of all types [...]" (risoluzione 2170, §§ 7 e 10). Nel susseguente rapporto del 14 novembre 2014 (S/2014/815), sottoposto al Consiglio di sicurezza dal gruppo d'esperti da esso incaricato, è notato che "[...] foreign terrorist fighter networks within ISIL and ANF already threaten a range of other States [other than Iraq and Syria]" (rapporto, § 24). Nel rapporto è rilevato che "the threat beyond the region derives from three primary strands. The first of these are the large and diverse networks of foreign terrorist fighters, primarily associated with ISIL but also present within ANF [...]. The second is the power of the toxic ideology of ISIL and ANF, neatly packaged in digital propaganda available in varying forms and many languages [...]. ISIL is taking full advantage of a plural and decentralized social media environment. Using a crowd-sourcing strategy, ISIL produces digital propaganda in greater frequency than other groups [...]. The third threat derives from operational innovation that has taken place during the fighting in Iraq and the Syrian Arab Republic [...]" (rapporto, §§ 27, 28, 30 e 32). Dal canto suo, l'esperto Charles Lister, già citato ai consid. 11.2 e 11.3, valutava a fine 2014 che "the chance that a foreign fighter might choose to return home to carry out an attack is quite unpredictable and should be treated as plausible. Judging by data from 1990 - 2010, approximately 11% of foreign fighters have become active security threats after returning home - not a small number" (Charles Lister, op. cit., pag. 34).
Ora, alla luce di queste constatazioni del Consiglio di sicurezza, del gruppo di esperti da lui incaricato e di Charles Lister, le quali sono determinanti per il periodo che interessa la presente causa (2014 - 2017), appare chiaro che l'agire del ricorrente ha causato, indipendentemente dal suo risultato concreto, un pregiudizio agli interessi nazionali della Svizzera, nella misura in cui ha messo in pericolo la sua sicurezza interna ed esterna. Questo pregiudizio deve essere considerato, per sua intrinseca natura, come grave, in quanto si rapporta alla sovranità e alla neutralità della Svizzera, che costituiscono due colonne portanti della continuità del suo ordinamento giuridico statale. Affermare il contrario significherebbe minimizzare, a priori, la propaganda, il proselitismo, l'indottrinamento, la radicalizzazione e la facilitazione dell'invio di "foreign fighters" all'estero, azioni la cui gravità potrebbe quindi essere accertata, in definitiva, soltanto dopo l'esecuzione di un atto di terrorismo. Ora, una concezione del genere non è palesemente conciliabile con l'obbligo di garantire la sicurezza interna ed esterna dello Stato, la quale, per essere effettiva, deve realizzarsi, nel limite del possibile, preventivamente (cfr., a titolo illustrativo, la sentenza del TPF SK.2016.9, citata al consid. 9.3.2: "[...] die öffentliche Sicherheit schon im Vorfeld einer Straftat schützen [...]).
15.5 In definitiva, tenendo conto di tutti gli argomenti e di tutte le riflessioni esposti in precedenza, questo Tribunale deve constatare che la condotta del ricorrente, sanzionata dal TPF, è stata di grave pregiudizio agli interessi e alla buona reputazione della Svizzera, così come intesi dall'art. 48 vLCit. È pertanto a giusta ragione che la SEM ha proceduto alla revoca della cittadinanza svizzera del ricorrente, in conformità agli artt. 41 cpv. 1bis e 48 vLCit.
16.
È necessario in seguito verificare se la revoca della cittadinanza svizzera del ricorrente è anche conforme al principio della proporzionalità, e ciò in funzione del complesso delle circostanze della fattispecie nonché, se del caso, del diritto del ricorrente al rispetto della sua vita privata e familiare secondo l'art. 8

IR 0.101 Convenzione del 4 novembre 1950 per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) CEDU Art. 8 Diritto al rispetto della vita privata e familiare - 1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
|
1 | Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
2 | Non può esservi ingerenza della pubblica autorità nell'esercizio di tale diritto se non in quanto tale ingerenza sia prevista dalla legge e in quanto costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria per la sicurezza nazionale, l'ordine pubblico, il benessere economico del paese, la prevenzione dei reati, la protezione della salute o della morale, o la protezione dei diritti e delle libertà altrui. |
Per procedere a questo esame è indispensabile ricordarsi che lo scopo d'interesse pubblico perseguito dall'art. 48 vLCit con l'opzione della revoca della cittadinanza svizzera, è quello di evitare che un cittadino svizzero bi- o plurinazionale arrechi o continui ad arrecare, con la sua condotta, un grave pregiudizio agli interessi nazionali e/o alla buona reputazione della Svizzera. In concreto, si tratta della protezione della società e dello Stato dalla minaccia del terrorismo. In questa prospettiva è pertinente la condotta passata del ricorrente (accertata), ma pure, se del caso, la sua condotta presente (accertabile) e la sua condotta futura (fondatamente prevedibile) devono essere prese in considerazione.
17.
17.1 In generale, l'attività dello Stato deve rispondere al pubblico interesse ed essere proporzionata allo scopo (art. 5 cpv. 2

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 5 Stato di diritto - 1 Il diritto è fondamento e limite dell'attività dello Stato. |
|
1 | Il diritto è fondamento e limite dell'attività dello Stato. |
2 | L'attività dello Stato deve rispondere al pubblico interesse ed essere proporzionata allo scopo. |
3 | Organi dello Stato, autorità e privati agiscono secondo il principio della buona fede. |
4 | La Confederazione e i Cantoni rispettano il diritto internazionale. |
17.2 In concreto, per prima cosa, è opportuno osservare che, dal punto di vista del diritto della cittadinanza, il ricorrente, naturalizzato svizzero, ha tradito gravemente la fiducia in lui riposta dalle autorità della Svizzera sostenendo il terrorismo nella maniera descritta ai considerandi precedenti. In base a questo dato di fatto, si può senz'altro affermare che, se avesse inoltrato la sua domanda di naturalizzazione dopo avere commesso gli atti per i quali è stato condannato dal TPF (o anche solo durante il procedimento penale), il ricorrente non avrebbe ottenuto, con ogni probabilità, la cittadinanza svizzera. Peraltro, non sembra fuori luogo supporre, anche con riferimento al principio dell'uguaglianza giuridica, che uno straniero residente legalmente in Svizzera, al quale fossero imputati degli atti simili a quelli commessi dal ricorrente, rischierebbe di destare l'attenzione delle autorità amministrative competenti ad applicare la LStrI.
Rispetto all'idoneità della revoca della cittadinanza svizzera a raggiungere lo scopo d'interesse pubblico fissato dall'art. 48 vLCit, essa deve essere ammessa per il motivo che è stata prevista espressamente dal legislatore. In questo senso, privare il ricorrente della sua cittadinanza svizzera non ha soltanto una funzione riparatoria indiretta del grave pregiudizio causato agli interessi nazionali e alla buona reputazione della Svizzera, ma è pure presumibile che abbia, nel migliore dei casi, un effetto deterrente sulla sua condotta presente e futura, a salvaguardia dei detti interessi fondamentali dello Stato. Infatti, il ricorrente ritroverà la sua situazione di straniero, a cui sarà nuovamente applicabile la LStrI (cfr., per analogia, DTF 135 II 1, già citata, consid. 3.4: "Gleichzeitig wird [die eingebürgerte Person] wieder zu einem Ausländer, für den das Ausländerrecht erneut anwendbar ist. Die betroffene Person wird insofern in den Zustand vor der Einbürgerung zurückversetzt"). Bisogna però precisare che il ripristino del suo statuto giuridico (tipo di permesso), anteriore alla sua naturalizzazione, non sarà automatico (cfr., per analogia, la sentenza del Tribunale federale 2C_814/2020 del 18 marzo 2021 consid. 4.2).
Riguardo alla necessità della revoca della cittadinanza per raggiungere lo scopo d'interesse pubblico fissato dall'art. 48 vLCit, si deve constatare che non vi sono misure legali di minore incisività, e ciò secondo il principio "o tutto o niente": la revoca della cittadinanza non può essere parziale o modulabile in funzioni di determinati criteri. Sotto questo profilo, la revoca della cittadinanza si distingue, per esempio, dai divieti d'entrata, la cui durata può essere ridotta, diventando così meno pregiudizievole, e i quali, inoltre, possono lasciare il passo, se del caso, ad un ammonimento (cfr. artt. 67 e 96 LStrI). Fatta questa premessa, la revoca della cittadinanza è comunque lungi da implicare l'allontanamento dalla Svizzera, corredato da un corrispondente divieto d'entrata per l'intero spazio Schengen, dato che le autorità competenti dovranno innanzitutto rifiutare o, se del caso, annullare il permesso di cui il ricorrente era titolare al momento della sua naturalizzazione (permesso di soggiorno per motivi umanitari [sic], permesso B o permesso C [cfr. consid. A]), e ciò mediante una decisione formale impugnabile che presuppone, in particolare, un esame della proporzionalità (cfr. artt. 64 cpv.1 lett. c e 96 LStrI; cfr. DTF 135 II 1, già citata, consid. 3.4 e, per esempio, la sentenza del Tribunale federale 2C_37/2014 del 15 agosto 2014 consid. 4.1).
In relazione alla ponderazione dello scopo d'interesse pubblico fissato dall'art. 48 vLCit e degli interessi privati che il ricorrente può derivare dalla titolarità della cittadinanza svizzera, si osservi quanto segue. Alla luce della vicenda di cui il ricorrente è stato il protagonista, l'interesse pubblico a prevenire ulteriori gravi pregiudizi alla sicurezza interna ed esterna e/o alla buona reputazione della Svizzera prevale manifestamente sul suo interesse privato a potere beneficiare delle prerogative che discendono dal possesso del passaporto svizzero, in primis l'esercizio dei diritti politici (cfr. art. 39

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 39 Esercizio dei diritti politici - 1 La Confederazione disciplina l'esercizio dei diritti politici in materia federale e i Cantoni in materia cantonale e comunale. |
|
1 | La Confederazione disciplina l'esercizio dei diritti politici in materia federale e i Cantoni in materia cantonale e comunale. |
2 | I diritti politici si esercitano nel luogo di domicilio. La Confederazione e i Cantoni possono prevedere eccezioni. |
3 | Nessuno può esercitare i diritti politici in più di un Cantone. |
4 | I Cantoni possono prevedere che i neodomiciliati esercitino il diritto di voto in materia cantonale e comunale soltanto dopo un termine d'attesa che non può superare tre mesi. |
17.3 Se ne deve concludere che la revoca della cittadinanza del ricorrente soddisfa le esigenze del principio di proporzionalità riguardo alla sua idoneità, alla sua necessità e alla sua preponderanza per la difesa della sicurezza nazionale, in senso lato, della Svizzera. Tuttavia, è ancora necessario esaminare se la revoca sia compatibile, per quanto applicabile, anche con l'art. 8

IR 0.101 Convenzione del 4 novembre 1950 per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) CEDU Art. 8 Diritto al rispetto della vita privata e familiare - 1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
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1 | Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
2 | Non può esservi ingerenza della pubblica autorità nell'esercizio di tale diritto se non in quanto tale ingerenza sia prevista dalla legge e in quanto costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria per la sicurezza nazionale, l'ordine pubblico, il benessere economico del paese, la prevenzione dei reati, la protezione della salute o della morale, o la protezione dei diritti e delle libertà altrui. |
18.
Secondo l'art. 8

IR 0.101 Convenzione del 4 novembre 1950 per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) CEDU Art. 8 Diritto al rispetto della vita privata e familiare - 1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
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1 | Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
2 | Non può esservi ingerenza della pubblica autorità nell'esercizio di tale diritto se non in quanto tale ingerenza sia prevista dalla legge e in quanto costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria per la sicurezza nazionale, l'ordine pubblico, il benessere economico del paese, la prevenzione dei reati, la protezione della salute o della morale, o la protezione dei diritti e delle libertà altrui. |
19.
In merito al rapporto tra il diritto al rispetto della propria vita privata e familiare e la revoca della cittadinanza occorre richiamare l'attenzione sull'evoluzione della giurisprudenza della CorteEDU.
19.1 La CorteEDU ha osservato che "les organes de la Convention ont pendant longtemps systématiquement rejeté comme étant incompatibles ratione materiae avec les dispositions de la Convention les requêtes portant sur des cas de perte de la nationalité, que celle-ci fût acquise ou de naissance, au motif que la Convention ne garantissait pas pareil droit (voir, par exemple, X c. Autriche, no 5212/71, décision de la Commission du 5 octobre 1972). Ces dernières années, toutefois, (...) la Cour a dit que bien que le droit à la nationalité ne soit pas en tant que tel garanti par la Convention ou par ses Protocoles, il n'est pas exclu qu'un refus arbitraire de la nationalité puisse dans certaines conditions poser un problème au regard de l'article 8 de la Convention à raison de l'impact que pareil refus peut avoir sur la vie privée de la personne concernée (...). À la vérité, la plupart des affaires de nationalité qui ont été portées devant la Cour depuis l'évolution susmentionnée de la jurisprudence concernaient des requérants qui revendiquaient le droit d'acquérir une nationalité et se plaignaient d'un refus de reconnaissance de cette nationalité (voir, par exemple, Karassev c. Finlande (déc.), no 31414/96, CEDH 1999-II) et non des requérants qui se plaignaient d'avoir été déchus d'une nationalité acquise ou de naissance. Néanmoins, la Cour estime que la perte d'une nationalité acquise ou de naissance peut produire un effet identique (voire un effet plus important encore) sur la vie privée et familiale de la personne concernée. Il s'ensuit que rien ne justifie d'opérer une distinction entre les deux situations et que c'est le même critère qui doit s'appliquer. Ainsi, une déchéance arbitraire de nationalité pourrait dans certaines circonstances poser un problème au regard de l'article 8 de la Convention du fait de son impact sur la vie privée de l'intéressé. Par conséquent, il y a lieu en l'espèce de rechercher si les décisions prises par les autorités maltaises présentaient pareil caractère arbitraire et si elles ont produit des conséquences de nature à soulever des questions au regard de l'article 8 de la Convention" (sentenza CorteEDU - Ramadan c. Malta, n. 76136/12, 17 ottobre 2016, §§ 84 e 85).
In una decisione più recente, nella sola versione ufficiale inglese, la CorteEDU ha precisato che "in determining whether a revocation of citizenship is in breach of Article 8, the Court has addressed two separate issues: whether the revocation was arbitrary; and what the consequences of revocation were for the applicant. In determining arbitrariness, the Court has had regard to whether the revocation was in accordance with the law; whether it was accompanied by the necessary procedural safeguards, including whether the person deprived of citizenship was allowed the opportunity to challenge the decision before courts affording the relevant guarantees; and whether the authorities acted diligently and swiftly [...]. TheCourt recalls that in assessing thedecision to deprive theapplicant of his British citizenship, it must apply a standard of "arbitrariness"[...], which is a stricter standard than that of proportionality" (decisione CorteEDU - K2 c. Il Regno Unito, n. 42387/13, 9 marzo 2017, §§ 49, 50 e 61).
19.2 In concreto, la revoca della cittadinanza svizzera del ricorrente è stata pronunciata dalla SEM in conformità all'art. 48

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 48 Esecuzione - Il Consiglio federale è incaricato d'eseguire la presente legge. |

SR 141.0 Legge federale del 20 giugno 2014 sulla cittadinanza svizzera (Legge sulla cittadinanza, LCit) - Legge sulla cittadinanza LCit Art. 42 - La SEM può, con il consenso dell'autorità del Cantone d'origine, revocare la cittadinanza svizzera, la cittadinanza cantonale e l'attinenza comunale a una persona che possiede anche la cittadinanza di un altro Stato, se la sua condotta è di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera. |
Ne deriva che, fino a questo stadio, la procedura di revoca non si è svolta in modo arbitrario ai sensi della giurisprudenza della CorteEDU.
20.
Secondo la CorteEDU, la revoca della cittadinanza costituisce un'ingerenza statale nel diritto al rispetto della propria vita privata, nella misura in cui implica la perdita di un elemento della propria identità costitutivo della vita di ogni persona. Per contro, la revoca della cittadinanza in sé lascia intatto il diritto al rispetto della propria vita familiare.
20.1 In una sentenza recentissima, pubblicata nella sola versione ufficiale francese, la CorteEDU ha infatti accertato che "si l'éloignement d'un étranger d'un pays dans lequel se trouvent ses proches est susceptible de porter atteinte à son droit au respect de sa vie familiale (voir, par exemple, Moustaquim c. Belgique, 18 février 1991, § 36, série A no 193), [...] un décret portant déchéance de la nationalité française n'a pas d'effet sur la présence sur le territoire français de celui qu'il vise. Par ailleurs, les requérants, qui ont déposé des demandes de cartes de séjour « vie privée et familiale », disposent de ce fait de récépissés leur permettant de vivre en France. Le cas échéant, ils pourront contester devant le juge administratif le rejet de ces demandes ainsi que les mesures d'éloignement qui suivraient, sur le fondement notamment de leur droit au respect de leur vie familiale. Il en résulte que la déchéance de nationalité qui touche les requérants n'est pas constitutive d'une ingérence dans l'exercice de leur droit au respect de leur vie familiale" (sentenza CorteEDU - Ghoumid e altri c. Francia, n. 52273/16, 25 giugno 2020, divenuta definitiva il 16 novembre 2020, § 42).
Tuttavia, la CorteEDU ha continuato che "quant aux conséquences de ces décisions [de déchéance de la nationalité] sur la vie privée des requérants, il est vrai que leur capacité à rester en France s'en trouve fragilisée [...] les requérants peuvent désormais faire l'objet d'une mesure d'éloignement. Or une mesure de ce type serait susceptible d'avoir des incidences sur leur vie privée en ce qu'elle pourrait notamment provoquer la perte de leur travail, leur séparation de leurs proches et une rupture des liens sociaux qu'ils ont pu développer en France. Toutefois, en l'état du dossier, dès lors qu'aucune mesure d'éloignement n'a été prise, la conséquence de la déchéance de nationalité sur la vie privée des requérants tient à la perte d'un élément de leur identité [...] la Cour estime que la décision de déchoir les requérants de la nationalité française n'a pas eu des conséquences disproportionnées sur leur vie privée" (sentenza CorteEDU - Ghoumid e altri c. Francia, §§ 49 e 51).
20.2 In concreto, bisogna innanzitutto sottolineare che la decisione di revoca della cittadinanza svizzera non ha trasformato il ricorrente in una persona apolide, e ciò per la ragione che egli detiene pure la cittadinanza turca. A partire da questa situazione iniziale è legittimo chiedersi se la revoca della cittadinanza svizzera del ricorrente rappresenti un'ingerenza tangibile nell'esercizio del diritto al rispetto della sua vita privata. In effetti, come mostrato sopra, se privato della sua cittadinanza svizzera, il ricorrente riacquisirà, in linea di principio, il tipo di permesso di soggiorno di cui disponeva prima di essere naturalizzato. Inoltre, la revoca della cittadinanza è, di per sé, lungi da implicare l'allontanamento del ricorrente dalla Svizzera e il divieto di ritornarvi, questioni la cui risoluzione perterrà, se del caso, alle autorità cantonali competenti e alla SEM, fatta salva la competenza delle autorità giudiziarie federali. Senza dimenticare che il nucleo duro dei diritti connessi alla cittadinanza è costituito dalla titolarità dei diritti politici, i quali, per loro natura, non interferiscono con incisività nell'organizzazione della vita privata come intesa dall'art. 8

IR 0.101 Convenzione del 4 novembre 1950 per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) CEDU Art. 8 Diritto al rispetto della vita privata e familiare - 1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
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1 | Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
2 | Non può esservi ingerenza della pubblica autorità nell'esercizio di tale diritto se non in quanto tale ingerenza sia prevista dalla legge e in quanto costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria per la sicurezza nazionale, l'ordine pubblico, il benessere economico del paese, la prevenzione dei reati, la protezione della salute o della morale, o la protezione dei diritti e delle libertà altrui. |
Nondimeno, sulla scia della sentenza Ghoumid e altri c. Francia (§§ 49 e 51), citata al paragrafo precedente, questo Tribunale è dell'avviso che la revoca della cittadinanza svizzera del ricorrente debba essere qualificata come un'ingerenza statale, di cui bisognerà valutare la proporzionalità, che può avere conseguenze tangibili sulla sua vita privata, in particolare se accompagnata dall'obbligo di lasciare la Svizzera. In effetti, la presenza in Svizzera del ricorrente è resa fragile ("fragilisée") dal fatto che, privato della cittadinanza, quindi di un elemento della sua identità, non gode più della protezione contro l'espulsione (cfr. art. 25 cpv. 1

SR 101 Costituzione federale della Confederazione Svizzera del 18 aprile 1999 Cost. Art. 25 Protezione dall'espulsione, dall'estradizione e dal rinvio forzato - 1 Le persone di cittadinanza svizzera non possono essere espulse dal Paese; possono essere estradate a un'autorità estera soltanto se vi acconsentono. |
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1 | Le persone di cittadinanza svizzera non possono essere espulse dal Paese; possono essere estradate a un'autorità estera soltanto se vi acconsentono. |
2 | I rifugiati non possono essere rinviati né estradati in uno Stato in cui sono perseguitati. |
3 | Nessuno può essere rinviato in uno Stato in cui rischia la tortura o un altro genere di trattamento o punizione crudele o inumano. |

IR 0.101 Convenzione del 4 novembre 1950 per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) CEDU Art. 8 Diritto al rispetto della vita privata e familiare - 1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
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1 | Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
2 | Non può esservi ingerenza della pubblica autorità nell'esercizio di tale diritto se non in quanto tale ingerenza sia prevista dalla legge e in quanto costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria per la sicurezza nazionale, l'ordine pubblico, il benessere economico del paese, la prevenzione dei reati, la protezione della salute o della morale, o la protezione dei diritti e delle libertà altrui. |
Ora, se si considera, da un lato, che la revoca della cittadinanza ha un effetto immediato limitato sulla vita privata del ricorrente, e se si tiene conto, dall'altro lato, dell'attività che quest'ultimo ha effettuato durante tre anni, dal 2014 al 2017, a sostegno del terrorismo, così come accertata dal MPC e dal TPF (cfr. consid. C.a e 15), la revoca della sua cittadinanza, attribuitagli nel 2008, non è sproporzionata rispetto allo scopo preminente che consiste nel proteggere la società e lo Stato, in modo preventivo, dalla minaccia del terrorismo (cfr., per analogia, la decisione K2 c. Il Regno Unito, §§ 62 e 66, sopra citata). Tanto più che, alla luce della detta attività di sostegno al terrorismo, un maggiore rigore ("fermeté renforcée") s'impone nel valutare il vincolo di fiducia, lealtà e solidarietà ("lien de loyauté et de solidarité") del ricorrente con la Svizzera come Stato che gli ha concesso la cittadinanza (cfr. la sentenza Ghoumid e altri c. Francia, § 45, sopra citata). In quest'ottica non si può fare a meno di constatare che il ricorrente ha rotto insanabilmente, di sua iniziativa, questo particolare vincolo che costituisce la condizione sine qua non per l'ottenimento e il mantenimento della cittadinanza.
20.3 Ne deriva che l'ingerenza statale nell'esercizio del diritto al rispetto della vita privata del ricorrente è necessaria ai sensi dell'art. 8

IR 0.101 Convenzione del 4 novembre 1950 per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) CEDU Art. 8 Diritto al rispetto della vita privata e familiare - 1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
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1 | Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
2 | Non può esservi ingerenza della pubblica autorità nell'esercizio di tale diritto se non in quanto tale ingerenza sia prevista dalla legge e in quanto costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria per la sicurezza nazionale, l'ordine pubblico, il benessere economico del paese, la prevenzione dei reati, la protezione della salute o della morale, o la protezione dei diritti e delle libertà altrui. |
20.4 Sulla scorta di tutto quanto precede, la ponderazione dell'interesse pubblico, nazionale, della Svizzera a privare il ricorrente della cittadinanza svizzera per garantire la protezione preventiva della società e dello Stato dalla minaccia terroristica, e l'interesse privato del ricorrente ad usufruire delle prerogative che discendono dal possesso della cittadinanza svizzera, permette di concludere che la revoca, benché possa sembrare una misura troppo severa al ricorrente, è proporzionata alle circostanze del caso.
21.
Di conseguenza, pronunciando la revoca della cittadinanza svizzera del ricorrente, la SEM non ha violato l'art. 48

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 48 - 1 Ha diritto di ricorrere chi: |
|
1 | Ha diritto di ricorrere chi: |
a | ha partecipato al procedimento dinanzi all'autorità inferiore o è stato privato della possibilità di farlo; |
b | è particolarmente toccato dalla decisione impugnata; e |
c | ha un interesse degno di protezione all'annullamento o alla modificazione della stessa. |
2 | Ha inoltre diritto di ricorrere ogni persona, organizzazione o autorità cui un'altra legge federale riconosce tale diritto. |

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 49 - Il ricorrente può far valere: |
|
a | la violazione del diritto federale, compreso l'eccesso o l'abuso del potere di apprezzamento; |
b | l'accertamento inesatto o incompleto di fatti giuridicamente rilevanti; |
c | l'inadeguatezza; questa censura non è ammissibile quando un'autorità cantonale ha giudicato come autorità di ricorso. |

IR 0.101 Convenzione del 4 novembre 1950 per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) CEDU Art. 8 Diritto al rispetto della vita privata e familiare - 1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
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1 | Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. |
2 | Non può esservi ingerenza della pubblica autorità nell'esercizio di tale diritto se non in quanto tale ingerenza sia prevista dalla legge e in quanto costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria per la sicurezza nazionale, l'ordine pubblico, il benessere economico del paese, la prevenzione dei reati, la protezione della salute o della morale, o la protezione dei diritti e delle libertà altrui. |
22.
Le spese processuali sono di regola messe a carico della parte soccombente e, in caso di soccombenza parziale, sono ridotte (art. 63 cpv. 1

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 63 - 1 L'autorità di ricorso mette nel dispositivo le spese processuali, consistenti in una tassa di decisione nelle tasse di cancelleria e negli sborsi, di regola a carico della parte soccombente. Se questa soccombe solo parzialmente, le spese processuali sono ridotte. Per eccezione, si possono condonare le spese processuali. |
|
1 | L'autorità di ricorso mette nel dispositivo le spese processuali, consistenti in una tassa di decisione nelle tasse di cancelleria e negli sborsi, di regola a carico della parte soccombente. Se questa soccombe solo parzialmente, le spese processuali sono ridotte. Per eccezione, si possono condonare le spese processuali. |
2 | Nessuna spesa processuale è messa a carico dell'autorità inferiore ne delle autorità federali, che promuovano il ricorso e soccombano; se l'autorità ricorrente, che soccombe, non è un'autorità federale, le spese processuali le sono addossate in quanto la causa concerna interessi pecuniari di enti o d'istituti autonomi. |
3 | Alla parte vincente possono essere addossate solo le spese processuali che abbia cagionato violando le regole di procedura. |
4 | L'autorità di ricorso, il suo presidente o il giudice dell'istruzione esige dal ricorrente un anticipo equivalente alle presunte spese processuali. Stabilisce un congruo termine per il pagamento con la comminatoria che altrimenti non entrerà nel merito. Se sussistono motivi particolari, può rinunciare interamente o in parte a esigere l'anticipo.100 |
4bis | La tassa di decisione è stabilita in funzione dell'ampiezza e della difficoltà della causa, del modo di condotta processuale e della situazione finanziaria delle parti. Il suo importo oscilla: |
a | da 100 a 5000 franchi nelle controversie senza interesse pecuniario; |
b | da 100 a 50 000 franchi nelle altre controversie.101 |
5 | Il Consiglio federale disciplina i dettagli relativi alla determinazione delle tasse.102 Sono fatti salvi l'articolo 16 capoverso 1 lettera a della legge del 17 giugno 2005103 sul Tribunale amministrativo federale e l'articolo 73 della legge del 19 marzo 2010104 sull'organizzazione delle autorità penali.105 |

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 63 - 1 L'autorità di ricorso mette nel dispositivo le spese processuali, consistenti in una tassa di decisione nelle tasse di cancelleria e negli sborsi, di regola a carico della parte soccombente. Se questa soccombe solo parzialmente, le spese processuali sono ridotte. Per eccezione, si possono condonare le spese processuali. |
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1 | L'autorità di ricorso mette nel dispositivo le spese processuali, consistenti in una tassa di decisione nelle tasse di cancelleria e negli sborsi, di regola a carico della parte soccombente. Se questa soccombe solo parzialmente, le spese processuali sono ridotte. Per eccezione, si possono condonare le spese processuali. |
2 | Nessuna spesa processuale è messa a carico dell'autorità inferiore ne delle autorità federali, che promuovano il ricorso e soccombano; se l'autorità ricorrente, che soccombe, non è un'autorità federale, le spese processuali le sono addossate in quanto la causa concerna interessi pecuniari di enti o d'istituti autonomi. |
3 | Alla parte vincente possono essere addossate solo le spese processuali che abbia cagionato violando le regole di procedura. |
4 | L'autorità di ricorso, il suo presidente o il giudice dell'istruzione esige dal ricorrente un anticipo equivalente alle presunte spese processuali. Stabilisce un congruo termine per il pagamento con la comminatoria che altrimenti non entrerà nel merito. Se sussistono motivi particolari, può rinunciare interamente o in parte a esigere l'anticipo.100 |
4bis | La tassa di decisione è stabilita in funzione dell'ampiezza e della difficoltà della causa, del modo di condotta processuale e della situazione finanziaria delle parti. Il suo importo oscilla: |
a | da 100 a 5000 franchi nelle controversie senza interesse pecuniario; |
b | da 100 a 50 000 franchi nelle altre controversie.101 |
5 | Il Consiglio federale disciplina i dettagli relativi alla determinazione delle tasse.102 Sono fatti salvi l'articolo 16 capoverso 1 lettera a della legge del 17 giugno 2005103 sul Tribunale amministrativo federale e l'articolo 73 della legge del 19 marzo 2010104 sull'organizzazione delle autorità penali.105 |

SR 173.320.2 Regolamento del 21 febbraio 2008 sulle tasse e sulle spese ripetibili nelle cause dinanzi al Tribunale amministrativo federale (TS-TAF) TS-TAF Art. 2 Calcolo della tassa di giustizia - 1 La tassa di giustizia è calcolata in funzione dell'ampiezza e della difficoltà della causa, del modo di condotta processuale e della situazione finanziaria delle parti. Sono fatte salve le norme in materia di tasse e spese previste da leggi speciali. |
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1 | La tassa di giustizia è calcolata in funzione dell'ampiezza e della difficoltà della causa, del modo di condotta processuale e della situazione finanziaria delle parti. Sono fatte salve le norme in materia di tasse e spese previste da leggi speciali. |
2 | Il Tribunale può aumentare la tassa di giustizia al di là degli importi massimi previsti dagli articoli 3 e 4 se particolari motivi, segnatamente un procedimento temerario o necessitante un lavoro fuori dall'ordinario, lo giustificano.2 |
3 | In caso di procedimenti che hanno causato un lavoro trascurabile, la tassa di giustizia può essere ridotta se si tratta di decisioni concernenti le misure provvisionali, la ricusazione, la restituzione di un termine, la revisione o l'interpretazione, come pure di ricorsi contro le decisioni incidentali. L'importo minimo previsto dall'articolo 3 o dall'articolo 4 deve essere rispettato. |
In concreto, considerato l'esito negativo del ricorso, le spese processuali di fr. 1'500.- sono poste a carico del ricorrente e prelevate sull'anticipo, dello stesso importo, da lui già versato.
Per lo stesso motivo, al ricorrente non si assegnano ripetibili per le spese necessarie derivanti dalla causa (art. 64 cpv. 1

SR 172.021 Legge federale del 20 dicembre 1968 sulla procedura amministrativa (PA) PA Art. 64 - 1 L'autorità di ricorso, se ammette il ricorso in tutto o in parte, può, d'ufficio o a domanda, assegnare al ricorrente una indennità per le spese indispensabili e relativamente elevate che ha sopportato. |
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1 | L'autorità di ricorso, se ammette il ricorso in tutto o in parte, può, d'ufficio o a domanda, assegnare al ricorrente una indennità per le spese indispensabili e relativamente elevate che ha sopportato. |
2 | Il dispositivo indica l'ammontare dell'indennità e l'addossa all'ente o all'istituto autonomo, nel cui nome l'autorità inferiore ha deciso, in quanto non possa essere messa a carico di una controparte soccombente. |
3 | Se una controparte soccombente ha presentato conclusioni indipendenti, l'indennità può essere messa a suo carico, secondo la propria solvenza. |
4 | L'ente o l'istituto autonomo, nel cui nome l'autorità inferiore ha deciso, risponde dell'indennità addossata a una controparte soccombente, in quanto non possa essere riscossa. |
5 | Il Consiglio federale disciplina la determinazione delle spese ripetibili.106 Sono fatti salvi l'articolo 16 capoverso 1 lettera a della legge del 17 giugno 2005107 sul Tribunale amministrativo federale e l'articolo 73 della legge del 19 marzo 2010108 sull'organizzazione delle autorità penali.109 |

SR 173.320.2 Regolamento del 21 febbraio 2008 sulle tasse e sulle spese ripetibili nelle cause dinanzi al Tribunale amministrativo federale (TS-TAF) TS-TAF Art. 7 Principio - 1 La parte vincente ha diritto alle ripetibili per le spese necessarie derivanti dalla causa. |
|
1 | La parte vincente ha diritto alle ripetibili per le spese necessarie derivanti dalla causa. |
2 | Se la parte vince solo parzialmente, le spese ripetibili sono ridotte in proporzione. |
3 | Le autorità federali e, di regola, le altre autorità con qualità di parte non hanno diritto a un'indennità a titolo di ripetibili. |
4 | Se le spese sono relativamente modeste, si può rinunciare a concedere alla parte un'indennità a titolo di ripetibili. |
5 | L'articolo 6a è applicabile per analogia.7 |

SR 173.320.2 Regolamento del 21 febbraio 2008 sulle tasse e sulle spese ripetibili nelle cause dinanzi al Tribunale amministrativo federale (TS-TAF) TS-TAF Art. 7 Principio - 1 La parte vincente ha diritto alle ripetibili per le spese necessarie derivanti dalla causa. |
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1 | La parte vincente ha diritto alle ripetibili per le spese necessarie derivanti dalla causa. |
2 | Se la parte vince solo parzialmente, le spese ripetibili sono ridotte in proporzione. |
3 | Le autorità federali e, di regola, le altre autorità con qualità di parte non hanno diritto a un'indennità a titolo di ripetibili. |
4 | Se le spese sono relativamente modeste, si può rinunciare a concedere alla parte un'indennità a titolo di ripetibili. |
5 | L'articolo 6a è applicabile per analogia.7 |
(dispositivo alla pagina seguente)
Per questi motivi, il Tribunale amministrativo federale pronuncia:
1.
Il ricorso è respinto.
2.
Le spese processuali di fr. 1'500.- sono poste a carico del ricorrente e prelevate sull'anticipo, dello stesso importo, da lui già versato.
3.
Non si assegnano indennità per spese ripetibili.
4.
Comunicazione:
- al ricorrente (atto giudiziario);
- alla SEM (restituzione dell'incarto K ...; allegato: copia delle osservazioni del ricorrente, del 19 aprile 2021 [per conoscenza]);
- al Dipartimento delle Istituzioni della Repubblica e Cantone Ticino, Piazza Governo 7, 6501 Bellinzona (per conoscenza).
I rimedi giuridici sono menzionati alla pagina seguente.
Il presidente del collegio: Il cancelliere:
Daniele Cattaneo Dario Quirici
Rimedi giuridici:
Contro la presente decisione può essere interposto ricorso in materia di diritto pubblico al Tribunale federale, 100 Losanna 14, entro un termine di 30 giorni dalla sua notificazione (art. 82 e

SR 173.320.2 Regolamento del 21 febbraio 2008 sulle tasse e sulle spese ripetibili nelle cause dinanzi al Tribunale amministrativo federale (TS-TAF) TS-TAF Art. 7 Principio - 1 La parte vincente ha diritto alle ripetibili per le spese necessarie derivanti dalla causa. |
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1 | La parte vincente ha diritto alle ripetibili per le spese necessarie derivanti dalla causa. |
2 | Se la parte vince solo parzialmente, le spese ripetibili sono ridotte in proporzione. |
3 | Le autorità federali e, di regola, le altre autorità con qualità di parte non hanno diritto a un'indennità a titolo di ripetibili. |
4 | Se le spese sono relativamente modeste, si può rinunciare a concedere alla parte un'indennità a titolo di ripetibili. |
5 | L'articolo 6a è applicabile per analogia.7 |

SR 173.110 Legge del 17 giugno 2005 sul Tribunale federale (LTF) - Organizzazione giudiziaria LTF Art. 48 Osservanza - 1 Gli atti scritti devono essere consegnati al Tribunale federale oppure, all'indirizzo di questo, alla posta svizzera o a una rappresentanza diplomatica o consolare svizzera al più tardi l'ultimo giorno del termine. |
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1 | Gli atti scritti devono essere consegnati al Tribunale federale oppure, all'indirizzo di questo, alla posta svizzera o a una rappresentanza diplomatica o consolare svizzera al più tardi l'ultimo giorno del termine. |
2 | In caso di trasmissione per via elettronica, per il rispetto di un termine è determinante il momento in cui è rilasciata la ricevuta attestante che la parte ha eseguito tutte le operazioni necessarie per la trasmissione.20 |
3 | Il termine è reputato osservato anche se l'atto scritto perviene in tempo utile all'autorità inferiore o a un'autorità federale o cantonale incompetente. In tal caso, l'atto deve essere trasmesso senza indugio al Tribunale federale. |
4 | Il termine per il versamento di anticipi o la prestazione di garanzie è osservato se, prima della sua scadenza, l'importo dovuto è versato alla posta svizzera, o addebitato a un conto postale o bancario in Svizzera, in favore del Tribunale federale. |

SR 173.110 Legge del 17 giugno 2005 sul Tribunale federale (LTF) - Organizzazione giudiziaria LTF Art. 42 Atti scritti - 1 Gli atti scritti devono essere redatti in una lingua ufficiale, contenere le conclusioni, i motivi e l'indicazione dei mezzi di prova ed essere firmati. |
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1 | Gli atti scritti devono essere redatti in una lingua ufficiale, contenere le conclusioni, i motivi e l'indicazione dei mezzi di prova ed essere firmati. |
1bis | Se un procedimento in materia civile si è svolto in inglese dinanzi all'autorità inferiore, gli atti scritti possono essere redatti in tale lingua.14 |
2 | Nei motivi occorre spiegare in modo conciso perché l'atto impugnato viola il diritto. Qualora il ricorso sia ammissibile soltanto se concerne una questione di diritto di importanza fondamentale o un caso particolarmente importante per altri motivi, occorre spiegare perché la causa adempie siffatta condizione.15 16 |
3 | Se sono in possesso della parte, i documenti indicati come mezzi di prova devono essere allegati; se l'atto scritto è diretto contro una decisione, anche questa deve essere allegata. |
4 | In caso di trasmissione per via elettronica, la parte o il suo patrocinatore deve munire l'atto scritto di una firma elettronica qualificata secondo la legge del 18 marzo 201617 sulla firma elettronica. Il Tribunale federale determina mediante regolamento: |
a | il formato dell'atto scritto e dei relativi allegati; |
b | le modalità di trasmissione; |
c | le condizioni alle quali può essere richiesta la trasmissione successiva di documenti cartacei in caso di problemi tecnici.18 |
5 | Se mancano la firma della parte o del suo patrocinatore, la procura dello stesso o gli allegati prescritti, o se il patrocinatore non è autorizzato in quanto tale, è fissato un congruo termine per sanare il vizio, con la comminatoria che altrimenti l'atto scritto non sarà preso in considerazione. |
6 | Gli atti illeggibili, sconvenienti, incomprensibili, prolissi o non redatti in una lingua ufficiale possono essere del pari rinviati al loro autore affinché li modifichi. |
7 | Gli atti scritti dovuti a condotta processuale da querulomane o altrimenti abusiva sono inammissibili. |
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