354 C. Entscheidungen der Schuldbetreibungs-
Par ces motifs,
Le Tribunal fédéral prononce: Le recours est admis.
73. Sentenza del 13 luglio 1903 nella oausa Trainer-te'.
Art. 88 al. 2 Ss.-EF. La sospensione non è operahile quando il creditore
ha chiesto ed ottenuto il rigetto provvisorio, l'azione
d'inesistenza del debito (art.83 LEF) non sospende il termine dell'
art. 88 al. 1.
I. Il 13 ottobre 1900 Angelo Lanfranchi, di Tegua, fece notificare
a Domenico Trainoni, in Caslano, un precetto esecntivo, al quale il
debitore fece opposizione. Avendone il creditore ottenuto il rigetto
provvisorio, Trainoni promosse l'azione d'inesistenza del debito a temini
dell' art. 83. Questa cause, è tuttora pendente. Successivamente, il 2
aprile 1903, l'Ufficio di Lugano notificare a Trainoni, sull'istanza del
ereditore, nn avviso di pignoramento provvisorio. Trainoni ricorse all'
Autorità di Vigilanza, chiedendo la nullità. dell' avviso, perchè il
diritto di domandare il pignoramento era perento in base all' art. 88,
un anno dopo la notificazione del precetto. Ma tanto l'istanza inferiore
quante l'istanza superiore cantonale respinsero il ricorso partendo dal
riflesso che il termine stabilito dall' art. 88 rimaneva sospeso durante
la pendenza della causa relativa all' esistenza del debito. L'Antorità
cantonale snperiore di Vigilanza motiva questo modo "di vedere come
segue :
L'azione tendente ad ottenere una dichiarazione di inesistenza del debito
è un incidente dell'esecuzione. Essa deve quindi avere per risultato
d'interrompere il oorso dei termini, ee no riesoirebbe in molti casi vana,
potendo il giudizio intervenire molto tempo dopo il decorso del termine di
cui all'art. 88. Il creditore non potrebbe allora proseguire l'eeecnzione
iniziata e dovrebbe intentarne una nuova.und Konkurskammer. N° 73. 355
II. E contro questa decisione che Domenico Trainoni ri-
corre attualmente al Tribunale federale. In diritto:
L'istanza di pignoramento provvisorio essendo state- presentata 5010
in aprile del 1903, nel mentre il precetto esecutiro fu staccato il
13 ottobre 1900, è chiaro che il diritto di domandare il pignoramento
dovevasi ritenere perento, se non si attribuisce all'azione d'inesistenza
del debito effetto sospensiro. Ora ciò non è secondo il sistema della
Legge federale.
Il disposto dell' alinea 2 dell' art. 88, statuente che quando il debitore
abbia fatto Opposizione, il tempo trascorso dall' intimazione dell'
azione al giorno del giudizio non ai computa nel calcolo del tendine
spettante per chiedere il pignoramento, è applicabile solo nel caso in
cui il creditore, non avendo domandato o ottenuto il rigetto provvisorio,
ha introdotto azione davanti i tribunali per far pronunciare l'esistenza
del suo credito (art. 79). In questo caso, la sospensione del termine
fissato al 1° alinea dell' art. 88 è realmente di necesnità, se non
si vuol rendere illusoria l'esecuzione incoata, non potendo la stessa
proseguirsi finchè esiste opposizione ed essendo raro il caso in cui
il giudizio dei tribunali sull'esistenza del rapporto creditorio possa
intervenire prima del decorso del termine dell' art. 88. Ma questo
argomento cade quando il creditore ha chiesto ed ottenuto il rigetto
prowisorio. La Legge federale prevede allora un mezzo speciale per
salvaguardare gli interessi del creditore. Esso non ha che a domandare il
pignoramento provvisorio a termini dell' art. 83, pignoramento che diviene
definitivo, se non viene iniziata entro 10 giorni l'azione d'inesistenza
del debito. Se il creditore tralascia di fare tale istanza, è a sua
colpa e non a colpa della legge che si dovrà ascrivere eventualmente la
caducità del precetto esecutivo. È dunque a torto che l'istanza cantonale
e partita da questo riflesso per ammettere la sospensività dell' azione
d'inesistenza del debito, in confronto al termine di cui all' art. 88.
Simile effetto sospensivo non esiste, nè viene ammesso, come sembra
ritenere l'istanza cantonale, neppure nel Com-
356 c. Entscheidungen der Schuidhetreihungs-
mentat-io di Jäger, il quelle alla nota 11 dell' art. 83 propuguu anzi
decisamente l'opinione contraria.
Per questi motivi, la Camera Esecuzione e Fallimenti del Tribunale
federale pronuncia: Il ricorso Trainoni è ammesso e annullata la decisione
9 giugno 1903 dell' Autorità, cantonale snperiore di vigiIanza.
74. Entscheid vom 10. August 1903 in Sachen Pignol & Heiland
Bedeutung oon Art. 67 Abs. 4 Sch.u. K.-Ges.: Anya/e des Grandes der
Forderung. Genügt die Angabe laut Rechnungsauszug ?
I. Haber & Jneichen in Luzern stellten als Vertreter der Rekurrenten
Pignol & Heiland am 8. Juni 1903 beim Betreibungsamte Baselstadt ein
Begehren um Betreibung des Wilhelm Löffler in Basel für einen Betrag
von 64 Fr. 50 Cfs. samt Zins. Unter der Rubrik Forderungsurkunde
nebst Damm und Grund der Forderung enthält dieses Begehren die
Angabe: It. Rechnungsauszug. Das Betreibungsamt sandte das Begehren
den Vertretern der Gläubiger zurück mit dem Bemerken: Der erwähnte
Rechnungsanszug lag nicht bei; der Forderungsgrund ist daher näher zu
bezeichnen. ss
Hiegcgen führten Piguol & Heiland Beschwerde, indem sie beantragten,
die Vollziehung des fraglichen Betreibungsbegehrens, das den gesetzlichen
Anforderungen genüge, anzuordnen.
II. Von der kantonalen Aufsichtsbehörde abgewiesen, erneuern sie
nunmehr mit rechtzeitig eingereichtem Rekurse ihren Beschwerdeantrag
vor Bundesgericht.
Die Schuldbetreibungs und Konkurskammer zieht in Erwägung: Laut Art. 67
Biff. 4 B.-G. sind im Betreibungsbegehren anzugeben: Die Forderungsurkunde
und deren Datum; in Ermangelung einer solchen der Grund der Forderung. Wie
dieund Koakurskammer. N° 74. 357
Rekurrenten richtig bemerken und übrigens auch die Vorin stanz
ausdrücklich hervorhebt, kann Zweck dieser Vorschrift nicht sein, dem
Betreibungsamte eine materielle Prüfung des Bestandes der in Betreibung
zu setzenden Forderung zu ermöglichen. Vielmehr dient sie dazu, bei
Zustellung des Zahlungsbefehles dem Betriebenen über den Gegenstand der
Betreibnng Klarheit zu verschaffen, d. I). darüber, welches eigentlich
die vom Betreibenden behauptete und geltend gemachte Forderung sei. Stände
es dem Betreibenden frei, kurzweg für einen Forderungsbetrag von der und
der Höhe Betreibuug anzuheben, ohne Hinweis auf das Rechtsverhältnis,
aus dem er seine Forderung herleitet, so wäre damit der Betriebene
in vielen Fällen im Ungewissen gelassen, ob die Betreibung eine
gerechtfertigte sei oder nicht, und könnten ihm durch Verwechs{ungen und
Irrtümer vielfach unnütze Kosten und sonstiger Schaden entstehen. Dem
will das Gesetz vorbeugen, indem es den Betretbenden verhält, in seinem
Betreibnngsbegehren die erforderlichen Angaben zu machen, um den Schuldner
bei Anhebung der Betreibung in genannter Hinsicht genügend zu orientieren.
Dieser gesetzlichen Anforderung glauben hier die Reknrrenten hinreichend
damit nachgekommen zu fein, dass sie die Ansprache, für welche sie
Betreibung einleiten wollen, mit den Worten It. Rechnungsauszug
kennzeichnen Für die Beurteilung der Frage nun, ob diese Angabe
des Forderungsgrundes wirklich eine rechtsgenügliche sei, ist von
wesentlicher Bedeutung, ob die Rekurrenten den von ihnen angerufenen
Rechnungsauszug dem Betriebenen bereits mitgeteilt haben oder nicht Wenn
eine solche Mitteilung erfolgt wäre, so hätte man wohl den fraglichen
Vermerk im Betreibungsbegehren als dein Gesetze entsprechend anzusehen:
Denn das Gesetz kann dem Betreibenden nicht zumuten wollen, nachdem er
der Gegenpariei bereits Rechnung gestellt und dabei den Saldo als ihm
zustehende Forderung beansprucht hat, in seinem Betretbungsbegehren oder
in einer Anlage dazu neuerdings die einzelnen Rechnungsposten anzugeben,
d. h. die gestellte Rechnung zu reproduzieren Durch die erfolgte
Rechnungsstellung ist ja der Betriebene über den Grund der Forderung im
Sinne des Gesetzes, die Verumständungen, aus welchen der Betreibende die
nunmehr geltend gemachte Saldoforderung herleitet, gehörig orientiert,
so dass ein blosser Verweis im Betreibungsbegehren genügen mu'è.