428 G. Entscheidungen der Schuldbetreibuugs-

Nr. 41 Erw. 2**). Diejenigen Gläubiger, die nur die Verwertung eines
Teiles der von einer Pfändung ergriffenen Gegenstände verlangt haben,
haben denn auch nicht etwa einen definitiven Anspruch auf den hieraus
erzielten Erlös. Vielmehr bestimmt Art. 144 SchKG ausdrücklich, dass
die -endgültige Verteilung erst stattfinde, wenn alle in einer Psändung
enthaltenen Vermögensstücke verwertet find, und nach Art. 144 Abs. 4
SchKG haben die an der Pfändung beteiligten Gläubiger nur Anspruch auf
den Reinerlös, also auf den Betrag, der übrig bleibt, wenn nach Art. 144
Abs. 3 SchKG aus dem Erlös sämtlicher für sie gepfändeten Gegenstände
die Kosten der Verwertung gedeckt worden sind.

Wie sich die Sache verhält, wenn einzelne Gruppengläubiger auf ihr
Pfändungspfandrecht an bestimmten einzelnen Gegenständen verzichten,
braucht im vorliegenden Falle nicht erörtert zu werden. .

2. Der Rekurs ist übrigens auch deshalb unbegründet, weil den
Rekurrenten die Beschwerdelegitimation fehlt. Die Frag der Deckung
der Verwertungskosten wird erst bei der Schlussverteilung definitiv
entschieden. Selbst wenn der Rekursgegner einen

Vorschuss für die Kosten der Liegenschaftenverwertung geleistet

hätte, so wäre er nach dem Gesagten trotzdem berechtigt, zu verlangen,
dass die Kosten einer erfolglosen Verwertung bei der Schlnssverteilung Vom
Erlös der übrigen gepfändeten Vermögensstücke abgezogen werden. Ebenso
wird durch die dem Betreibungsamt erteilte Weisung, die verlangte
Verwertung ohne Kostenvorschuss vorzunehmen, nicht definitiv entschieden,
dass die Kosten dieser Verwertung aus dem Gesamterlös der gepfändeten
Gegenstände zu bezahlen seien. Diese Weisung regelt lediglich ein
Rechtsverhältnis zwischen dem Rekursgegner und dem Betreibungsamt
Die rechtlichen Interessen der Rekurrenten werden daher dadurch nicht
berührt. _ Demnach hat die Schuldbetreibungs und Konkurskammer erkannt:

Der Rekurs wird abgewiesen. * Ges.-Ausg. 37 [S. 344. ** M33 I S. 826,
36 l S. 441.

und Konkurskammer. N° 73. 429

" " 73. Sentenza 9 luglio 1913 nella causa Brenni.

Art. 98 LEeF: Le decisioni cantonali concernenti la quotità pignorabile
del salario del debitore non sono sindacabili dall'istanza federale
fuorchè nei casi in cui esse violino un principio di diritto o non
tengano conto di elementi di fatto pertinenti o ripos'ino su constatazioni
contrarie agli atti.

Nel determinare la quotità pignorabile si terrà conto delle risorse
personali della moglie del debitore, e, se la moglie parte-

sicipa al pignoramento, anche di questa circostanza: non invece

dei figli conviventi col debitore quand'essi Siano in istato di
guadagnerai il loro sostentamento purchè lo vogliano. La determinazione
del guadagno indispensabile al debitore è da esaminarsi alla luce delle
circostanze presenti. Ammissibilità della revisione della sentenza mutate
le oircostanze di fatto.

Nell'esecuzione promossa da Luigi Hausmann in Monaco di Baviera 'contro
Luigi Brenni in Chiasso per un credito di fr. 18 543.20, l'Ufficio di
esecuzione di Mendrisio, dopo aver

_ S'tag'g'itosi tutte le attività del debitore in massima parte poi

rivendicati dai figli e dalla moglie, pignorava anche la somma di fr. 190
mensili sullo stipendio pure mensile di fr. 340 percepito "del debitore
quale impiegato delle Ferrovie federali in Chiasso.

Di tale provvedimento si aggravava il debitore presso l'Autorità cantonale
di vigilanza. Egli domandava che la quota pignorabile venisse ridotta
a fr. 70 al mese, allegando la sua posizione sociale, la sua. età di
oltre 60 anni, l'obbligo di provvedere per la moglie e per idue figli
e quello di contribuire alla Cassa pensioni e malattie degli impiegati
ferroviari con fr. 20 mensili. L'Autorità. cantonale di vigilanza ha
ammesso parzialmente il ricorso, riducendo la quota pignorata a fr. 150
mensili. L'Ufficio di esecuzione di Mendrisio aveva fatto osservare nella
sua risposta al ricorso che i figli dell'escusso, maggiorenni e celibi,
sono capaci di guadagnarsi il loro sostentemento, qualora lo vogliano:
che la moglie Clementine nata seisle proprietaria di una fortuna in
stabili di oltre fr. 35000, partecipava el pignoramento per fr. 70000,
di modo che circa 84 dell'ammontare pignorato dovrà toccare alla moglie
e rientrare cosi nel patrimonio domestico. L'Auto-

430 C. Entscheidungen der Schuldhetreibungs-

rità di vigilanza, accertato che difatti il patrimonio personale della
moglie del debitore è di fr. 36500 e che, in seguito alla partecipazione
della medesima al pignoramento, circa fr. 140 dell'importo pignorato
dovranno far ritorno alla famiglia Brenni, riduceva nondimeno la quota
pignorata a fr. 150, deducendo anzitutto dai fr. 190 staggiti fr. 20
mensili per la Cassa pensioni e malattie, e stimando, del resto, che i
due figli Brenni, quantunque in età ed in istato di procurarsi il loro
sostentamento, fossero, di fatto, con o sisenza loro colpa poco importa,
privi di occupazione e quindi di peso alla famiglia.

Contro questa decisione Luigi Brenni ricorre in tempo utile al Tribunale
federale. Ripetutii motivi da lui esposti all'istanza cantonale, il
ricorrente cerca dimostrare chè l'Autorità di vigilanza non avrebbe dovuto
tener conto nella sua decisione nè del patrimonio personale della moglie,
nè della di lei partecipazione al pignoramento. Non del primo, perchè,
a suo dire, gli immobili della moglie dell'escusso sarebbero gravati da
deb-iti ipotecari per fr. 55 000; non della. seconda, perchè sarà sempre
ancora lecito al creditore di insorgere contro la partecipazione della
moglie al pignoramento e di determinare una lite che potrebbe continuare
per anni, privando intanto la moglie della quota a lei spettante; --

Considerando in diritto:

1° Le decisioni cantonali concernenti la quotità pignorabile del salario
dell'escusso non sono deferibili all'istanza federale fuorchè nei casi in
cui esse violino un principio di diritto o non tengano conto di elementi
di fatto rilevanti o riposino su constatazioni contrarie agli atti (RU
ed. sep. ], 20; 8, 6 e 57; 9, 56*; JAEGER, Osservazioni agli art. 19
e 93). Cadono dunque senz'altro i motivi che il ricorrente adduce per
dimostrare che la decisione da lui impugnata non sia giustificata dalle
circostanze (età del debitore, sua situazione sociale ecc. ecc.), poichè
il ricorrente non pretende nemmeno che gli elementi di fatto accertati in
proposito dalle autorità cantonali siano incompleti o contrari agli atti.

* Ed. "en. 241 a . 354; 31 I )a . 37 e 539; 32 l ao'. 745. e PE [3 Pcund
Konkurskammer. N° .73. 431

2° Ma il ricorso solleva anche una questione di diritto, della quale
occorre conoscere: quella di sapere se nel determinare la quota di
salario pignorabile sia lecito tener conto del patrimonio e, in genere,
della risorse personali della moglie del debitore e Specialmente della
circostanza che, partecipando la moglie al pignoramento del salario
una quota-parte dello stesso rientrerà nel patrimonio coniugale. La
prima questione è già stata oggetto di una decisione di questa sede.
Nella causa Fröschel contro Zurigo il Tribunale federale ha deciso il 13
settembre 1907 (RU ed. sep. 10, 45 *) che, fissando la quota necessaria
al sostentamento del debitore e della sua famiglia, l'Ufficio dovrà aver
riguardo ai guadagni e, in generale, alle risorse (Einnahmequellen)
dei membri della famiglia dell'escusso compresa la moglie. Se questo
principio vale per il reddito del lavoro in generale, non v'ha motivo per
escluderlo laddove le risorse della ,moglie non consistano precisamente
nel prodotto del lavoro ma in altri cespiti di entrata (usufrutti,
capitali ecc.). Questo ragionamento condurrà necessariamente altresi ad
ammettere che, in via di massima, si debba teuer conto anche di quello
che la moglie percepirà come partecipante al pignoramento del salario
pignorato, poichè anche questa partecipazione costituisce senza dubbio
un attivo della moglie, con il quale ella potrà soddisfare all'obbligo
legale che le incombe (art. 161 COS) disscontribuire nella misura delle
sue forze alle spese domestiche.

Il ricorrente tuttavia obbietta che la partecipazione della moglie potrà
venir contestata dal creditore, nessuno potendo impedirgli di impugnare
poi lo stato di graduazione non fosse che per procrastinare la sua
entrata in vigore e quindi la ripartizione dell'attivo. L'obbiezione
non regge. La determinazione del guadagno indispensabile al debitore e
una questione da esaminarsi alla sola luce delle circostanze presenti e
concrete, non di eventualità future e, come tali, incerte (decisione del
Tribunale federale 11 giugno 1913 nella causa Ametis c. Mendrisio). Fu
poi sempre ammesso che, mutate

* Ed. gen. 33 I No 103.

432 C. Entscheidungen der Schuldbetreibungs-

le circostanze di fatto che stanno di base ad una decisione concernente
la quota pignorabile, alle parti sarà. lecito demandarne la revisione
(RU ed. sep. 9, 22; 12, 69* e le sentenze ivi citate).

3° Finalmente il ricorrente pretende che l'istanza cantonale abbia
errato non tenendo conto delle ipoteche (fr. 55000) che, a suo dire,
gravano sugli immobili della moglie del debitore. Se non che questo
asserto viene sollevato per la prima volta in questa sede, percui,
conformemente alla costante giurisprudenza (RU ed. sep. 1, 71; 2, 24;
ll, 45 **) esso non potrà venir preso in considerazione da questo giudice.

4° Il ricorso è dunque infondato. Lo è tanto più in quanto che l'istanza
cantonale ha ammesso, in favore del ricorrente, che fissando la quota
pignorabile si debba tener conto della circostanza che i figli Brenui
non hanno occupazione. Il che è erroneo, poichè essa stessa stabilisce
che questi figli sono maggiorenni e perfettamente in istato, purchè lo
vogliano, di guadagnarsi almeno il proprio sostentamento; -

la Camera Esecuzioni e Fallimenti pronuncia:

Il ricorso è respinto.

74. gntsdjeid vom 9. Juki 1913 in Sachen aen-miu.

A rt. 283 Abs. 3 SchKG: Reohtswirkung des Retentionsverzeiohnisses. Der
Vermieter, der die im Verzeichnis angesetzten Fristen hat verstreichen
lassen, kann jederzeit die Aufnahme eines neuen Verzeichnisses über die
ursprünglich retinierten Objekte verlangen, sofern nicht inzwischen sein
Hetentionsrecht aus andern Gründen erloschen ist.

A. Auf Begehren des Hans Miesch in Cham legte das Betreibungsamt Cham
am 21. April 1913 bei dessen Mieter Fritz Herbstritt, Wirt im Restaurant
zum Bahnhof ebenda für eine verfallene Mietzinsforderung von 650 Fr. auf
eine Anzahl

* Ed. gen. 32 I pag. 372; 35 I pag. 82:1. ** Id. 24 l No 137; 251 No 54;
34 I No Hi.und Konkurskammer. N° 7.1. 4375

in den Mietränmen befindlicher Sachen Retention: zugleich setzte
es dem Gläubiger eine Frist von zehn Tagen an, um die Betreibung auf
Pfandverwertung einznleiten und, im Falle Rechtsvorschlags gegen diese,
eine weitere gleich lange Frist, um Rechtsöffnung zu verlangen oder
Klage auf Anerkennung seiner Forderung anhängig zu machen, unter der
Androhung, dass sonst das Retentionsverzeichnis mit seinen Wirkungen
dahinfalle. Miesch hob rechtzeitig Betreibung an, versäumte es aber,
auf den von Herbstritt erhabenen Rechtsvorschlag innert Frist im
Rechtsöffnungsbezw. Klagewege vor-zugehen Mit Brief vom 26. Mai 1913
forderte daher Rechtsanwalt Riittimann in Zug namens Herbstritt das
Betreibungsamt Chan auf, die retinierten Sachen an seinen Klienten
herauszugeben Das Betreibnngsamt erwiderte ihm am 23. Mai, dass es
dazu nicht in der Lage sei, da Miesch inzwischen die Aufnahme einer
neuen Retention verlangt habe und es diesem Begehren habe entsprechen
müssen: gleichzeitig stellte es ihm zn Handcn des Schuldner-s die vom
nämlichen Tage datierte, mit der früheren inhaltlich übereinstimmendeneue
Retentionsnrkunde zu.

Hierüber beschwerte sich Herbstritt bei der kantonalen Aufsichtsbehörde,
indem er unter Berufung auf den Entscheid des Bundesgerichts in Sachen
Blattmann (AS Sep.-Ausg. 12 Nr. 32*) und das auf diesen sich stützende
Kreisschreiben vom 13. Juli 1909 behauptete, dass das Retentionsrecht
an den streitigen Gegenständen infolge der Nichtbeachtung der in der
ersten Retentionsurkunde angesetzten Klagefrist untergegangen und die
am 28. Mai vollzogene neue Retention daher ungesetzlich sei.

Durch Entscheid vom 17. Juni 1913 wies die kantonale Aufsichtsbehörde
die Beschwerde ab.

B. Gegen diesen Entscheid rekurriert Herbstritt an das Bundesgericht,
indem er an dem in der Beschwerde an die kanronnie Aufsichtsbehörde
eingenommenen Standpunkt festhält.

Die Schuldbetreibungs und Konkurskammer zieht in Erwägung:

Die Folgen, welche sich an die Nichtbeachtung der dem Gläubiger nach
Art. 283 Abs. 3 SchKG vom Amte zu setzenden Fristen " Ges.-Ausg. 351
Nr. 8-7".
Informazioni decisione   •   DEFRITEN
Documento : 39 I 429
Data : 09. Juli 1913
Pubblicato : 31. Dezember 1914
Sorgente : Bundesgericht
Stato : 39 I 429
Ramo giuridico : BGE - Verfassungsrecht
Oggetto : 428 G. Entscheidungen der Schuldbetreibuugs- Nr. 41 Erw. 2). Diejenigen Gläubiger,


Parole chiave
Elenca secondo la frequenza o in ordine alfabetico
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