bungsamtes Altdorf nicht in dieser Ortschaft, sondern in Bürglen
wohnte. Ubrigens hat der Rekurrent es seiner Zeit unterlassen, gegen
die vom Betreibungsamt Altdorf eingeleitete Betreibung innert zehn Tagen
von der Zustellung des Zahlungsbefehles an Beschwerdejgzu erheben.
3. Nach Art. 149 Abs. 3
SR 281.1 Bundesgesetz vom 11. April 1889 über Schuldbetreibung und Konkurs (SchKG) SchKG Art. 149 - 1 Jeder Gläubiger, der an der Pfändung teilgenommen hat, erhält für den ungedeckten Betrag seiner Forderung einen Verlustschein. Der Schuldner erhält ein Doppel des Verlustscheins.290 |
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1 | Jeder Gläubiger, der an der Pfändung teilgenommen hat, erhält für den ungedeckten Betrag seiner Forderung einen Verlustschein. Der Schuldner erhält ein Doppel des Verlustscheins.290 |
1bis | Das Betreibungsamt stellt den Verlustschein aus, sobald die Höhe des Verlustes feststeht.291 |
2 | Der Verlustschein gilt als Schuldanerkennung im Sinne des Artikels 82 und gewährt dem Gläubiger die in den Artikeln 271 Ziffer 5 und 285 erwähnten Rechte. |
3 | Der Gläubiger kann während sechs Monaten nach Zustellung des Verlustscheines ohne neuen Zahlungsbefehl die Betreibung fortsetzen. |
4 | Der Schuldner hat für die durch den Verlustschein verurkundete Forderung keine Zinsen zu zahlen. Mitschuldner, Bürgen und sonstige Rückgriffsberechtigte, welche an Schuldners Statt Zinsen bezahlen müssen, können ihn nicht zum Ersatze derselben anhalten. |
5 | ...292 |
allerdings auch ohne neuen Zahlungsbefehl zulässig, sofern der
Gläubiger einen definitiven Verlustschein besitzt, und die in der
angeführten Gesetzesbestimmung vorgesehene Frist von sechs Monaten
noch nicht abgelaufen ist. Im vorliegenden Falle hat sich nun aber die
Gläubigerschaft keinen definitiven Verlustschein ausstellen lassen,
sondern sie besitzt bloss, in Form der ersten Pfändungsurkunde, einen
provisoris ch en Verlustscheinz diesem aber kommen gemäss Art. 115
(vergl. speziell Jaeger, Anm. 3 zu Art. 115) lediglich die in Art. 271
Ziff. 5 und 285 bezeichneten Rechtswirkungen zu, und es kann daher
auf seiner Grundlage die Betreibung nicht ohne neuen Zahlungsbefehl
fortgesetzt werden. Der Schuldner hat denn auch ein offensichtliches und
berechtigte-Z Interesse daran, dass die Fortsetzung der Betreibung erst
dann erfolge, wenn entweder durch einen neuen, unbestrittenen Zahlung
sbef ehl, bezw. durch ein den Rechtsvorschlag beseitigendes Urteil,
oder aber durch einen definitiven Verlusts ch ein festgestellt ist, dass
und in welcher Höhe noch ein ungedeckter Forderungsbetrag übrig bleibt,
wobei der Schuldner in der Lage ist, allfällige unrichtige Angaben des
Verlustscheins auf dem Beschwerdeweg rektifizieren zu lassen. Gerade
der vorliegende Fall lässt dieses Interesse des Schuldners deutlich
zu Tage treten, da weder der genaue Betrag der vom 22. August 1910
bis zum 22. August 1911 effektiv stattgefundenen Lohnabzüge, noch
die Höhe der inzwischen zum Kapital geschlagenen Zinsen aus den Akten
ersichtlich ist, und daher nicht ohne weiteres erhellt, ob der in den
zwei Pfändungsurkunden angegebene Forderungsbetrag von 2663 Fr. 35
Cis. richtig berechnet wurde. Übrigens hat auch der Gläubiger in der
Regel ein Interesse daran, dass ihm ein Verlustschein ausgestellt werde,
da er alsdann seine Kosten liquidieren kann, wogegen er allerdings
(nach Art. 149 Abs. 4) auf die weitere Berechnung von Zinsen verzichten
muss.und Konkurskammer. N° 121. 597
4. Da nach dem Gesagten die am 1. September 1911 vorgenommene zweite
Pfändung der gesetzlichen Grundlage entbehrte und daher in vollem Umfange
aufzuheben ist, braucht auf die eventuelle Beschwerde des Schuldners
über die Höhe des pfändbaren Lohnbetrages nicht eingetreten zu werden.
Demnach hat die Schuldbetreibungs und Konkurskammer
erkannt:
Der Rekurs wird im Sinne der Erwägungen begründet erklärt und demgemäss
die am 1. September 1911 vorgenommene Lohnpfändnng aufgehoben.
121. Sentenza del 16 novembre 1911 nella causa Jelmini.
Art. 97 al. 2 LEeF: Spese nel senso di quest' articolo sono anche quelle
derivanti da un eventuale giudizio di rigetto. Art. 83 al. 2 LEeF :
L'azione in liberazione del debito non può più influire sull'esecuzione,
dopo che il creditore ha ottenuto un rigetto definitivo.
Con precetto esecutivo 81 marzo 1911 il ricorrente veniva impetito da
Tettamanzi Natale in pagamento :
a) di fr. 1403.93 cogli interessi al 50/0 dal 16 febbraio
1911, in 'virtù di un lodo 8 febbraio 1911; b) di fr. 6339.78 cogli
interessi al 5 0o dal 31 maggio 1906, in virtù di altro lodo 31 maggio
1902.
A] quale precetto avendo il debitore fatto opposizione, Tettamanzi ne
domandava per il primo degli importi più sopra enumerati il rigetto
definitivo, rigetto che veniva accordato con sentenza del pretore di
Locarno 10 giugno 1911 che accollava all'opponente fr. 18 di spese
giudiziali e fr. 10 di ripetibili. II 5 agosto 1911 Tettamanzi faceva
istanza che fosse continuata l'esecuzione per la somma contemplata
dal decreto di rigetto e per le Spese. Alla quale istanza l'Ufficio,
ritenendo che il debitore fosse inscritto al registro di commercio e
soggetto alla procedura di fallimento, dava seguito notificandogli una
comminatoria di fallimento, contro la
598 C. Entscheidungen der Schuldbetreibuugs-
quale Jelmini ricorreva all'autorità di vigilanza. Constatato l'errore,
ossia la non inscrizione del Jelmini al registro di commercio, l'Ufficio
annullava la propria comminatoria, su di che Tettamanzi chiedeva che
l'esecuzione fosse continuata in via di pignoramento. .
Questa istanza provocava da parte Jelmini un nuovo ricorso all'autorità
di vigilanza, nel quale il ricorrente machindeva all'annullazione della
domanda Tettamanzi ed eventualmente a che l'esecuzione fosse sospesa
fino a decisione still'azione da esso promossa in nullità del lodo 16
febbraio 1911, sul quale l'azione si poggiava.
Il ricorrente allegava che, chiesto il proseguimento dell'esecuzione in
via di fallimento, il creditore non poteva più domandare che l'esecuzione
fosse continuata in via di pegno; che la domanda pel proseguimento degli
atti esecutivi si riferiva anche alle spese giudiziarie ed alle ripetibili
in sede di rigetto, le quali non figuravano nel precetto esecutivo, nè
potevano quindi giustificare un pignoramento; che non poteva continuarsi
l'esecuzione prima che fosse intervenuta una decisione del giudice
sull'azione in annullazione del lodo sul quale l'esecuzione si basava,
azione che doveva ritenersi come equivalente ad una domanda in liberazione
dal debito, proposta la quale, il creditore può solamente far istanza
per un pignoramento provvisorio. Eventualmente, che l'esecuzione doveva
sospendersi fino a che fosse intervenuta una decisione del giudice con
obbligo al ricorrente di deporre presso la Banca Credito ticinese in
Locarno la somma di fr. 1403 fino a sentenza resa sulla nullità del lodo.
Respinto dall'istanza cantonale, Jelmini ricorre attualmente alla Camera
Esecuzioni e Fallimenti del Tribunale federale; --
Consz'derando in diritto:
II ricorso, in quanto è diretto contro la domanda in proseguimento
dell'esecuzione, deve ritenersi irricevibile.
Difatti, secondo l'art. 17 LEeF un ricorso può interporsi solo
contro provvedimenti dell'Ufficio. Ora, l'istanza in proseguimento di
un'esecuzione è un atto emanante dal creditoreund Konkurskammer. N°
121. 599
e non una misura dell'Ufficio. Un ricorso non avrebbe eventualmente
potuto proporsi che contro l'avviso di pignoramento intimato in seguito
alla domanda di continuare gli atti esecutivi; ma un avviso di tal genere
non venne finora staccato.
Anche all'infuori di ciò, il ricorso sarebbe del resto destituito di
fondamento.
Gonsta in fatti che la comminatoria di fallimento intimata per errore,
nell'idea che il debitore fosseinscritto al registro di commercio,
venne più tardi annullata dall'Ufficio. Il creditore ha quindi
incontestabilmente il diritto di chiedere che l'esecuzione sia
continuata in via di pignoramento, e l'Ufficio, che deve fissare la
forma dell'esecuzione, sarebbe stato in obbligo di continuarla senza
che occorresse una nuova domanda del creditore in tal senso.
Affatto evidente è del pari che il creditore era in diritto di chiedere
in virtù dell'art. 97 che il pignoramento fosse praticato non solo per
la somma capitale e gli interessi, ma anche per le spese pronunciate
in sede di rigetto, quantunque non indicate nel precetto, le spese
di cui parla l'art. 97 comprendendo non solo le spese d'esecuzione,
ma incontestabilmente anche quelle derivanti da un eventuale giudizio
di rigetto.
D'altra parte l'azione in nullità introdotta contro il lodo non può
avere per effetto nè di impedire il pignoramento, nè di determinarne
la sospensione. Quest'azione era già pendente prima del giudizio di
rigetto. Essa venne anzi invocata come argomento contro la domanda di
rigetto. Ciò nonostante la domanda venne ammessa e venne il rigetto
accordato dal giudice in via definitiva. Ciò dato, è affatto inutile di
esaminare se l'azione in nullità possa considerarsi come un equivalente
dell'azione in liberazione del debito.
Quest'azione non esercita difatti influenza sull'esecuzione che nel caso
in cui il creditore abbia ottenuto un rigetto provvisorio. In questa
eventualità, se introdotta in tempo utile, essa impedisce che il rigetto
provvisorio diventi definitivo.
600 C. Entscheidungen der Schuldhetreibungs-
Ma ove, come nel fattispecie, il creditore ha ottenuto un rigetto
definitivo, l'azione in liberazione del debito non può più influire nè
sull'esecuzione nè sull'andamento della medesima.
È quindi a torto che il ricorrente intende prevalersi del
l'azione introdotta, sia per pretendere che il creditore non si
possa più domandare che il pignoramento provvisorio, sia per chiedere
all'Autorità di sorveglianza. che abbia a sospendere l'esecuzione fino
adecisione del giudice. Queste conclusioni non tendono in realtà che a
paralizzare parzialmente in Via di ricorso all'Autorità di vigilanza gli
effetti del rigetto definitivo pronunciato dall'Autorità giudiziaria;
la Camera Esecuzioni e Fallimenti pronuncia: Il ricorso è respinto.
122. Entschetd vom 5. Dezember 1911 in Sachen Yossy und Banque de l'Etat
de Fribourg.
Mangel der Legitimation zur Beschwerde gegenüber einem Entscheid,
wodurch einem Konkursamt eine Frist für den Abschluss eines Konkurses
angesetzt wird.
A. Die Ersparniskasse Aarberg und die Sparund Lethtasse Murten führten bei
der Aufsichtsbehörde für Schuldbetreibung und Konkurs des Kantons Luzern
gegen das Konkursamt Habsburg in Ebikon Beschwerde, mit dem Begehren,
es sei dieses Amt zum beförderlichen Abschluss des unterm 29. Oktober
1907 gegen Alois Bosfy eröffneten Konkurses zu verhalten.
Das Konkursamt Habsburg wies in seiner Vernehmlassung darauf hin, dass die
Versieigerung der Liegenschaften des Gemeinschuldners in La Chassotte bei
Freiburg zufolge eines von der Banque de l'Etat de Fribourg angehobenen
Prozesses bisher nicht möglich gewesen sei.
Mit Entscheid vom 18. Mai 1911 erklärte die tantonale Auf-und
Konkurskammer. N° 122. 601
sichtsbehörde die Beschwerde begründet und verhielt das Konkursamt
Habsburg, den Konkurs Bossy binnen zwei Monaten zum Abschluss zu
Bringen. Dieser Entscheid ist wie folgt mottvtert: Gemäss einer
Bescheinigung der Gerichtskanzlei Freiburg vom 6. Mai 1911 seien bis
zu diesem Tage beim dortigen Gericht keine Prozesse betreffend die
Konkursmasse Bossy hängig gemacht worden, weshalb, da der Erledigung des
Konkurses nichts im Wege zu stehen scheine, dass Konkursamt im Hinblick
auf am. 270 SchKG zur beförderlichen Vornahme der Verwertung und-zum
Abschlusse des Konkursverfahrens zu verhalten sei. Uber allfällige weitere
Hindernisse habe das Konkursamt sofort an die kantonale Aufsichtsbehörde
Bericht zu erstatten.
B. Gegen diesen Entscheid haben der Gemeinschuldner Bossy und die Banque
de l'Etat de Fribourg am 14. Juni 1911 den Rekurs an das Bundesgericht
ergriffen. Die Rekurrenten führen aus, dass die Einhaltung der von der
kantonalen Aufsichtsbehörde festgesetzten zweimonatlichen Frist wegen des
zwischen einzelnen Hypothekargläubigern, worunter der Banque de l'Etat de
Fribourg und Fräulein Bossy, der Schwester des Gemeinschuldnersc vor dem
Gericht des Saanebezirkes schwebenden Prozesses unmogltch sei. Fräulein
Bossy widersetze sich der Versteigerung der Liegenschaften, weil das
requisitionsweise mit der Steigerung beauftragte Konkursamt Freiburg
sich weigere, ihr Wohnrecht in den Steigerungsbedingungen vorzumerken. ·
Die Ersparniskasse Aarberg und die Sparund Leihkasse Murten haben in ihrer
Vernehmlassung über den Rekurs in erster Linie die Einreden der Verspätung
und der mangelnden Legitimation der Rekurrenten zur Beschwerdeführung
erhoben, eventuell haben sie beantragt, es sei der Rekurs, weil materiell
unbegrundets abzuweisen. Die kantonale Aufsichtsbehörde hat erklart,
dass sie an der Motivierung des angefochtenen Entscheides festhalte,
und auf Abweisung des Rekurses angetragen.
Die Schuldbetreibungs und Konkurskammer zieht in Erwägung:
1. Die von den Rekursbeklagten erhobene Verspätungseinrede entbehrt der
Begründung Wenn auch der angefochtene ((li-m:. scheid vom 18. Mai 1911
datiert und der Rekurs erst am 14. usum